Rinuncia al Ricorso: Come e Perché si Estingue un Giudizio in Cassazione
La rinuncia al ricorso rappresenta uno strumento processuale decisivo che consente di porre fine a una controversia legale in modo definitivo. Attraverso questo atto, la parte che ha impugnato una decisione giudiziaria manifesta la volontà di non proseguire oltre, accettando di fatto la sentenza precedente. Un recente decreto della Corte di Cassazione illumina la procedura e le conseguenze di tale scelta, confermando come essa porti all’estinzione del giudizio.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un soggetto contro una società a responsabilità limitata. L’impugnazione era diretta contro una sentenza della Corte d’Appello di Brescia depositata a inizio 2025. Tuttavia, prima che la Suprema Corte potesse esaminare il merito della questione, la stessa parte ricorrente ha compiuto un passo indietro, presentando una formale rinuncia al proprio ricorso.
La Decisione della Corte e la Rinuncia al ricorso
Di fronte alla rinuncia, la Corte di Cassazione non è entrata nel vivo della disputa, ma si è limitata a compiere una verifica di carattere procedurale. I giudici hanno accertato che l’atto di rinuncia possedeva tutti i requisiti formali richiesti dagli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile. In particolare, l’articolo 391 c.p.c., come modificato da una riforma del 2016, prevede che in casi come questo l’estinzione del giudizio possa essere dichiarata con un semplice decreto del Presidente. Questa procedura snellisce notevolmente i tempi rispetto all’emissione di una sentenza. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato ufficialmente estinto il giudizio di Cassazione.
Le Motivazioni
Le motivazioni alla base del decreto sono chiare e strettamente legate alla normativa processuale. La Corte ha ritenuto che la rinuncia fosse valida ed efficace, rendendo superflua ogni ulteriore attività giurisdizionale. La scelta di utilizzare un decreto, anziché un’ordinanza o una sentenza, è pienamente giustificata dalle più recenti riforme legislative, mirate a velocizzare la definizione dei processi in cui le parti stesse decidono di non proseguire. Un ulteriore punto chiave riguarda le spese legali: il decreto specifica che nulla è dovuto a tale titolo. La motivazione risiede nel fatto che la società intimata non si era costituita in giudizio per difendersi. In assenza di una difesa attiva, non vi sono spese legali sostenute dalla controparte che debbano essere rimborsate.
Le Conclusioni
Il provvedimento analizzato offre importanti spunti pratici. In primo luogo, conferma che la rinuncia al ricorso è un atto che chiude definitivamente la lite, rendendo irrevocabile la sentenza impugnata. In secondo luogo, evidenzia l’efficienza della procedura semplificata tramite decreto, che permette alla Corte di Cassazione di gestire rapidamente queste situazioni. Infine, chiarisce un aspetto fondamentale relativo alle spese processuali: la condanna al rimborso delle spese presuppone che la controparte abbia effettivamente svolto un’attività difensiva. Se la parte intimata rimane assente, il rinunciante non dovrà sostenere alcun costo aggiuntivo, oltre a quelli già affrontati per il proprio legale.
Cosa succede se una parte rinuncia al proprio ricorso in Cassazione?
Il giudizio si estingue. La Corte di Cassazione, una volta verificato che la rinuncia rispetta i requisiti di legge, dichiara la fine del processo, e la sentenza precedentemente impugnata diventa definitiva.
Perché in questo caso la Corte ha emesso un decreto e non una sentenza?
La Corte ha utilizzato la forma del decreto perché l’articolo 391 del Codice di Procedura Civile, a seguito delle modifiche introdotte nel 2016, prevede questa procedura semplificata e più rapida per dichiarare l’estinzione del giudizio quando vi è una rinuncia al ricorso.
Perché non è stata presa nessuna decisione sulle spese legali?
Non è stata emessa alcuna statuizione sulle spese legali perché la parte contro cui era stato proposto il ricorso (l’intimato) non si era costituita in giudizio e non aveva presentato difese. In assenza di un’attività difensiva, non vi sono spese da rimborsare.
Testo del provvedimento
Decreto di Cassazione Civile Sez. 1 Num. 19372 Anno 2025
Civile Decr. Sez. 1 Num. 19372 Anno 2025
Presidente:
Relatore:
Data pubblicazione: 14/07/2025
DECRETO
sul ricorso iscritto al n. 10705/2025 R.G. proposto da: COGNOME, elettivamente domiciliato in ROMA INDIRIZZO presso lo studio dell’avvocato COGNOME NOME (CODICE_FISCALE che lo rappresenta e difende
-ricorrente-
contro RAGIONE_SOCIALE
-intimato- avverso SENTENZA di CORTE D’APPELLO BRESCIA n.207/2025 depositata il 28/02/2025.
letta la rinuncia al ricorso del ricorrente;
ritenuto che la rinuncia ha i requisiti richiesti dagli articoli 390 e 391 c.p.c.;
che l’estinzione può essere dichiarata con decreto ai sensi dell’art. 391 c.p.c., come modificato dal d.l. n. 68 del 2016, convertito con modificazioni dalla legge n. 197 del 2016;
che nulla va statuito sulle spese, in assenza di difese della parte intimata;
P.Q.M.
Dichiara estinto il giudizio di Cassazione. Così deciso in Roma, il 11/07/2025