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Rinuncia al ricorso: quando il giudizio si estingue

Un’ordinanza della Corte di Cassazione analizza gli effetti della rinuncia al ricorso. A seguito di un complesso iter giudiziario, iniziato con un’opposizione a un pignoramento e proseguito con un appello dichiarato improcedibile per vizi di notifica telematica, la parte ricorrente ha formalizzato la rinuncia al proprio ricorso per cassazione. La Corte, applicando la normativa processuale, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, senza pronunciarsi sulle spese poiché la controparte non si era costituita formalmente.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso: la Guida Completa all’Estinzione del Giudizio

La rinuncia al ricorso è un atto processuale che pone fine a una controversia legale in modo definitivo. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come questo strumento funzioni e quali siano le sue conseguenze, specialmente per quanto riguarda le spese legali. Analizziamo insieme questo caso per comprendere le dinamiche e le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Un Percorso a Ostacoli

La vicenda ha origine da un’opposizione a un atto di precetto, con cui si intimava a una persona, in qualità di erede, il pagamento di una somma considerevole. L’opposizione veniva accolta solo in minima parte dal Tribunale di primo grado.

Insoddisfatta della decisione, la parte soccombente proponeva appello. Qui, però, sorgevano i primi problemi di natura procedurale. A causa di un’anomalia nella notifica telematica dell’atto di appello, questo non risultava correttamente depositato e reperibile dalla cancelleria. Nonostante i tentativi di rimediare, inclusa una richiesta di rimessione in termini, la Corte d’Appello dichiarava l’impugnazione improcedibile per tardiva costituzione.

Di fronte a questa decisione, la parte presentava un ricorso per cassazione, basato su cinque motivi, per far valere le proprie ragioni.

La Rinuncia al Ricorso come Atto Finale

Durante il giudizio di legittimità, si verificava il colpo di scena. Un nuovo difensore, costituitosi per la parte ricorrente, depositava un atto di rinuncia al ricorso, sottoscritto personalmente dalla sua assistita. Questo atto cambiava radicalmente le sorti del processo.

La Corte di Cassazione, preso atto della volontà della ricorrente di non proseguire la causa, non ha dovuto esaminare nel merito i motivi del ricorso. La procedura si è arrestata, portando a una conclusione immediata e definitiva del contenzioso.

Le Motivazioni: L’Applicazione dell’Art. 391 c.p.c.

La decisione della Suprema Corte si fonda su una precisa norma del codice di procedura civile: l’articolo 391. Questa disposizione stabilisce che la parte che ha proposto il ricorso può rinunciarvi, e tale rinuncia, se accettata dalle altre parti costituite, comporta l’estinzione del processo. Nel caso di specie, la controparte era rimasta ‘intimata’, ovvero non si era formalmente costituita nel giudizio di Cassazione. Questa circostanza è cruciale: la legge prevede che, in assenza di altre parti costituite, la rinuncia produca i suoi effetti (l’estinzione) senza bisogno di accettazione. Di conseguenza, il Collegio è stato esentato dall’analizzare i motivi dell’impugnazione e ha semplicemente dichiarato estinto il giudizio. Inoltre, proprio perché la controparte non si era costituita, la Corte non ha dovuto provvedere alla liquidazione delle spese legali.

Conclusioni

Questa ordinanza evidenzia l’importanza strategica della rinuncia al ricorso. È un atto che consente di porre fine a un giudizio in modo tombale, evitando ulteriori incertezze e costi. La decisione dimostra due punti fondamentali: primo, la rinuncia è un atto unilaterale efficace se le altre parti non si sono costituite; secondo, lo status della controparte (costituita o solo intimata) è determinante per la decisione sulle spese processuali. In questo caso, non essendoci una parte costituita che avesse sostenuto costi per difendersi in Cassazione, non vi era luogo a una pronuncia sulle spese, con un evidente vantaggio per la parte rinunciante.

Cosa succede quando una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
La rinuncia al ricorso, come previsto dall’art. 391 del codice di procedura civile, comporta l’estinzione del giudizio. Questo significa che il processo si chiude definitivamente senza che la Corte esamini il merito della questione.

Perché nel caso esaminato non è stata emessa una condanna alle spese legali?
La Corte non ha provveduto sulle spese perché la controparte (l’intimata) non si era formalmente costituita in giudizio. La legge prevede che si debba decidere sulle spese solo nei confronti delle parti costituite che hanno partecipato attivamente al processo.

La Corte di Cassazione è tenuta a valutare i motivi del ricorso se c’è una rinuncia?
No. La rinuncia esime il Collegio dall’illustrazione e dalla valutazione dei motivi del ricorso. L’atto di rinuncia, essendo una manifestazione di volontà di non proseguire la causa, prevale e porta direttamente alla dichiarazione di estinzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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