LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rinuncia al ricorso: estinzione senza accettazione

Una società assicurativa propone ricorso in Cassazione. La controparte resiste con controricorso e ricorso incidentale condizionato. Successivamente, la ricorrente principale effettua una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte dichiara estinto il giudizio, applicando le nuove norme procedurali che rendono la rinuncia efficace con il solo deposito dell’atto, senza necessità di accettazione, assorbendo di conseguenza il ricorso incidentale. Le spese vengono compensate.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Quando l’Accettazione Non Serve Più

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce gli effetti delle nuove norme procedurali sulla rinuncia al ricorso, stabilendo che, in determinate circostanze, l’accettazione della controparte non è più un requisito necessario per l’estinzione del giudizio. Questa decisione semplifica notevolmente l’iter di chiusura di un contenzioso e ha importanti riflessi sulla gestione dei ricorsi incidentali condizionati.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale trae origine dal ricorso per cassazione presentato da una nota compagnia di assicurazioni contro una sentenza della Corte d’Appello. A tale iniziativa si opponeva una società di servizi postali, la quale non solo depositava un controricorso per difendersi, ma proponeva anche un ricorso incidentale di tipo condizionato. Quest’ultimo è uno strumento difensivo che acquista efficacia solo se il ricorso principale viene accolto.

In una fase successiva del procedimento, la compagnia assicuratrice, prendendo atto di nuovi orientamenti giurisprudenziali formatisi sull’argomento oggetto del contendere, decideva di fare un passo indietro, depositando un atto di rinuncia al ricorso principale. Pur avendo informato la controparte della sua intenzione, non otteneva da questa un’adesione formale alla rinuncia.

La Decisione della Corte e la rinuncia al ricorso

Nonostante la mancata accettazione da parte della società di servizi postali, la Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il giudizio. La decisione si fonda sull’applicazione delle modifiche introdotte dal D.Lgs. n. 149/2022 (nota come Riforma Cartabia) all’articolo 390 del codice di procedura civile.

La Corte ha inoltre stabilito che, a seguito dell’estinzione del ricorso principale, anche il ricorso incidentale condizionato dovesse considerarsi ‘assorbito’, perdendo di fatto la sua ragion d’essere. Infine, ha disposto la compensazione integrale delle spese processuali tra le parti.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione ed applicazione delle nuove regole procedurali. I giudici hanno specificato che, sebbene il procedimento fosse stato avviato prima del 1° gennaio 2023 (data di entrata in vigore di molte norme della riforma), la nuova disciplina sulla rinuncia al ricorso è applicabile poiché l’udienza di trattazione non era stata ancora fissata al momento del deposito della rinuncia.

Il nuovo testo dell’art. 390, terzo comma, c.p.c. stabilisce che la rinuncia produce i suoi effetti – e quindi l’estinzione del giudizio – con il semplice deposito dell’atto in cancelleria. L’accettazione della controparte non è più una condizione di efficacia. Questo segna un cambiamento significativo rispetto al passato, snellendo la procedura.

L’estinzione del ricorso principale ha un effetto a cascata sul ricorso incidentale condizionato. Essendo la sua efficacia subordinata all’esame del ricorso principale, la sua estinzione preventiva lo priva di ogni scopo, rendendolo di fatto assorbito. Non vi è quindi necessità per la Corte di pronunciarsi su di esso.

Infine, la scelta di compensare le spese legali è stata motivata da due fattori principali: primo, l’esistenza di orientamenti giurisprudenziali non ancora consolidati al momento della proposizione del ricorso, che giustificava l’iniziativa della ricorrente; secondo, il corretto comportamento processuale della stessa, che ha prontamente rinunciato all’azione una volta chiaritosi il quadro giurisprudenziale, evitando un’inutile prosecuzione del giudizio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante chiave di lettura delle nuove norme sulla rinuncia al ricorso in Cassazione. Si conferma la volontà del legislatore di semplificare gli adempimenti processuali e di favorire la celere definizione dei giudizi. Per gli avvocati e le parti, ciò significa che la decisione di rinunciare a un ricorso può essere attuata in modo più rapido ed efficace, senza dipendere dal consenso della controparte. La decisione sulla compensazione delle spese, inoltre, premia il comportamento processuale leale e collaborativo, incentivando le parti a riconsiderare le proprie posizioni alla luce dell’evoluzione del diritto vivente.

Dopo le recenti riforme, la rinuncia al ricorso per cassazione richiede sempre l’accettazione della controparte?
No. Secondo la nuova formulazione dell’art. 390, terzo comma, cod. proc. civ., per i procedimenti in cui l’udienza non è ancora stata fissata, è sufficiente il solo deposito dell’atto di rinuncia per determinare l’estinzione del giudizio, senza che sia necessaria l’accettazione della controparte.

Cosa succede al ricorso incidentale condizionato se il ricorso principale viene dichiarato estinto per rinuncia?
Il ricorso incidentale condizionato viene assorbito. Poiché la sua efficacia è subordinata all’esame del ricorso principale, l’estinzione di quest’ultimo lo rende privo di oggetto e la Corte non deve più pronunciarsi su di esso.

Perché la Corte ha deciso di compensare le spese processuali in questo caso?
La Corte ha compensato le spese per due ragioni: in primo luogo, ha riconosciuto che al momento della proposizione del ricorso gli orientamenti giurisprudenziali sul tema non erano consolidati; in secondo luogo, ha valutato positivamente il corretto atteggiamento processuale della parte ricorrente, che ha rinunciato al ricorso non appena il quadro legale si è chiarito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati