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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali

Una società di servizi ha proposto ricorso in Cassazione contro una sentenza, ma ha poi presentato atto di rinuncia. La Suprema Corte, nonostante la mancata adesione della controparte, ha dichiarato l’estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso, condannando la società ricorrente al pagamento delle spese legali in favore dei resistenti.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Conseguenze su Spese Legali ed Estinzione del Giudizio

La rinuncia al ricorso rappresenta un atto processuale fondamentale che consente a una parte di porre fine a un giudizio di impugnazione. Sebbene possa sembrare una semplice ritirata, le sue conseguenze, soprattutto in termini di spese legali, sono regolate da precise norme. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce come la rinuncia comporti l’estinzione del giudizio e la condanna al pagamento delle spese della controparte, anche in assenza di accettazione di quest’ultima.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un ricorso per Cassazione presentato da una società di servizi idrici contro una sentenza emessa dal Tribunale. A resistere al ricorso si erano costituiti due cittadini, assistiti dal loro legale. Tuttavia, prima che la Corte si riunisse per la discussione, la società ricorrente ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso, manifestando la perdita di interesse nella prosecuzione della causa. È importante notare che i cittadini, costituiti come controricorrenti, non hanno formalmente accettato tale rinuncia.

La Decisione della Corte e le Conseguenze della Rinuncia al Ricorso

Nonostante la mancata accettazione da parte dei controricorrenti, la Corte di Cassazione ha proceduto a dichiarare l’estinzione del giudizio. La decisione si basa sul principio stabilito dall’art. 390 del codice di procedura civile, secondo cui la rinuncia, essendo un atto unilaterale, produce l’effetto di terminare il processo.

L’aspetto cruciale della decisione, però, riguarda la gestione delle spese legali. La Corte ha stabilito che la parte che rinuncia al ricorso deve farsi carico delle spese sostenute dalla controparte che si è dovuta difendere. Di conseguenza, la società ricorrente è stata condannata a rimborsare le spese legali ai controricorrenti.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è chiara e si fonda su un principio di causalità e responsabilità processuale. La parte che introduce un giudizio e poi decide di abbandonarlo è responsabile dei costi che la sua iniziativa ha generato per la controparte. Nel caso specifico, i controricorrenti avevano già svolto un’attività difensiva, depositando un controricorso. Questa attività ha generato dei costi che, secondo la Corte, devono essere rimborsati dalla parte che ha dato origine al procedimento per poi rinunciarvi.

Inoltre, la Corte ha disposto la “distrazione delle spese” in favore dell’avvocato dei controricorrenti, il quale si era dichiarato “antistatario”. Ciò significa che l’avvocato aveva anticipato le spese per i suoi clienti e, pertanto, la somma liquidata dal giudice doveva essere versata direttamente a lui, a saldo del suo credito professionale.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura civile: la rinuncia al ricorso, pur essendo un diritto della parte, non è priva di conseguenze. Chi rinuncia deve tenere conto dell’obbligo di rimborsare le spese legali alla controparte che si è attivata per difendersi. La decisione sottolinea che l’estinzione del giudizio è l’effetto automatico della rinuncia, ma la regolamentazione delle spese segue una logica di equità, ponendo i costi a carico di chi ha causato l’inutile avvio del contenzioso.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Il giudizio viene dichiarato estinto, il che significa che il processo si conclude senza una decisione sul merito della questione.

Chi paga le spese legali in caso di rinuncia al ricorso?
La parte che rinuncia al ricorso è tenuta a pagare le spese legali sostenute dalla controparte, a condizione che quest’ultima abbia svolto un’attività difensiva (come depositare un controricorso).

È necessaria l’accettazione della controparte affinché la rinuncia sia efficace?
No, la rinuncia è un atto unilaterale che produce l’estinzione del giudizio anche se la controparte non la accetta. Tuttavia, la mancata accettazione non esime la parte rinunciante dal pagare le spese legali maturate fino a quel momento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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