Rinuncia al Ricorso: Guida Pratica all’Estinzione del Processo
La rinuncia al ricorso è un istituto processuale che consente a una parte di porre fine a un giudizio di impugnazione da essa stessa avviato. Si tratta di una scelta strategica che porta a conseguenze definitive, come l’estinzione del processo e il passaggio in giudicato della sentenza impugnata. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare il funzionamento di questo strumento e le sue implicazioni, soprattutto in relazione alla gestione delle spese legali.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da una controversia tra una cittadina e un’amministrazione regionale in merito alla restituzione di alcuni aiuti agricoli comunitari (PAC) percepiti negli anni 2015 e 2016. Inizialmente, il tribunale di primo grado aveva dato ragione alla cittadina, dichiarando non dovuta la restituzione delle somme.
Tuttavia, l’ente regionale aveva impugnato la decisione e la Corte d’Appello aveva ribaltato la sentenza di primo grado, accogliendo le richieste dell’amministrazione. Di fronte a questa decisione sfavorevole, la cittadina aveva deciso di proseguire la battaglia legale, presentando ricorso per Cassazione.
La Svolta Processuale: La Rinuncia al Ricorso
Quando il processo era ormai pendente dinanzi alla Suprema Corte, è intervenuto un colpo di scena. Il legale della ricorrente, munito di una procura speciale appositamente conferitagli, ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso. Questo atto, fondamentale per il destino del giudizio, includeva anche una richiesta specifica: la compensazione integrale delle spese legali tra le parti. La Corte, presa visione dell’atto e della sua notifica alla controparte, non ha potuto far altro che prenderne atto e procedere di conseguenza.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La decisione dei Giudici Supremi si fonda su precise disposizioni del codice di procedura civile. L’articolo 390 c.p.c. disciplina il diritto della parte di rinunciare al ricorso, mentre l’articolo 391 c.p.c. ne regola le conseguenze, in particolare per quanto riguarda le spese processuali. La norma prevede che il rinunciante debba rimborsare le spese alla controparte, a meno che non vi sia un diverso accordo tra di loro.
Nel caso specifico, la rinuncia è stata accompagnata dalla richiesta di compensazione delle spese, un dettaglio che suggerisce un probabile accordo raggiunto tra le parti al di fuori del tribunale. La Corte, verificata la regolarità formale della rinuncia e la sua comunicazione alla controparte, ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio di cassazione. La statuizione sulla compensazione delle spese ha recepito la volontà espressa nell’atto di rinuncia, chiudendo definitivamente la controversia.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione
Questa ordinanza evidenzia l’importanza strategica della rinuncia al ricorso come strumento per chiudere una lite. Le ragioni dietro una tale scelta possono essere molteplici: una rinegoziazione della propria posizione, il raggiungimento di un accordo transattivo o una semplice rivalutazione delle probabilità di successo. L’elemento cruciale è che la rinuncia rende definitiva la sentenza impugnata, in questo caso quella della Corte d’Appello. La decisione sottolinea inoltre come la gestione delle spese legali possa essere oggetto di accordo tra le parti, evitando l’applicazione della regola generale che le pone a carico del rinunciante. Per le parti e i loro legali, ciò significa che è possibile negoziare una ‘via d’uscita’ onorevole da un contenzioso, controllando anche i costi finali del procedimento.
Cosa comporta la rinuncia al ricorso in Cassazione?
La rinuncia al ricorso comporta l’estinzione del giudizio, il che significa che il processo si conclude senza una decisione nel merito da parte della Corte. Di conseguenza, la sentenza impugnata (in questo caso, quella della Corte d’Appello) diventa definitiva.
Chi paga le spese legali se si rinuncia al ricorso?
In generale, la legge stabilisce che la parte che rinuncia al ricorso deve rimborsare le spese legali alla controparte. Tuttavia, come dimostra questo caso, le parti possono accordarsi diversamente. Qui, la rinuncia è avvenuta con un accordo per la compensazione integrale delle spese, quindi ogni parte ha sostenuto i propri costi.
È necessaria una procedura specifica per rinunciare a un ricorso?
Sì, la rinuncia deve essere formalizzata attraverso un atto specifico, sottoscritto dal legale della parte. Come specificato nel provvedimento, l’avvocato deve essere munito di una procura speciale che lo autorizzi espressamente a compiere tale atto.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 1 Num. 22056 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 1 Num. 22056 Anno 2024
AVV_NOTAIO: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 05/08/2024
sul ricorso 18702/2022 proposto da:
NOME, domiciliata in Roma presso la cancelleria della Corte di Cassazione, rappresentata e difesa dall’AVV_NOTAIO COGNOME che lo rappresenta e difende
–
ricorrente – contro
REGIONE LOMBARDIA, elettivamente domiciliato in Roma, presso lo studio dell’AVV_NOTAIO NOME COGNOME rappresentato e difeso dagli avvocati NOME COGNOME e NOME COGNOME
– controricorrente –
avverso la sentenza della CORTE D’APPELLO di MILANO n. 1844/2022 depositata il 30/05/2022;
udita la relazione della causa svolta all’adunanza non partecipata del 23/04/2024 dal AVV_NOTAIO.
FATTI DI CAUSA E RAGIONI DELLA DECISIONE
Rilevato che con l’epigrafata sentenza la Corte d’Appello di Milano, ha accolto l’appello proposto dalla Regione Lombardia avverso la decisione che in primo grado, in accoglimento della domanda proposta da NOME COGNOME, aveva dichiarato non dovuta la restituzione parziale degli aiuti PAC erogati all’istante negli anni 2015 e 2016.
Preso atto che la predetta sentenza è stata fatta oggetto di ricorso a questa Corte da parte del soccombente e che nel giudizio così incardinato ha resistito la Regione Lombardia con controricorso.
Considerato che con atto depositato in cancelleria il 4.4.2024, sottoscritto digitalmente dal procuratore della parte, a tal fine legittimato in forza dei poteri conferiti con procura speciale rilasciata il 2.4.2024, la COGNOME ha dichiarato di rinunciare al ricorso a mente dell’art. 390 cod. proc. civ., con compensazione integrale delle spese.
Ritenuto che, pertanto, attesa la comunicazione della rinuncia alla controparte, occorra dichiarare l’estinzione del giudizio con compensazione delle spese a mente dell’art. 391 cod. proc. civ.
P.Q.M.
dichiara estinto il giudizio di cassazione per intervenuta rinuncia a spese compensate.
Cosi deciso in Roma nella camera di consiglio della I sezione civile il giorno 23.04.2024.
Il AVV_NOTAIO COGNOME