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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese compensate

Una cittadina, dopo aver impugnato in Cassazione una sentenza sfavorevole in materia di aiuti agricoli contro un’amministrazione regionale, ha deciso di effettuare una rinuncia al ricorso. La Corte Suprema ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio, disponendo la compensazione delle spese legali tra le parti, come previsto dalla legge in questi casi.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso: Guida Pratica all’Estinzione del Processo

La rinuncia al ricorso è un istituto processuale che consente a una parte di porre fine a un giudizio di impugnazione da essa stessa avviato. Si tratta di una scelta strategica che porta a conseguenze definitive, come l’estinzione del processo e il passaggio in giudicato della sentenza impugnata. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare il funzionamento di questo strumento e le sue implicazioni, soprattutto in relazione alla gestione delle spese legali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una controversia tra una cittadina e un’amministrazione regionale in merito alla restituzione di alcuni aiuti agricoli comunitari (PAC) percepiti negli anni 2015 e 2016. Inizialmente, il tribunale di primo grado aveva dato ragione alla cittadina, dichiarando non dovuta la restituzione delle somme.

Tuttavia, l’ente regionale aveva impugnato la decisione e la Corte d’Appello aveva ribaltato la sentenza di primo grado, accogliendo le richieste dell’amministrazione. Di fronte a questa decisione sfavorevole, la cittadina aveva deciso di proseguire la battaglia legale, presentando ricorso per Cassazione.

La Svolta Processuale: La Rinuncia al Ricorso

Quando il processo era ormai pendente dinanzi alla Suprema Corte, è intervenuto un colpo di scena. Il legale della ricorrente, munito di una procura speciale appositamente conferitagli, ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso. Questo atto, fondamentale per il destino del giudizio, includeva anche una richiesta specifica: la compensazione integrale delle spese legali tra le parti. La Corte, presa visione dell’atto e della sua notifica alla controparte, non ha potuto far altro che prenderne atto e procedere di conseguenza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione dei Giudici Supremi si fonda su precise disposizioni del codice di procedura civile. L’articolo 390 c.p.c. disciplina il diritto della parte di rinunciare al ricorso, mentre l’articolo 391 c.p.c. ne regola le conseguenze, in particolare per quanto riguarda le spese processuali. La norma prevede che il rinunciante debba rimborsare le spese alla controparte, a meno che non vi sia un diverso accordo tra di loro.

Nel caso specifico, la rinuncia è stata accompagnata dalla richiesta di compensazione delle spese, un dettaglio che suggerisce un probabile accordo raggiunto tra le parti al di fuori del tribunale. La Corte, verificata la regolarità formale della rinuncia e la sua comunicazione alla controparte, ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio di cassazione. La statuizione sulla compensazione delle spese ha recepito la volontà espressa nell’atto di rinuncia, chiudendo definitivamente la controversia.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza evidenzia l’importanza strategica della rinuncia al ricorso come strumento per chiudere una lite. Le ragioni dietro una tale scelta possono essere molteplici: una rinegoziazione della propria posizione, il raggiungimento di un accordo transattivo o una semplice rivalutazione delle probabilità di successo. L’elemento cruciale è che la rinuncia rende definitiva la sentenza impugnata, in questo caso quella della Corte d’Appello. La decisione sottolinea inoltre come la gestione delle spese legali possa essere oggetto di accordo tra le parti, evitando l’applicazione della regola generale che le pone a carico del rinunciante. Per le parti e i loro legali, ciò significa che è possibile negoziare una ‘via d’uscita’ onorevole da un contenzioso, controllando anche i costi finali del procedimento.

Cosa comporta la rinuncia al ricorso in Cassazione?
La rinuncia al ricorso comporta l’estinzione del giudizio, il che significa che il processo si conclude senza una decisione nel merito da parte della Corte. Di conseguenza, la sentenza impugnata (in questo caso, quella della Corte d’Appello) diventa definitiva.

Chi paga le spese legali se si rinuncia al ricorso?
In generale, la legge stabilisce che la parte che rinuncia al ricorso deve rimborsare le spese legali alla controparte. Tuttavia, come dimostra questo caso, le parti possono accordarsi diversamente. Qui, la rinuncia è avvenuta con un accordo per la compensazione integrale delle spese, quindi ogni parte ha sostenuto i propri costi.

È necessaria una procedura specifica per rinunciare a un ricorso?
Sì, la rinuncia deve essere formalizzata attraverso un atto specifico, sottoscritto dal legale della parte. Come specificato nel provvedimento, l’avvocato deve essere munito di una procura speciale che lo autorizzi espressamente a compiere tale atto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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