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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio

Un soggetto, condannato al risarcimento danni per diffamazione, si oppone al precetto di pagamento. Dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, ricorre in Cassazione ma poi presenta una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte, verificata la regolarità dell’atto, dichiara l’estinzione del giudizio, rendendo definitiva la condanna al pagamento.

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Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso in Cassazione: Quando il Processo si Ferma

Nel complesso iter della giustizia, esistono atti che possono porre fine a una controversia in modo definitivo, senza che i giudici entrino nel merito della questione. Uno di questi è la rinuncia al ricorso, un istituto fondamentale della procedura civile che ha recentemente trovato applicazione in un’ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso analizzato riguarda un debito sorto da una condanna per diffamazione e illustra perfettamente le conseguenze di tale scelta processuale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza penale che condannava un individuo per il reato di diffamazione, obbligandolo a versare alla persona offesa una somma di oltre 65.000 euro a titolo di risarcimento del danno. La parte creditrice, per ottenere il pagamento, notificava un atto di precetto, ovvero un’intimazione formale a saldare il debito.

Il debitore decideva di contestare tale richiesta, avviando un giudizio di ‘opposizione a precetto’. Tuttavia, la sua opposizione veniva respinta sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte d’Appello. Non dandosi per vinto, il debitore presentava ricorso alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio, contestando la decisione d’appello sulla base di cinque motivi.

Il colpo di scena arriva quando, prima che la Suprema Corte potesse pronunciarsi, lo stesso ricorrente depositava un atto di ‘rinuncia al ricorso’.

La Decisione della Corte di Cassazione

Di fronte a questo atto, la Corte di Cassazione non ha esaminato i motivi di contestazione sollevati dal debitore. Il suo compito si è limitato a una verifica formale: l’atto di rinuncia rispettava i requisiti previsti dagli articoli 390 e 391 del Codice di procedura civile?

Una volta accertata la regolarità della rinuncia, la Corte ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato l’estinzione del giudizio di legittimità. Questo significa che il processo davanti alla Cassazione si è concluso senza una decisione nel merito. Inoltre, la Corte non ha disposto nulla riguardo alle spese legali, poiché la parte creditrice era rimasta ‘intimata’, ovvero non aveva partecipato attivamente al giudizio di Cassazione presentando una difesa.

Le Motivazioni dietro l’Estinzione del Giudizio

La motivazione della Corte è puramente procedurale e si fonda sul principio della disponibilità del processo. La legge consente alla parte che ha promosso un’impugnazione di ritirarla in qualsiasi momento, purché lo faccia nelle forme prescritte. La rinuncia al ricorso è un atto unilaterale che non richiede l’accettazione della controparte. Quando viene formalizzata, l’effetto automatico previsto dalla legge è l’estinzione del giudizio. Il giudice, in questo caso la Cassazione, non può fare altro che prenderne atto e dichiarare concluso il procedimento. La logica è quella di evitare la prosecuzione di cause che la stessa parte interessata non ha più interesse a coltivare, in un’ottica di economia processuale. La verifica dei requisiti formali, come quelli citati negli artt. 390 e 391 c.p.c., è l’unico vaglio che la Corte è tenuta a compiere.

Le Conclusioni

Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono significative. Con la dichiarazione di estinzione del giudizio di Cassazione, la sentenza emessa dalla Corte d’Appello diventa definitiva e non più impugnabile. Di conseguenza, il debitore è ora tenuto a pagare la somma di oltre 65.000 euro, oltre agli accessori di legge, come stabilito nei precedenti gradi di giudizio. Questo caso dimostra come la rinuncia al ricorso sia uno strumento che cristallizza la situazione giuridica esistente, ponendo fine alla disputa e rendendo esecutivo in via definitiva il provvedimento impugnato.

Cosa comporta la rinuncia al ricorso davanti alla Corte di Cassazione?
La rinuncia al ricorso, se formalmente valida, comporta la dichiarazione di estinzione del giudizio. Il processo si conclude senza che la Corte esamini i motivi del ricorso.

Perché la sentenza impugnata diventa definitiva dopo la rinuncia?
Poiché il giudizio di Cassazione si estingue, non è più possibile impugnare la decisione del grado precedente (in questo caso, della Corte d’Appello). Di conseguenza, quella decisione diventa definitiva e vincolante per le parti.

Per quale motivo la Corte non ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese legali?
La Corte non ha disposto sulle spese perché la controparte (la creditrice) è rimasta ‘intimata’, cioè non si è costituita nel giudizio di Cassazione per difendersi. Mancando una parte attiva che ha sostenuto costi per la difesa in quella fase, non c’è luogo a una pronuncia sulle spese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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