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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce gli effetti della rinuncia al ricorso. A seguito della rinuncia presentata dall’appellante e accettata dalla controparte, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, disponendo la compensazione delle spese legali tra le parti.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso: Quando e Come si Estingue un Giudizio in Cassazione

La rinuncia al ricorso rappresenta uno strumento processuale fondamentale che consente alle parti di porre fine a una controversia legale in modo consensuale, anche quando si è giunti all’ultimo grado di giudizio. Con l’ordinanza n. 13224/2024, la Corte di Cassazione offre un chiaro esempio pratico di come questo istituto porti all’estinzione del giudizio, delineandone i presupposti e le conseguenze, in particolare per quanto riguarda le spese legali.

Il Contesto del Caso: Dal Ricorso alla Rinuncia

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato per la cassazione di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino. Un soggetto privato aveva impugnato la decisione di secondo grado, portando la controversia dinanzi alla Suprema Corte. Dall’altra parte, una società si era costituita in giudizio per difendersi, presentando un controricorso.

Tuttavia, prima che la Corte si riunisse per discutere il caso, si è verificato un evento decisivo: il ricorrente ha depositato una dichiarazione formale di rinuncia al ricorso. Tale atto non è rimasto unilaterale, poiché la società controricorrente ha, a sua volta, depositato un’accettazione della rinuncia. Questo accordo tra le parti ha cambiato radicalmente il corso del procedimento.

La Decisione della Corte sulla Rinuncia al Ricorso

Preso atto della volontà concorde delle parti di non proseguire la lite, la Corte di Cassazione ha agito di conseguenza. In applicazione delle norme procedurali, ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Questo significa che il processo si è concluso senza una decisione nel merito delle questioni sollevate nel ricorso. La Corte non ha valutato se i motivi di impugnazione fossero fondati o meno, ma si è limitata a registrare la fine della controversia per volontà delle parti.

Inoltre, la Corte ha stabilito la compensazione delle spese legali. In altre parole, ha deciso che ogni parte dovesse farsi carico dei costi sostenuti per i propri avvocati, senza alcuna condanna al rimborso a carico dell’una o dell’altra.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione alla base dell’ordinanza è diretta e si fonda su un presupposto chiaro: l’accordo tra le parti. La procedura civile, all’articolo 391, quarto comma, del codice, disciplina proprio l’ipotesi della rinuncia. Quando il ricorrente rinuncia e la controparte accetta, il processo si estingue.

La Corte non ha fatto altro che applicare questa norma, riconoscendo che la volontà comune delle parti è sovrana nel determinare la sorte del processo. La presenza di una rinuncia sottoscritta dal ricorrente e dal suo difensore, seguita da un’accettazione formale da parte del legale rappresentante della società e del suo avvocato, ha reso l’estinzione un atto dovuto.

La scelta di compensare le spese, spesso adottata in questi casi, riflette la natura consensuale della chiusura del procedimento, evitando di gravare ulteriormente sulle parti che hanno scelto di porre fine alla disputa.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza, pur nella sua semplicità, sottolinea un importante principio: le parti mantengono il controllo sul processo fino alla fine. La rinuncia al ricorso è uno strumento efficace per evitare i tempi, i costi e le incertezze di un giudizio di Cassazione, specialmente quando le parti raggiungono un accordo stragiudiziale o semplicemente riconsiderano l’opportunità di proseguire la lite.

Per gli operatori del diritto e per i cittadini, la lezione è chiara: la via del dialogo e dell’accordo è sempre percorribile. L’estinzione per rinuncia con compensazione delle spese rappresenta una soluzione efficiente che permette di chiudere definitivamente un contenzioso, liberando risorse sia per le parti che per il sistema giudiziario.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso per cassazione?
Se la parte che ha proposto il ricorso vi rinuncia e l’altra parte accetta formalmente tale rinuncia, il giudizio di cassazione viene dichiarato estinto, ponendo fine al processo senza una decisione sul merito.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per rinuncia?
Nel caso specifico esaminato dall’ordinanza, la Corte di Cassazione ha dichiarato la compensazione delle spese. Questo significa che ogni parte ha sostenuto i costi del proprio avvocato, senza che una dovesse rimborsare l’altra.

Perché la rinuncia al ricorso deve essere accettata dalla controparte?
Il provvedimento evidenzia che l’estinzione è stata dichiarata a seguito della rinuncia del ricorrente e della conseguente accettazione della controricorrente. L’accettazione è rilevante perché manifesta il consenso di entrambe le parti a concludere il procedimento, consolidando la decisione di estinzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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