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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio

Un’ordinanza della Corte di Cassazione analizza gli effetti della rinuncia al ricorso presentata congiuntamente dalle parti. Il caso, originato da un appello di un Comune contro una sentenza della Corte d’Appello, si conclude con la declaratoria di estinzione del giudizio. La Suprema Corte chiarisce che, in caso di rinuncia al ricorso, non si applica il raddoppio del contributo unificato, fornendo un’importante precisazione sulle conseguenze economiche di tale atto processuale.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso: la Cassazione chiarisce estinzione e costi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sugli effetti della rinuncia al ricorso nel processo civile. Quando le parti in causa decidono di porre fine a una controversia pendente davanti alla Suprema Corte, le conseguenze procedurali ed economiche sono precise. Il provvedimento in esame chiarisce che tale atto non solo determina l’estinzione del giudizio, ma evita anche il raddoppio del contributo unificato, un aspetto di notevole rilevanza pratica per i litiganti.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un contenzioso che vedeva contrapposti un Comune del Sud Italia e una cittadina. Il Comune aveva impugnato una sentenza della Corte d’Appello locale, depositando un ricorso in Cassazione basato su tre motivi principali:

1. Nullità della sentenza d’appello: Si contestava la composizione del collegio giudicante, a cui avrebbe partecipato un giudice ausiliario.
2. Violazione di legge: Si lamentava la mancata considerazione delle deduzioni del proprio consulente tecnico di parte (c.t.p.).
3. Errata statuizione sulle spese: Si riteneva ingiusto che il Comune fosse stato considerato l’unico soccombente in tutte le fasi del giudizio.

La controversia, tuttavia, non è arrivata a una decisione nel merito. Le parti costituite, infatti, hanno raggiunto un accordo e, con un atto congiunto, hanno formalizzato la rinuncia al ricorso e la relativa accettazione.

La Rinuncia al Ricorso e l’Estinzione del Giudizio

Di fronte all’accordo raggiunto tra le parti, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prenderne atto. La rinuncia al ricorso, quando accettata dalla controparte, produce un effetto processuale ben definito: l’estinzione del giudizio. Questo significa che il processo si chiude definitivamente senza che i giudici si pronuncino sulla fondatezza o meno dei motivi di impugnazione. L’iter legale si arresta e la sentenza impugnata diventa definitiva, se non già passata in giudicato.

La Corte ha applicato l’articolo 391 del Codice di procedura civile, che disciplina proprio l’estinzione del processo in seguito a rinuncia. Trattandosi di un atto congiunto, con l’adesione esplicita della controricorrente, non è stato necessario nemmeno procedere a una statuizione sulle spese legali, che si presumono regolate nell’accordo tra le parti.

Le Motivazioni

La parte più interessante della decisione riguarda le motivazioni sul contributo unificato. La Corte ha specificato che il contributo versato per l’instaurazione del ricorso non deve essere raddoppiato. La legge (art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115/2002) prevede, infatti, che la parte il cui ricorso è integralmente respinto, inammissibile o improcedibile sia tenuta a versare un ulteriore importo pari a quello del contributo unificato iniziale. Questa è una sorta di “sanzione” per aver promosso un’impugnazione infondata.

I giudici hanno chiarito che questa norma non si applica nei casi di estinzione del giudizio per rinuncia. La ratio è chiara: la rinuncia è un atto che favorisce l’economia processuale e la definizione concordata delle liti. Penalizzare la parte che rinuncia sarebbe contrario allo spirito della norma, che mira a scoraggiare le impugnazioni pretestuose, non a ostacolare gli accordi che pongono fine alle controversie.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: la rinuncia al ricorso è uno strumento efficace per chiudere un contenzioso in modo consensuale, con conseguenze procedurali ed economiche chiare. La decisione conferma che l’estinzione del giudizio per rinuncia non comporta l’applicazione della sanzione del raddoppio del contributo unificato. Questa precisazione offre una certezza importante per le parti e i loro legali, incentivando la ricerca di soluzioni transattive anche nella fase più avanzata del processo, con benefici evidenti per l’efficienza del sistema giudiziario.

Cosa succede quando le parti di un processo in Cassazione presentano una rinuncia congiunta al ricorso?
La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio. Il processo si conclude senza una decisione sul merito dei motivi di ricorso e la sentenza impugnata diventa definitiva.

Se si rinuncia al ricorso per Cassazione, si deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. L’ordinanza chiarisce che l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica in caso di estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso.

Quale norma regola l’estinzione del giudizio per rinuncia?
L’estinzione del giudizio per rinuncia è disciplinata dall’articolo 391 del Codice di procedura civile, il quale prevede che la Corte pronunci l’estinzione senza alcuna statuizione sulle spese quando vi è l’adesione della controparte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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