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Rinuncia al ricorso: costi e contributo unificato

Una società di servizi pubblici ha rinunciato al proprio ricorso in Cassazione. La Corte Suprema ha dichiarato estinto il giudizio, condannando la società rinunciante a pagare le spese legali al controricorrente. L’ordinanza chiarisce un punto fondamentale: in caso di rinuncia al ricorso, non è dovuto il versamento dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato, poiché tale misura si applica solo in casi tassativi come rigetto o inammissibilità dell’impugnazione.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al ricorso: Guida completa a Spese e Contributo Unificato

La rinuncia al ricorso è un istituto fondamentale del nostro ordinamento processuale che consente di porre fine a un giudizio di impugnazione. Ma quali sono le esatte conseguenze, specialmente per quanto riguarda le spese legali e il temuto “doppio contributo unificato”? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questi aspetti, offrendo chiarimenti preziosi per cittadini e professionisti. Analizziamo insieme la decisione per capire come orientarsi.

Il Contesto del Caso: Un Appello Interrotto

Una società che gestisce servizi pubblici aveva impugnato una sentenza del Tribunale di Genova, presentando ricorso per Cassazione contro una società di fornitura idrica e un condominio. Di fronte all’appello, solo il condominio decideva di costituirsi in giudizio, presentando un controricorso per difendere le proprie ragioni. Tuttavia, nel corso del procedimento, la società ricorrente faceva un passo indietro, depositando un’istanza di rinuncia al ricorso.

La Rinuncia al Ricorso e le Sue Conseguenze

Di fronte alla rinuncia, il condominio, pur prendendone atto, chiedeva che il giudizio venisse dichiarato estinto e che la ricorrente fosse condannata a rifondere le spese processuali sostenute per difendersi. La questione giungeva così all’attenzione della Suprema Corte, chiamata a decidere sull’esito del processo e sulla ripartizione dei costi.

Le motivazioni della Suprema Corte: Chi Paga in Caso di Rinuncia?

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta del condominio, applicando il principio sancito dall’articolo 391 del codice di procedura civile. Secondo tale norma, la parte che rinuncia deve rimborsare le spese alle altre parti, salvo diverso accordo. Nel caso specifico, essendo stata la società ricorrente a dare causa al giudizio e alle relative spese di difesa, è stata giustamente condannata a rifonderle al condominio controricorrente.

Le conclusioni: L’Importante Esclusione del Doppio Contributo Unificato

Il punto più significativo dell’ordinanza riguarda il contributo unificato. La legge (art. 13, comma 1 quater, del d.P.R. n. 115 del 2002) prevede che la parte che ha proposto un’impugnazione respinta, dichiarata inammissibile o improcedibile, debba versare un ulteriore importo pari a quello del contributo unificato già pagato. Questa è una misura con finalità sanzionatorie, volta a scoraggiare le impugnazioni infondate.

Tuttavia, la Corte ha ribadito un principio consolidato: questa norma è di stretta interpretazione e non può essere applicata per analogia. La rinuncia al ricorso non è inclusa nell’elenco tassativo dei casi previsti dalla legge (rigetto, inammissibilità, improcedibilità). Pertanto, la società ricorrente, pur dovendo pagare le spese legali alla controparte, non è stata condannata al versamento del doppio contributo. Questa decisione conferma che la rinuncia, pur determinando la fine del processo, non viene equiparata a un esito negativo nel merito e non fa scattare la sanzione pecuniaria aggiuntiva.

Se rinuncio a un ricorso in Cassazione, devo sempre pagare le spese legali della controparte?
Sì, di norma la parte che rinuncia al ricorso è tenuta a rimborsare le spese processuali alla controparte che si è costituita per difendersi, a meno che non vi sia un accordo diverso tra le parti.

La rinuncia al ricorso comporta il pagamento del cosiddetto ‘doppio contributo unificato’?
No. L’ordinanza chiarisce che il versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato è previsto solo in casi specifici come rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione. La rinuncia volontaria non rientra tra queste ipotesi.

Cosa succede al processo dopo che viene depositata un’istanza di rinuncia?
Una volta depositata la rinuncia e ottenuta l’accettazione della controparte costituita (se necessaria), la Corte dichiara l’estinzione del giudizio. Questo significa che il processo si conclude senza una decisione sul merito della questione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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