LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rinuncia al ricorso: come si estingue il processo

Una società fallita, dopo aver impugnato un decreto del Tribunale, ha presentato rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, verificata la conformità della rinuncia ai requisiti di legge, ha dichiarato l’estinzione del processo, senza disporre sulle spese a causa della mancata costituzione della controparte.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 agosto 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso: Quando e Come Porta all’Estinzione del Giudizio

La rinuncia al ricorso è un istituto fondamentale del diritto processuale civile che consente alla parte che ha promosso un’impugnazione di porre fine al giudizio. Questa scelta, tuttavia, deve rispettare precisi requisiti formali per essere efficace. Un recente decreto della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze di tale atto, in particolare l’estinzione del processo e le decisioni in materia di spese legali.

I Fatti di Causa

Il caso in esame trae origine dal ricorso presentato da una società fallita e altri soggetti avverso un decreto emesso da un Tribunale di primo grado. Dopo aver avviato il giudizio in Cassazione, la stessa parte ricorrente ha manifestato la volontà di non proseguire, depositando un atto formale di rinuncia al ricorso.

La Decisione della Corte e gli Effetti della rinuncia al ricorso

La Corte di Cassazione, esaminato l’atto di rinuncia, ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Questa decisione si fonda sulla verifica che la rinuncia possedeva tutti i requisiti di validità richiesti dagli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile. La Corte, inoltre, non ha emesso alcuna statuizione sulle spese processuali. Tale scelta è stata motivata dall’assenza di attività difensiva da parte dell’intimato, il quale non si era costituito in giudizio. In sostanza, non essendoci una controparte che ha sostenuto costi per difendersi, non vi era luogo a provvedere su una eventuale condanna alle spese.

Le Motivazioni

Le motivazioni alla base del decreto sono prettamente di carattere processuale. La Corte ha applicato direttamente l’articolo 391 del Codice di Procedura Civile, il quale, nella sua versione aggiornata a seguito delle riforme, prevede che l’estinzione del processo per rinuncia possa essere dichiarata con decreto presidenziale. Questa procedura semplificata è possibile quando, come nel caso di specie, la rinuncia è formalmente corretta e non sorgono questioni complesse da risolvere in udienza. La Corte ha semplicemente preso atto della volontà del ricorrente di abbandonare l’impugnazione, verificando che tale volontà fosse stata espressa nelle forme previste dalla legge. La decisione di non pronunciarsi sulle spese deriva dal principio secondo cui la condanna alle spese presuppone una soccombenza virtuale e, soprattutto, l’effettivo sostenimento di costi difensivi da parte della controparte vittoriosa. In assenza di una difesa costituita, non vi è materia su cui decidere.

Conclusioni

La pronuncia in esame conferma un principio cardine della procedura civile: la parte che promuove un giudizio ha il potere di rinunciarvi. Affinché la rinuncia al ricorso sia efficace, deve essere formalizzata secondo le regole procedurali. L’effetto principale è l’estinzione del giudizio, che chiude definitivamente la controversia a quel livello di giurisdizione. Dal punto di vista pratico, questo decreto sottolinea come la gestione delle spese processuali sia strettamente legata all’attività difensiva delle parti: se la parte intimata non si costituisce e non svolge attività difensiva, il ricorrente che rinuncia non subirà, di norma, la condanna al pagamento delle spese legali.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Se la rinuncia è formalmente valida, la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio, ponendo fine al processo in quella sede.

Quali sono i requisiti perché la rinuncia sia valida?
La rinuncia deve rispettare i requisiti formali richiesti dagli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile, che ne disciplinano le modalità di presentazione e notifica.

Chi paga le spese processuali in caso di rinuncia al ricorso?
Generalmente, il rinunciante è tenuto a rimborsare le spese alla controparte. Tuttavia, come specificato nel decreto, se la parte intimata non ha svolto attività difensiva (non si è costituita in giudizio), la Corte può non emettere alcuna statuizione sulle spese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati