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Rinuncia al ricorso: come si estingue il giudizio

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti, formalmente accettata dalla controparte. La decisione si fonda sulla verifica dei requisiti previsti dagli articoli 390 e 391 del codice di procedura civile, che disciplinano tale istituto processuale, senza disporre sulle spese del giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 24 agosto 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso: Guida alla Estinzione del Giudizio in Cassazione

La rinuncia al ricorso rappresenta un istituto fondamentale nel diritto processuale civile, consentendo alle parti di porre fine a una controversia in modo consensuale, anche nella fase più alta del giudizio, quella davanti alla Corte di Cassazione. Un recente decreto della Suprema Corte offre lo spunto per analizzare come funziona questo meccanismo e quali sono le sue conseguenze pratiche, in particolare l’estinzione del giudizio.

I Fatti del Caso: Una Decisione Concorde tra le Parti

La vicenda processuale analizzata nasce da un ricorso per la cassazione di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello. Tuttavia, prima che la Suprema Corte potesse entrare nel merito della questione, le parti ricorrenti hanno deciso di fare un passo indietro, depositando un atto formale di rinuncia al ricorso.

Questo atto non è rimasto unilaterale. La controparte, costituitasi nel giudizio come controricorrente, ha infatti accettato la rinuncia. Questo consenso reciproco è un elemento chiave che spiana la strada verso la conclusione anticipata del processo.

La Decisione della Corte di Cassazione

A seguito del deposito dell’atto di rinuncia e della relativa accettazione, la cancelleria della Corte ne ha dato comunicazione a tutti i difensori costituiti. Verificata la regolarità della procedura, il Presidente titolare della sezione, con un decreto, ha dichiarato l’estinzione del giudizio. La Corte ha inoltre specificato che non vi era luogo a provvedere sulle spese legali relative alla fase di cassazione, conformemente a quanto previsto dalla legge.

Le Motivazioni: Requisiti e Conseguenze della Rinuncia al Ricorso

La decisione del Presidente si fonda su una precisa base normativa, delineata dagli articoli 390 e 391 del codice di procedura civile. La Corte ha innanzitutto verificato la presenza dei requisiti essenziali:

1. Atto di Rinuncia: La parte ricorrente ha depositato un atto formale, manifestando in modo inequivocabile la volontà di abbandonare l’impugnazione.
2. Accettazione: La controparte ha accettato tale rinuncia. L’accettazione è cruciale perché assicura che entrambe le parti concordino sulla fine della lite, evitando che una parte possa subire pregiudizi dalla chiusura del processo.
3. Comunicazione: La cancelleria ha correttamente informato i difensori, garantendo il rispetto del contraddittorio anche in questa fase finale.

L’articolo 391 c.p.c., come modificato nel tempo, consente di dichiarare l’estinzione con un decreto presidenziale, una procedura più snella rispetto alla sentenza. Questo è possibile proprio perché la rinuncia accettata elimina la materia del contendere, rendendo superfluo un esame approfondito del merito.

Riguardo alle spese, la motivazione si basa sul quarto comma dell’art. 391 c.p.c., il quale stabilisce che in caso di rinuncia accettata, non si procede a una condanna alle spese. Si presume infatti un accordo implicito tra le parti anche su questo aspetto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La dichiarazione di estinzione del giudizio tramite decreto presidenziale per rinuncia al ricorso ha conseguenze molto chiare e definitive. Innanzitutto, il processo di cassazione si chiude immediatamente. Di conseguenza, la sentenza impugnata, quella della Corte d’Appello, diventa definitiva e non più contestabile.

Per le parti, questo istituto offre un modo efficiente per concludere una lite, risparmiando tempo e risorse che sarebbero state impiegate per attendere la decisione finale della Corte. La previsione normativa sulla mancata pronuncia sulle spese incentiva ulteriormente la ricerca di accordi transattivi che portino alla rinuncia, consolidando la funzione deflattiva del contenzioso di questo strumento processuale.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Se la rinuncia viene accettata dalla controparte e sono rispettati i requisiti formali, il giudizio viene dichiarato estinto. Questo significa che il processo si conclude senza una decisione sul merito e la sentenza precedentemente impugnata diventa definitiva.

È sempre necessaria l’accettazione della controparte per rendere efficace la rinuncia?
Sì, come evidenziato nel decreto, l’accettazione da parte del controricorrente è un requisito fondamentale affinché la Corte possa dichiarare l’estinzione del giudizio ai sensi degli articoli 390 e 391 del codice di procedura civile.

Chi paga le spese del giudizio di Cassazione in caso di rinuncia al ricorso?
In base all’art. 391, quarto comma, del codice di procedura civile, quando la rinuncia viene accettata, la Corte non provvede alla liquidazione delle spese del giudizio di cassazione. Si presume che le parti abbiano trovato un accordo anche su questo punto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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