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Rinuncia al ricorso: come si estingue il giudizio

Un cittadino aveva richiesto alla Corte di Cassazione la correzione di un errore materiale in una precedente sentenza. Tuttavia, prima della decisione, lo stesso cittadino ha presentato una formale rinuncia al ricorso. La Corte, prendendo atto della rinuncia rituale, ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Non è stata emessa alcuna statuizione sulle spese legali, poiché le controparti non avevano svolto attività difensiva nel procedimento.

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Pubblicato il 19 luglio 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso: Quando un Processo si Estingue Prima della Decisione

Nel complesso mondo del diritto processuale, esistono meccanismi che possono porre fine a una controversia prima ancora che il giudice si esprima sul merito. Uno di questi è la rinuncia al ricorso, un atto che, se compiuto correttamente, determina l’estinzione del giudizio. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio pratico di come questo istituto funzioni, in un caso relativo a una richiesta di correzione di errore materiale.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Correzione e il Ripensamento

La vicenda ha origine da un ricorso presentato da un cittadino per ottenere la correzione di un presunto “contrasto tra dispositivo e motivazione” in una precedente sentenza della Corte di Cassazione. La richiesta era stata avanzata nei confronti di una Curatela Fallimentare e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Tuttavia, in una fase successiva e in prossimità della camera di consiglio fissata per la decisione, è avvenuto un colpo di scena procedurale: lo stesso ricorrente, assistito dai suoi legali, ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso per correzione di errore materiale.

La Decisione della Corte sulla Rinuncia al Ricorso

Di fronte a questo atto, la Corte di Cassazione non è entrata nel merito della richiesta di correzione. Non ha valutato se l’errore materiale esistesse o meno. Al contrario, ha preso atto della volontà espressa dal ricorrente e ha agito di conseguenza.

I giudici hanno constatato che la rinuncia era stata presentata in modo “rituale”, ovvero nel rispetto delle forme previste dalla legge. Di conseguenza, hanno dichiarato l’estinzione del giudizio, ponendo fine alla procedura in modo definitivo. Un altro punto rilevante è stata la decisione sulle spese legali: poiché le parti intimate (la Curatela e la Presidenza del Consiglio) non avevano svolto alcuna attività difensiva in questa specifica fase, la Corte non ha emesso alcuna pronuncia sulla regolamentazione delle spese.

Le Motivazioni

La decisione della Corte si fonda su una precisa applicazione delle norme del Codice di Procedura Civile. La base giuridica per la declaratoria di estinzione è l’articolo 390 c.p.c., che disciplina appunto la rinuncia al ricorso in Cassazione. Quando una parte rinuncia validamente, l’effetto automatico previsto dalla legge è l’estinzione del processo.

L’originaria istanza di correzione era stata proposta ai sensi dell’art. 391-bis c.p.c., che prevede una procedura semplificata per emendare gli errori materiali senza intaccare la sostanza della decisione. Tuttavia, la volontà del ricorrente di non proseguire ha prevalso, rendendo superfluo qualsiasi esame nel merito. Il Collegio ha semplicemente certificato che i presupposti per l’estinzione erano stati soddisfatti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza, pur nella sua brevità, offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, conferma che la volontà della parte è sovrana nel decidere se proseguire o meno un’azione legale intrapresa. La rinuncia al ricorso è uno strumento a disposizione del litigante che, per ragioni strategiche o per un ripensamento, può decidere di porre fine al giudizio. In secondo luogo, evidenzia come l’estinzione del giudizio sia una modalità di chiusura del processo che prescinde da una valutazione di torto o ragione. Il giudice si limita a prendere atto di un evento processuale (la rinuncia) che impedisce la prosecuzione della causa, chiudendo il sipario sulla controversia senza un vincitore né un vinto.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso per correzione di errore materiale?
Se la rinuncia viene presentata nelle forme previste dalla legge (rinuncia rituale), il giudizio si estingue. La corte non esamina più la richiesta di correzione, ma si limita a dichiarare la fine del procedimento.

Perché il giudizio è stato dichiarato estinto in questo caso specifico?
Il giudizio è stato dichiarato estinto perché il ricorrente, ovvero la parte che aveva avviato il procedimento per la correzione, ha depositato un atto di rinuncia formale prima che la Corte si pronunciasse, come previsto dall’art. 390 del Codice di Procedura Civile.

Perché la Corte non ha deciso sulle spese legali?
La Corte non ha emesso alcuna statuizione sulle spese perché le parti intimate (le controparti nel giudizio) non avevano svolto alcuna attività difensiva in questa specifica procedura. In assenza di una difesa attiva, non vi erano spese da regolare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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