La Rinuncia al Ricorso: Una Guida Pratica all’Estinzione del Giudizio
Nel complesso mondo del diritto processuale, la rinuncia al ricorso rappresenta uno strumento fondamentale che consente di porre fine a una controversia in modo consensuale e definitivo. Questa scelta strategica può portare all’estinzione del giudizio, evitando i tempi e i costi di un’ulteriore fase processuale. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come questo istituto funzioni nella pratica, illustrando il percorso che porta dalla presentazione del ricorso alla sua chiusura anticipata.
I Fatti del Caso
La vicenda giudiziaria trae origine da un’azione esecutiva, precisamente un pignoramento presso terzi, avviata da due privati cittadini nei confronti di una grande società di servizi. La società si era opposta a tale pignoramento, ottenendo una sentenza favorevole in primo grado. I due cittadini avevano impugnato la decisione davanti alla Corte d’Appello, ma anche in questo caso il loro appello era stato respinto.
Non arrendendosi, i due avevano deciso di portare la questione fino all’ultimo grado di giudizio, proponendo ricorso per cassazione. Tuttavia, prima che la Corte si riunisse per decidere, i ricorrenti hanno compiuto un passo decisivo: hanno depositato una formale dichiarazione di rinuncia al ricorso.
La Procedura di Rinuncia al Ricorso in Cassazione
La dichiarazione di rinuncia è stata regolarmente notificata alla società di servizi, la quale, a sua volta, ha formalmente accettato. È importante sottolineare che l’accettazione includeva anche un accordo sulla gestione delle spese legali: le parti hanno concordato per un’integrale compensazione, significando che ognuna avrebbe sostenuto i propri costi legali senza pretendere rimborsi dall’altra.
A fronte di questi atti, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prendere atto della volontà concorde delle parti di porre fine alla lite.
Le Motivazioni della Decisione
La decisione della Corte si fonda sull’applicazione diretta dell’articolo 390 del Codice di Procedura Civile, che disciplina appunto la rinuncia al ricorso. La norma stabilisce che la parte può rinunciare al ricorso finché non sia cominciata la relazione all’udienza o la discussione. La rinuncia, una volta notificata alle parti costituite e accettata, produce l’effetto di estinguere il processo.
Nel caso specifico, tutti i requisiti di legge sono stati rispettati:
1. Deposito formale: I ricorrenti hanno depositato in cancelleria una dichiarazione scritta di rinuncia.
2. Comunicazione: La dichiarazione è stata regolarmente comunicata alla controparte.
3. Accettazione: La controparte ha accettato la rinuncia, inclusa la clausola sulla compensazione delle spese.
La Corte, pertanto, non è entrata nel merito della questione. Il suo ruolo è stato quello di verificare la correttezza procedurale della rinuncia e della sua accettazione per poi dichiarare formalmente l’estinzione del giudizio. La compensazione delle spese, essendo frutto di un accordo tra le parti, è stata semplicemente ratificata dalla Corte.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia al Ricorso
Questa ordinanza evidenzia l’importanza della rinuncia al ricorso come strumento deflattivo del contenzioso. Le parti, raggiunto un accordo o semplicemente riconsiderata l’opportunità di proseguire una lite lunga e costosa, possono decidere di porvi fine consensualmente. I vantaggi sono evidenti: risparmio di tempo, certezza dei costi (soprattutto se si raggiunge un accordo sulla loro compensazione) e la fine immediata dell’incertezza legata all’esito del giudizio. Per gli avvocati e le parti, valutare l’opzione della rinuncia è un passaggio cruciale nella gestione strategica di un contenzioso, specialmente quando le probabilità di successo appaiono incerte o quando i costi per proseguire superano i potenziali benefici.
Cosa succede quando una parte presenta una rinuncia al ricorso?
La presentazione di una rinuncia al ricorso, se accettata dalla controparte, determina l’estinzione del giudizio. Ciò significa che il processo si conclude senza una decisione nel merito da parte del giudice.
Perché la controparte deve accettare la rinuncia?
L’accettazione della controparte è fondamentale, soprattutto per definire la questione delle spese legali. Come nel caso analizzato, l’accettazione può essere subordinata a un accordo sulla compensazione delle spese, evitando che il rinunciante venga condannato a pagarle.
Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per rinuncia?
Generalmente, il rinunciante dovrebbe pagare le spese, ma le parti possono accordarsi diversamente. Nel caso di specie, le parti hanno concordato per l’integrale compensazione, e la Corte ha ratificato tale accordo, stabilendo che ogni parte sostenesse i propri costi.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 27191 Anno 2024
ORDINANZA
sul ricorso N. 15542/2022 R.G. proposto da:
COGNOME e COGNOME ENZA, domiciliati in Roma, INDIRIZZO presso la cancelleria della Corte di cassazione, rappresentati e difesi da sé stessi ex art. 86 c.p.c., domicilio digitale: ; EMAIL
– ricorrente –
contro
RAGIONE_SOCIALE in persona del legale rappresentante pro tempore , elettivamente domiciliata in Roma, INDIRIZZO presso lo studio de ll’ avv. NOME COGNOME che la rappresenta e difende come da procura allegata al controricorso, domicilio digitale:
– controricorrente –
avverso la sentenza del la Corte d’appello di Roma recante il n. 2249/2022 e
pubblicata in data 5.4.2022;
N. 15542/22 R.G.
udita la relazione della causa svolta nella adunanza camerale del 12.6.2024 dal Consigliere relatore dr. NOME COGNOME
Considerato che:
–NOME ed NOME COGNOME hanno proposto ricorso per cassazione -sulla scorta di sei motivi – avverso la sentenza in epigrafe, con cui era stato rigettato l’appello dagli stessi proposto avverso la sentenza di primo grado, che aveva a sua volta accolto l’opposizione di RAGIONE_SOCIALE ex art. 615, comma 2, c.p.c., in relazione ad un pignoramento presso terzi da loro avviato dinanzi al Tribunale di Tivoli;
-ha resistito con controricorso RAGIONE_SOCIALE
-il ricorso è stato assegnato alla trattazione per l’adunanza camerale ;
-prima dell’odierna adunanza camerale, i ricorrenti hanno depositato in cancelleria dichiarazione di rinuncia al ricorso ex art. 390 c.p.c., regolarmente comunicata alla parte costituita , che l’ha accettata, anche in relazione alla integrale compensazione delle spese;
-il giudizio di cassazione va pertanto dichiarato estinto per rinunzia, con integrale compensazione delle spese del giudizio di legittimità;
-il Collegio ha riservato il deposito nei sessanta giorni successivi;
p. q. m.
la Corte dichiara estinto il giudizio e compensa le spese del giudizio di legittimità. Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della Corte di cassazione, il giorno