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Rinuncia al ricorso: come estingue il giudizio

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione di un giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti principali. A tale rinuncia hanno aderito sia la parte controricorrente che la ricorrente incidentale, che ha a sua volta rinunciato al proprio gravame. La decisione si fonda sull’applicazione delle norme del codice di procedura civile che regolano la rinuncia e la conseguente estinzione del processo, senza pronuncia sulle spese.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso: Guida Pratica all’Estinzione del Giudizio di Cassazione

L’istituto della rinuncia al ricorso rappresenta un momento cruciale nel processo civile, segnando la volontà di una parte di non proseguire con l’impugnazione. Questa decisione ha conseguenze definitive, come l’estinzione del giudizio, chiudendo di fatto la controversia in quella specifica sede. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio pratico di come questo meccanismo funzioni e quali siano i suoi effetti diretti sul procedimento e sulle parti coinvolte.

I Fatti del Caso: Un Percorso Processuale Interrotto

La vicenda processuale ha origine da un ricorso per cassazione proposto da due privati cittadini avverso una sentenza della Corte d’Appello. A tale iniziativa si era opposta una società di cartolarizzazione, costituendosi come controricorrente. Nel medesimo procedimento, era stato presentato anche un ricorso incidentale da parte di una terza interessata, che a sua volta contestava la decisione di secondo grado.

Tuttavia, prima che la Corte potesse entrare nel merito delle questioni sollevate, i ricorrenti principali hanno depositato un atto formale di rinuncia al ricorso. Questo atto ha cambiato radicalmente il corso del giudizio.

La Decisione della Corte di Cassazione

Preso atto della rinuncia, la Corte di Cassazione ha osservato che a tale decisione aveva aderito non solo la società controricorrente, ma anche la ricorrente incidentale. Quest’ultima, in modo esplicito, ha dichiarato di rinunciare a sua volta al proprio ricorso incidentale. Di fronte a questa concorde volontà delle parti di porre fine al contenzioso, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio di cassazione. Inoltre, ha stabilito di non procedere a una pronuncia sulle spese processuali, applicando una specifica disposizione del codice di rito.

Analisi della Rinuncia al Ricorso e le sue Conseguenze

L’ordinanza in esame è emblematica perché illustra in modo chiaro e lineare la disciplina della rinuncia al ricorso e i suoi effetti, regolati dagli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile.

I Requisiti della Rinuncia Rituale

Perché sia efficace, la rinuncia deve essere ‘rituale’, ovvero deve rispettare i requisiti di forma previsti dall’art. 390 c.p.c. Deve essere un atto formale, sottoscritto dalla parte o dal suo avvocato munito di mandato speciale, e deve essere notificato alle altre parti costituite o comunicato agli avvocati delle stesse. Nel caso di specie, la Corte ha verificato la conformità della rinuncia a tali requisiti.

L’Estinzione del Giudizio come Effetto Automatico

L’effetto principale della rinuncia è l’estinzione del giudizio, come previsto dall’art. 391, comma 1, c.p.c. Una volta che la rinuncia è formalizzata e, se necessario, accettata dalle altre parti, il processo si chiude senza che i giudici si pronuncino sul merito delle questioni. È importante notare che anche il ricorso incidentale è venuto meno, in quanto la parte che lo aveva proposto ha espressamente aderito alla rinuncia principale.

La Disciplina delle Spese Legali

Un aspetto di grande interesse pratico riguarda le spese legali. L’art. 391, comma 4, c.p.c. stabilisce che il rinunciante deve rimborsare le spese alle altre parti, salvo diverso accordo. Tuttavia, la Corte in questo caso ha ritenuto di non dover emettere alcuna pronuncia sulle spese. Questo suggerisce che, data l’adesione di tutte le parti alla rinuncia, potrebbe esserci stato un accordo extragiudiziale o che la Corte abbia semplicemente applicato il principio secondo cui la dichiarazione di estinzione per rinuncia accettata non richiede una statuizione sulle spese, che restano a carico di chi le ha sostenute.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha fondato la propria decisione su una semplice constatazione fattuale e sulla diretta applicazione delle norme processuali. Il cuore della motivazione risiede nel recepimento dell’atto di rinuncia al ricorso principale depositato dai ricorrenti. La Corte ha verificato che tale atto fosse stato regolarmente formalizzato e che avesse ricevuto l’adesione delle altre parti processuali, inclusa la ricorrente incidentale, la quale ha a sua volta rinunciato al proprio gravame. Trattandosi di una rinuncia ‘rituale’ ai sensi dell’art. 390 c.p.c., la conseguenza non poteva che essere l’estinzione del giudizio di legittimità, come imperativamente previsto dall’art. 391, comma 1, c.p.c. La mancata pronuncia sulle spese è motivata dall’applicazione del quarto comma dello stesso articolo, che in caso di rinuncia accettata lascia la regolamentazione delle spese all’accordo tra le parti.

le conclusioni

L’ordinanza conferma che la rinuncia al ricorso è uno strumento processuale efficace per concludere una controversia in modo definitivo. Per le parti, rappresenta una scelta strategica che può derivare da una rivalutazione delle probabilità di successo, dal raggiungimento di un accordo transattivo o da altre considerazioni di opportunità. La decisione evidenzia l’importanza di formalizzare correttamente la rinuncia e di ottenere l’adesione delle altre parti per evitare contestazioni e per definire chiaramente anche il profilo delle spese legali. Per gli avvocati, questo caso ribadisce la necessità di gestire con attenzione la fase conclusiva del giudizio, assicurandosi che la volontà del cliente di porre fine alla lite sia tradotta in atti processuali conformi alla legge, garantendo così un’uscita ‘pulita’ dal contenzioso.

Cosa accade se una parte rinuncia al proprio ricorso in Cassazione?
La rinuncia formale al ricorso, se accettata dalle altre parti, determina l’estinzione del giudizio. Ciò significa che il processo si conclude senza una decisione nel merito da parte della Corte.

La rinuncia di chi ha proposto il ricorso principale ha effetti anche sul ricorso incidentale?
Sì, soprattutto se, come nel caso di specie, la parte che ha proposto il ricorso incidentale aderisce alla rinuncia e rinuncia espressamente anche al proprio gravame. L’intero giudizio viene così estinto.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per rinuncia?
In base all’art. 391, comma 4, c.p.c., di norma il rinunciante paga le spese. Tuttavia, se vi è accordo tra le parti o in casi come quello descritto, dove tutte le parti aderiscono, la Corte può non emettere alcuna pronuncia sulle spese, lasciando che ogni parte sostenga i propri costi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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