LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rinuncia al ricorso: chi paga le spese legali?

Una società, dopo aver presentato ricorso in Cassazione, decideva di rinunciarvi. La controparte, tuttavia, non accettava la rinuncia. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato estinto il giudizio a seguito della rinuncia al ricorso, ma ha condannato la società rinunciante al pagamento delle spese legali proprio a causa della mancata accettazione da parte degli avversari processuali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Rinuncia al Ricorso: Conseguenze sulle Spese Legali in Assenza di Accettazione

Nel processo civile, la rinuncia al ricorso è un atto che pone fine a un contenzioso, ma le sue conseguenze, specialmente in termini di spese legali, non sono sempre scontate. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: se la controparte non accetta la rinuncia, il rinunciante è tenuto a sostenere i costi del giudizio. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società di servizi idrici aveva impugnato una sentenza del Tribunale di primo grado, presentando ricorso presso la Corte di Cassazione. Due cittadini, controparti nel giudizio, si erano costituiti presentando un controricorso per difendere le proprie ragioni.

Tuttavia, prima che la Corte fissasse l’udienza per la discussione, la società ricorrente depositava un atto di rinuncia al ricorso, dichiarando di non avere più interesse alla prosecuzione della causa. A questo punto, si è verificato un passaggio cruciale: le parti controricorrenti non hanno aderito a tale atto, ovvero non hanno accettato la rinuncia.

La Rinuncia al Ricorso e la Disciplina delle Spese

Il Codice di Procedura Civile, all’articolo 390, prevede che la parte possa rinunciare al ricorso. L’effetto principale di tale atto è l’estinzione del processo. Tuttavia, la gestione delle spese legali segue una regola precisa, delineata dall’articolo 391 c.p.c.

La questione centrale del caso in esame è proprio questa: cosa accade quando la rinuncia non viene accettata dalla controparte? La mancata accettazione non impedisce l’estinzione del giudizio, ma ha un impatto diretto sulla condanna alle spese. In assenza di un accordo tra le parti (che si manifesta con l’accettazione), la legge presume una “soccombenza virtuale” del rinunciante, ponendo a suo carico le spese sostenute dalla controparte fino a quel momento.

Le Motivazioni della Decisione della Corte

La Corte di Cassazione, applicando rigorosamente la normativa, ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Constatando però la mancata accettazione della rinuncia da parte dei controricorrenti, ha proceduto alla condanna della società ricorrente al pagamento delle spese processuali.

La motivazione è chiara: la rinuncia al ricorso, senza l’accettazione delle altre parti, equivale a un’implicita ammissione della probabile infondatezza delle proprie ragioni. La controparte, che ha dovuto sostenere costi per difendersi da un’impugnazione poi abbandonata, ha diritto al rimborso di tali spese. La Corte ha quindi liquidato un importo complessivo, specificando la quota per onorari e quella per spese generali, disponendone la distrazione in favore del difensore dei controricorrenti, che si era dichiarato antistatario.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura civile: la decisione di abbandonare un’impugnazione non è priva di conseguenze economiche. Chi intraprende un’azione legale e poi vi rinuncia deve essere consapevole che, in mancanza di un accordo con la controparte, sarà tenuto a farsi carico delle spese legali. La rinuncia al ricorso estingue sì il processo, ma non cancella l’obbligo di rifondere i costi a chi si è legittimamente difeso. Per le parti, ciò significa che è sempre opportuno cercare un accordo sulla rinuncia che includa anche la regolamentazione delle spese, per evitare una condanna automatica da parte del giudice.

Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso per cassazione?
Il giudizio viene dichiarato estinto, ovvero si conclude senza una decisione sul merito della questione.

La parte che rinuncia al ricorso deve sempre pagare le spese legali?
No, è tenuta al pagamento delle spese solo se le altre parti del processo non accettano la sua rinuncia. Se la rinuncia è accettata, di solito le spese vengono compensate, salvo diverso accordo tra le parti.

In questo caso specifico, perché la Corte ha condannato la società ricorrente alle spese?
La Corte ha condannato la società perché, pur avendo rinunciato al ricorso, le controparti non hanno accettato formalmente tale rinuncia. Questa mancata accettazione fa scattare l’obbligo per il rinunciante di pagare le spese del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati