LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rimborso iscrizione albo: no per il biologo SSN

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13653/2025, ha negato il diritto al rimborso dell’iscrizione all’albo a una biologa dipendente del Servizio Sanitario Nazionale in regime di esclusività. A differenza di altre professioni, come quella forense, la possibilità per il biologo di svolgere attività libero-professionale ‘intra moenia’ rende l’iscrizione un vantaggio anche per il singolo professionista, non solo per il datore di lavoro pubblico. Di conseguenza, il costo non deve essere necessariamente sostenuto dall’ente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Rimborso Iscrizione Albo: La Cassazione Nega il Diritto al Biologo del SSN

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio in materia di rimborso iscrizione albo per i professionisti sanitari dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). La Suprema Corte ha negato tale diritto a una biologa che lavorava in regime di esclusività per un’azienda sanitaria, chiarendo che la possibilità di svolgere attività libero-professionale intra moenia sposta l’onere della spesa sul professionista. Analizziamo insieme la vicenda e le motivazioni di questa decisione.

I Fatti di Causa

Una biologa, assunta a tempo indeterminato e in regime di esclusività da un’Azienda Sanitaria Locale, aveva chiesto e ottenuto nei primi due gradi di giudizio il rimborso delle spese sostenute per l’iscrizione alla sezione speciale dell’albo dei biologi. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano accolto la sua domanda, ritenendo che, poiché l’iscrizione era una condizione indispensabile per svolgere la propria attività lavorativa alle dipendenze esclusive dell’ente pubblico, il relativo costo dovesse gravare sul datore di lavoro.

L’azienda sanitaria, non condividendo tale interpretazione, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che l’iscrizione all’albo professionale è un requisito che preesiste all’instaurazione del rapporto di lavoro e che, pertanto, la spesa non può essere addebitata all’ente.

La questione del rimborso iscrizione albo per i dipendenti pubblici

La questione centrale ruota attorno a una domanda precisa: l’obbligo di iscrizione a un albo professionale, per un dipendente pubblico in regime di esclusività, è un costo che serve unicamente l’interesse del datore di lavoro? La risposta a questa domanda determina a chi spetti sostenere la spesa.

La Corte di Cassazione ha affrontato il tema operando una distinzione cruciale rispetto ad altri casi simili, come quello degli avvocati dipendenti di enti pubblici. Per questi ultimi, la giurisprudenza ha riconosciuto il diritto al rimborso, poiché l’iscrizione all’elenco speciale annesso all’albo serve esclusivamente a svolgere l’attività per l’ente, essendo loro preclusa in modo assoluto la libera professione a favore di terzi. L’interesse, in quel caso, è unicamente datoriale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’azienda sanitaria, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. La motivazione si fonda su un’analisi approfondita della normativa che regola la professione di biologo all’interno del SSN.

A differenza degli avvocati pubblici, ai dirigenti biologi, anche se in regime di esclusività, è consentito svolgere attività libero-professionale, la cosiddetta attività intra moenia. Questa possibilità è prevista sia da fonti primarie (come l’art. 15-quinquies del D.Lgs. 502/1992) sia dalla contrattazione collettiva di settore. Tale attività, sebbene soggetta a limiti e condizioni (ad esempio, non deve superare in volume l’attività istituzionale), rappresenta un’opportunità di guadagno aggiuntiva per il professionista.

Di conseguenza, l’iscrizione all’albo non è funzionale solo all’interesse del datore di lavoro pubblico, ma anche all’interesse individuale del dirigente, che grazie a essa può legittimamente esercitare la professione privatamente, seppur nei limiti dell’ intra moenia. Poiché l’utilità derivante dall’iscrizione è duplice, non si può pretendere che il costo gravi interamente sull’ente pubblico.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha concluso che ai biologi dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, anche se in regime di esclusività, non spetta il rimborso delle spese per l’iscrizione all’albo professionale. L’iscrizione, essendo presupposto anche per l’esercizio dell’attività intra moenia, è funzionale non solo all’interesse datoriale ma anche a quello individuale del professionista. La sentenza impugnata è stata quindi cassata e la domanda originaria della biologa è stata rigettata. Questa decisione chiarisce un aspetto importante per tutti i professionisti sanitari del SSN, legando il diritto al rimborso all’esistenza o meno di un divieto assoluto di esercitare la libera professione.

Un biologo dipendente del Servizio Sanitario Nazionale in regime di esclusività ha diritto al rimborso delle spese di iscrizione all’albo?
No, secondo la Corte di Cassazione, il biologo dipendente del SSN non ha diritto al rimborso, perché l’iscrizione all’albo è funzionale non solo allo svolgimento del lavoro per l’ente, ma anche alla possibilità di esercitare la libera professione in regime di ‘intra moenia’.

Qual è la differenza fondamentale tra il caso del biologo e quello dell’avvocato dipendente pubblico ai fini del rimborso?
La differenza fondamentale è che all’avvocato dipendente pubblico è vietato in modo assoluto l’esercizio della professione a favore di terzi, quindi la sua iscrizione all’elenco speciale serve unicamente l’interesse del datore di lavoro. Al biologo, invece, è consentita l’attività ‘intra moenia’, per cui l’iscrizione serve anche un suo interesse personale.

In che modo l’attività ‘intra moenia’ influisce sulla decisione della Corte?
L’attività ‘intra moenia’ è decisiva perché dimostra che l’iscrizione all’albo professionale non è un obbligo sostenuto nell’esclusivo interesse del datore di lavoro pubblico. Poiché il professionista può trarre un vantaggio economico personale da tale attività, consentita proprio grazie all’iscrizione, è giusto che sia lui a sostenerne il costo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati