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Rimborso iscrizione albo: no per biologi pubblici

La Corte di Cassazione ha stabilito che un’Azienda Sanitaria Locale non è tenuta a rimborsare le spese di iscrizione all’albo professionale a una propria dirigente biologa, anche se operante in regime di esclusività. Secondo la Corte, l’iscrizione è un requisito essenziale per l’esercizio della professione in sé, e non una spesa sostenuta nel solo interesse del datore di lavoro pubblico. La sentenza ribalta le decisioni dei gradi di merito che avevano invece concesso il rimborso.

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Pubblicato il 22 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Rimborso Iscrizione Albo: La Cassazione Nega il Diritto ai Biologi del Settore Pubblico

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale per i professionisti sanitari impiegati nel settore pubblico. Il rimborso iscrizione albo non è un diritto per i dirigenti biologi che lavorano in regime di esclusività per le Aziende Sanitarie Locali (ASL). Questa decisione ribalta l’orientamento dei giudici di merito e stabilisce un principio importante sulla natura dei costi professionali.

I Fatti di Causa: la Richiesta della Biologa

Il caso ha origine dalla domanda di una dirigente biologa, assunta a tempo indeterminato e in regime di esclusività presso un’ASL. La professionista aveva chiesto il rimborso delle quote annuali pagate per l’iscrizione all’albo speciale dei biologi. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello le avevano dato ragione, affermando che tale iscrizione, essendo obbligatoria per lavorare alle dipendenze esclusive dell’ente pubblico, rappresentava un costo sostenuto nell’interesse del datore di lavoro e, pertanto, doveva essere rimborsato.

La Corte d’Appello aveva motivato la sua decisione richiamando principi simili a quelli applicati per gli avvocati degli uffici legali degli enti pubblici, per i quali il rimborso è previsto.

La Decisione sul Rimborso Iscrizione Albo

L’Azienda Sanitaria ha impugnato la sentenza d’appello, portando la questione davanti alla Corte di Cassazione. Quest’ultima ha accolto il ricorso dell’ASL, cassando la sentenza precedente e respingendo definitivamente la domanda della biologa. La Corte Suprema ha fornito un’interpretazione differente della normativa, discostandosi dall’analogia con la professione forense.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine: l’iscrizione all’albo professionale è una conditio sine qua non per l’esercizio stesso della professione di biologo. Non è, quindi, un obbligo che sorge solo in funzione del rapporto di lavoro con l’ente pubblico, ma una precondizione che deve esistere ancora prima dell’instaurazione di tale rapporto.

La Cassazione ha sottolineato che la disciplina professionale dei biologi, a differenza di altre, non impone un divieto assoluto di svolgere attività libero-professionale, neanche per i dipendenti in regime di esclusività. La normativa, sia primaria che contrattuale collettiva, consente lo svolgimento di attività professionale al di fuori del rapporto di impiego, seppur con delle limitazioni. Di conseguenza, l’iscrizione all’albo non può essere considerata un costo sostenuto nell’esclusivo interesse del datore di lavoro pubblico. Essa abilita il professionista a svolgere l’attività in generale, rendendo il relativo costo una spesa personale e non rimborsabile.

Le Conclusioni

La Corte ha stabilito con chiarezza che i dirigenti biologi dipendenti delle ASL in regime di esclusività non hanno diritto al rimborso delle spese per l’iscrizione all’albo. Questo principio, già affermato in precedenti pronunce, viene qui consolidato. La decisione chiarisce che il costo dell’iscrizione è un onere intrinsecamente legato alla qualifica professionale e alla possibilità di esercitare la professione, non un’imposizione del legislatore nell’esclusivo interesse del datore di lavoro. Accogliendo il ricorso, la Corte ha deciso direttamente nel merito, respingendo la domanda originaria della professionista e compensando le spese processuali data la particolarità e novità della questione per la specifica categoria professionale.

Un biologo dipendente pubblico ha diritto al rimborso delle spese di iscrizione all’albo?
No, secondo la Corte di Cassazione, i dirigenti biologi dipendenti delle AA.SS.LL. in regime di esclusività non hanno diritto al rimborso della quota di iscrizione all’albo.

Per quale motivo la Cassazione ha negato il rimborso?
La Corte ha stabilito che l’iscrizione all’albo è una condizione necessaria per l’esercizio della professione in sé, preesistente al rapporto di lavoro, e non un costo sostenuto nel solo interesse del datore di lavoro pubblico. La disciplina consente a questi professionisti di svolgere, seppur limitatamente, attività libero-professionale, rendendo l’iscrizione un requisito generale.

La decisione si applica a tutte le professioni sanitarie nel settore pubblico?
La sentenza si riferisce specificamente alla professionalità dei biologi e alla loro disciplina. Il principio potrebbe non essere automaticamente estendibile ad altre professioni, per le quali è necessario valutare la specifica normativa di riferimento e le previsioni contrattuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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