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Riliquidazione pensione estera: la clausola di salvezza

La Corte di Cassazione ha stabilito che la clausola di salvezza, che protegge i trattamenti pensionistici più favorevoli, non si applica in caso di riliquidazione pensione estera se il trattamento non era stato liquidato in via definitiva prima dell’entrata in vigore della nuova legge. Nel caso specifico, un pensionato con contributi versati in Italia e Svizzera si è visto applicare il nuovo metodo di calcolo, meno vantaggioso, poiché la sua pensione era oggetto di una controversia con l’ente previdenziale e quindi non considerata “già liquidata” in senso definitivo.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Riliquidazione Pensione Estera: Quando Non Si Applica la Clausola di Salvaguardia

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per molti lavoratori con carriere internazionali: la riliquidazione pensione estera e l’applicazione delle normative di calcolo. La decisione chiarisce in modo definitivo quando la cosiddetta “clausola di salvaguardia”, introdotta per proteggere i trattamenti più favorevoli, non può essere invocata, specialmente se la pensione non è stata liquidata in via definitiva.

I Fatti del Caso

Un pensionato, con una carriera lavorativa divisa tra Italia e Svizzera, si era visto liquidare la pensione nel 2001. Successivamente, nel 2002, l’ente previdenziale nazionale procedeva a un ricalcolo basato su un diverso criterio di valorizzazione dei contributi versati all’estero, determinando un indebito a carico del pensionato.

Nel 2005, il pensionato chiedeva una nuova liquidazione (riliquidazione), contestando l’operato dell’ente. La controversia nasceva dal fatto che l’ente aveva riparametrato la retribuzione estera sulla base della minore aliquota contributiva svizzera, anziché considerare l’intera retribuzione percepita. Nel frattempo, nel 2006, interveniva una nuova legge (L. n. 296/2006) che interpretava autenticamente la normativa precedente, di fatto legittimando il metodo di calcolo usato dall’ente. Tuttavia, la stessa legge prevedeva una clausola di salvaguardia, stabilendo che erano “fatti salvi i trattamenti pensionistici più favorevoli già liquidati” alla data della sua entrata in vigore.

Il pensionato sosteneva che la sua pensione, essendo stata liquidata nel 2001, dovesse rientrare in questa clausola. Il caso, dopo vari gradi di giudizio, è giunto in Cassazione.

La Decisione della Corte sulla Riliquidazione Pensione Estera

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del pensionato. I giudici hanno stabilito che il suo trattamento pensionistico non poteva considerarsi “già liquidato” in via definitiva al momento dell’entrata in vigore della legge del 2006. Pertanto, la clausola di salvaguardia non era applicabile e il metodo di calcolo introdotto dalla nuova normativa doveva essere legittimamente utilizzato.

La questione della liquidazione definitiva

Il punto centrale della decisione riguarda il concetto di “pensione già liquidata”. Secondo la Corte, una pensione non può essere considerata tale se, alla data di entrata in vigore della nuova legge, era ancora in corso una controversia sulle modalità di calcolo. Lo stesso pensionato, nel 2005, aveva presentato una domanda di riliquidazione, dimostrando implicitamente che non considerava definitivo il trattamento percepito. La sua pensione non era quindi un diritto acquisito e intangibile, ma un trattamento ancora oggetto di contenzioso giudiziario.

L’inapplicabilità della clausola nella gestione della riliquidazione pensione estera

La Corte ha affermato che la ratio della clausola di salvaguardia è quella di tutelare l’affidamento su un trattamento pensionistico pacificamente goduto e non contestato. Nel caso di specie, invece, esisteva una controversia attiva. Di conseguenza, il pensionato non godeva di un “trattamento pensionistico più favorevole già liquidato”, ma di una pensione la cui corretta liquidazione era proprio l’oggetto della causa. La richiesta di riliquidazione pensione estera da parte del pensionato ha di fatto impedito di considerare il trattamento come definitivo e, quindi, protetto dalla clausola.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando che la stessa prospettazione del pensionato, che aveva avviato un lungo giudizio per ottenere una riliquidazione, dimostrava che la pensione non era stata liquidata in via definitiva nel 2001. La controversia in atto, sfociata in una causa giudiziaria, impediva di considerare il trattamento come consolidato e intoccabile.

I giudici hanno chiarito che l’espressione “già liquidati” contenuta nella norma deve essere interpretata in senso restrittivo, riferendosi a trattamenti non solo erogati ma la cui determinazione è divenuta definitiva, non più soggetta a contestazioni. Poiché la controversia era in corso al 1° gennaio 2007 (data di entrata in vigore della legge), il pensionato non poteva beneficiare della tutela. Inoltre, la Corte ha respinto la questione di legittimità costituzionale della norma, richiamando precedenti pronunce che ne avevano già confermato la validità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: una pensione non è considerata “definitivamente liquidata” se è oggetto di una contestazione o di un procedimento giudiziario volto a ottenerne il ricalcolo. Di conseguenza, eventuali nuove leggi meno favorevoli intervenute durante la causa possono essere applicate, senza che il pensionato possa invocare la tutela di clausole di salvaguardia previste per i trattamenti già consolidati. Per i lavoratori con contributi all’estero, ciò significa che è fondamentale agire con chiarezza e consapevolezza, poiché l’avvio di una controversia sulla liquidazione può esporre al rischio di veder applicate normative sopravvenute potenzialmente peggiorative.

Quando si applica la clausola di salvaguardia che protegge i trattamenti pensionistici più favorevoli?
Secondo la sentenza, la clausola si applica solo ai trattamenti pensionistici che, alla data di entrata in vigore della nuova legge, erano già stati liquidati in via definitiva e non erano oggetto di contestazione o controversia giudiziaria.

Una pensione oggetto di una richiesta di riliquidazione può essere considerata ‘già liquidata’ ai fini della clausola di salvaguardia?
No. La Corte ha stabilito che una pensione la cui modalità di calcolo è contestata, tanto da aver dato origine a una domanda di riliquidazione e a un successivo giudizio, non può essere considerata ‘già liquidata’ in via definitiva. La controversia stessa ne impedisce il consolidamento.

La normativa che ha modificato i criteri di calcolo per le pensioni con contributi esteri (L. n. 296/2006) è stata ritenuta legittima?
Sì. La Corte ha respinto la questione di legittimità costituzionale, richiamando precedenti decisioni della Corte Costituzionale che avevano già dichiarato inammissibile la questione, confermando quindi la piena legittimità della norma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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