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Riduzione trattamento accessorio: illegittimo il taglio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25530/2024, ha stabilito che la riduzione del trattamento accessorio per i dirigenti medici del settore pubblico non può avvenire tramite un taglio forfettario. La Corte ha chiarito che la normativa impone un calcolo proporzionale basato sulla riduzione del personale in servizio, annullando la decisione di merito che aveva avallato una decurtazione percentuale fissa e rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione. Questa decisione riafferma il principio di legalità nel calcolo della retribuzione accessoria dei dipendenti pubblici.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Riduzione Trattamento Accessorio nel Pubblico Impiego: La Cassazione Boccia i Tagli Forfettari

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il delicato tema della riduzione trattamento accessorio per i dirigenti del settore sanitario pubblico, stabilendo principi chiari contro i tagli indiscriminati e forfettari. La decisione sottolinea come le amministrazioni pubbliche debbano seguire criteri precisi e previsti dalla legge, senza poter ricorrere a decurtazioni percentuali arbitrarie. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Due dirigenti medici di un’azienda sanitaria locale si sono rivolti al tribunale per contestare la decurtazione del loro trattamento economico variabile aziendale, applicata a partire dal 2011. L’ente sanitario aveva giustificato il taglio sulla base delle normative volte al contenimento della spesa pubblica. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto le richieste dei medici, ritenendo legittima l’operazione di riduzione.

I dirigenti, non soddisfatti della decisione, hanno presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la violazione delle norme procedurali relative all’eccezione di prescrizione e, soprattutto, l’errata applicazione della legge che disciplina la riduzione dei fondi per la retribuzione accessoria.

Le Questioni Giuridiche Affrontate

La Corte Suprema ha esaminato due principali questioni.

La Gestione dell’Eccezione di Prescrizione in Appello

I ricorrenti lamentavano che l’eccezione di prescrizione, sollevata dall’ente sanitario in primo grado ma non esaminata dal Tribunale, avrebbe dovuto essere riproposta in appello tramite un appello incidentale e non con una semplice riproposizione. La Cassazione ha respinto questo motivo, chiarendo che, quando un’eccezione non viene esaminata perché la domanda principale è rigettata nel merito, la parte vittoriosa può semplicemente riproporla in appello, senza necessità di un formale appello incidentale. Si tratta di un’importante precisazione processuale che conferma un orientamento consolidato.

Illegittimità della Riduzione Trattamento Accessorio Forfettaria

Il cuore della controversia riguardava il metodo utilizzato dall’ente per operare i tagli. La normativa di riferimento (art. 9, comma 2-bis, del D.L. 78/2010) prevede che l’ammontare complessivo delle risorse per il trattamento accessorio non possa superare quello del 2010 e debba essere automaticamente ridotto “in misura proporzionale alla riduzione del personale in servizio”. L’azienda sanitaria, invece, aveva applicato un taglio forfettario del 30%, un criterio non previsto dalla legge.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dei dirigenti medici sul punto centrale della controversia, cassando la sentenza d’appello. I giudici hanno affermato che un taglio percentuale fisso, come quello del 30% applicato dall’ente, contrasta apertamente con la lettera della norma. La legge impone un processo logico e matematico ben preciso:

1. Cristallizzazione del Fondo: Il punto di partenza è l’ammontare complessivo delle risorse destinate al trattamento accessorio nell’anno 2010.
2. Riduzione Proporzionale: Questo importo deve essere ridotto ogni anno in modo proporzionale alla diminuzione del numero di dirigenti in servizio. Se, ad esempio, il personale si riduce del 5%, anche il fondo deve essere ridotto di una quota corrispondente.
3. Ricalcolo e Distribuzione: Il fondo, così ricalcolato, deve poi essere suddiviso tra il personale in servizio secondo i criteri di graduazione esistenti. L’operazione non può tradursi in una penalizzazione indiscriminata del singolo dipendente.

La Cassazione ha specificato che l’operazione di ricalcolo non riguarda la determinazione economica dei Fondi in sé, ma attiene al diritto soggettivo di ciascun medico a non subire una riduzione arbitraria e non conforme alla legge. Procedere con un taglio forfettario lede questo diritto e non rispetta la finalità della norma, che è quella di legare il risparmio di spesa alla reale diminuzione dell’organico.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte ha annullato la decisione impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, in diversa composizione, che dovrà attenersi ai principi enunciati. Il nuovo giudice dovrà accertare, anche tramite verifiche contabili, l’esatto ammontare della riduzione del fondo per il trattamento accessorio, calcolata secondo il criterio proporzionale previsto dalla legge. Successivamente, dovrà quantificare il dare-avere tra le parti per il periodo oggetto del contenzioso.

Questa ordinanza ha implicazioni significative per tutte le pubbliche amministrazioni. Essa ribadisce che le politiche di contenimento della spesa non possono giustificare l’adozione di misure semplificate e arbitrarie che violano i diritti dei lavoratori. La riduzione trattamento accessorio deve essere sempre ancorata a criteri oggettivi e legali, garantendo trasparenza e corretta applicazione delle norme.

È legittima una riduzione trattamento accessorio con un taglio percentuale fisso da parte di un ente pubblico?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che un taglio forfettario (ad esempio, del 30%) è illegittimo perché contrasta con la normativa (art. 9, comma 2-bis, D.L. 78/2010), la quale impone un criterio di riduzione proporzionale alla diminuzione del personale in servizio.

Come deve essere calcolata la riduzione del trattamento accessorio secondo la legge?
La riduzione deve essere calcolata partendo dall’ammontare del fondo dell’anno 2010. Questo importo va poi ridotto ogni anno in misura proporzionale alla diminuzione del personale. Il fondo risultante viene poi distribuito tra i dipendenti in servizio secondo le regole contrattuali.

Se un’eccezione di prescrizione non viene esaminata in primo grado, è necessario un appello incidentale per riproporla?
No. Secondo la Corte, se l’eccezione non è stata esaminata perché il giudice ha rigettato la domanda nel merito (dando quindi ragione alla parte che ha sollevato l’eccezione), non è necessario un appello incidentale. È sufficiente che la parte vittoriosa riproponga l’eccezione nella comparsa di costituzione in appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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