LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Riduzione contributi pensionati: sì al sistema contributivo

Una recente sentenza della Corte d’Appello ha stabilito che la riduzione dei contributi al 50% per i lavoratori autonomi pensionati con più di 65 anni si applica anche a coloro la cui pensione è calcolata con il sistema contributivo puro. La Corte ha respinto la tesi dell’ente previdenziale, che voleva limitare il beneficio ai soli pensionati del sistema retributivo, chiarendo che la norma ha lo scopo di individuare una platea di beneficiari (pensionati autonomi over 65) e di regolare separatamente le conseguenze per i diversi sistemi di calcolo, senza escludere nessuno.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 giugno 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Riduzione contributi pensionati: La Corte d’Appello estende il beneficio

Una recente sentenza della Corte d’Appello di Trieste ha fatto chiarezza su un tema di grande interesse per molti professionisti e artigiani: la riduzione contributi pensionati. La decisione conferma che l’agevolazione consistente nel versamento dei contributi previdenziali in misura ridotta al 50% spetta a tutti i lavoratori autonomi con più di 65 anni che già percepiscono una pensione, anche se questa è calcolata con il sistema puramente contributivo. Questa pronuncia si pone in contrasto con un’interpretazione più restrittiva sostenuta dall’ente previdenziale, offrendo importanti tutele ai contribuenti.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla richiesta di un lavoratore autonomo, titolare di pensione calcolata con il sistema contributivo puro dal 2011. Al compimento dei 65 anni, l’uomo aveva richiesto all’ente previdenziale di poter beneficiare della riduzione del 50% dei contributi dovuti, come previsto dall’art. 59, comma 15, della legge 449/97.

Inizialmente, l’ente aveva accolto la richiesta. Successivamente, però, cambiando opinione sulla base di un parere del Ministero del Lavoro, aveva revocato il beneficio e richiesto la restituzione delle somme non versate, sostenendo che l’agevolazione fosse riservata esclusivamente ai titolari di pensione calcolata con il sistema retributivo o misto. Il pensionato si era quindi opposto a tale richiesta, e il Tribunale di primo grado gli aveva dato ragione. L’ente previdenziale ha quindi presentato appello contro questa prima decisione.

La questione dell’interpretazione e la riduzione contributi pensionati

Il cuore della controversia legale risiede nell’interpretazione letterale dell’art. 59, comma 15, della legge 449/97. La norma stabilisce che “Per i lavoratori autonomi già pensionati […] e con più di 65 anni di età il contributo previdenziale può essere a richiesta applicato nella misura della metà e per i lavoratori per i quali la pensione è liquidata in tutto o in parte con il sistema retributivo il relativo supplemento di pensione è corrispondentemente ridotto della metà“.

L’ente previdenziale (appellante) sosteneva che la congiunzione “e” unisse due requisiti inscindibili: per ottenere la riduzione, un lavoratore autonomo doveva non solo essere pensionato e avere più di 65 anni, ma anche essere titolare di una pensione calcolata con il sistema retributivo. Secondo questa visione, i pensionati del sistema contributivo puro sarebbero stati esclusi.

La Tesi Difensiva dell’Appellato

Di contro, il pensionato (appellato) ha sempre sostenuto che la norma fosse composta da due parti distinte con finalità diverse: la prima, di carattere generale, volta a identificare la platea dei beneficiari (lavoratori autonomi, pensionati, over 65); la seconda, di carattere specifico, volta a regolare le conseguenze della riduzione sul supplemento di pensione solo per una parte di questi beneficiari, cioè quelli del sistema retributivo.

Le Motivazioni della Corte d’Appello

La Corte d’Appello ha respinto l’appello dell’ente previdenziale, confermando integralmente la sentenza di primo grado e accogliendo l’interpretazione del pensionato. I giudici hanno chiarito che un’analisi logica e sistematica della norma non permette di considerarla come un blocco unico. La disposizione ha due finalità distinte.

La prima parte individua chiaramente i destinatari del beneficio: i lavoratori autonomi già pensionati che hanno superato i 65 anni di età. Questo è l’unico requisito soggettivo richiesto per accedere alla riduzione contributiva.

La seconda parte della norma, introdotta dalla congiunzione “e”, non introduce un requisito aggiuntivo, ma si occupa di un aspetto consequenziale: regolare gli effetti della riduzione contributiva sul calcolo del supplemento di pensione per un sottoinsieme specifico di beneficiari, ovvero coloro la cui pensione è liquidata, in tutto o in parte, con il sistema retributivo. Per costoro, il legislatore ha dovuto specificare che al beneficio della riduzione dei contributi corrispondesse una proporzionale riduzione del supplemento pensionistico.

Per i pensionati con sistema contributivo puro, tale specificazione non era necessaria, poiché la misura della pensione è direttamente e automaticamente collegata ai contributi effettivamente versati. Una riduzione dei contributi si traduce quindi, per sua stessa natura, in un minor montante contributivo e, di conseguenza, in un futuro supplemento di pensione più basso, senza bisogno di una norma ad hoc.

Infine, la Corte ha sottolineato che l’interpretazione dell’ente previdenziale sarebbe difficilmente giustificabile anche sul piano dei principi costituzionali, in quanto creerebbe una discriminazione irragionevole tra pensionati, penalizzando senza motivo coloro che appartengono al sistema contributivo.

Conclusioni

La Corte d’Appello ha quindi rigettato l’appello, condannando l’ente previdenziale al pagamento delle spese legali. La sentenza stabilisce un principio chiaro e di vasta portata pratica: la riduzione contributi pensionati del 50% prevista dalla legge 449/97 è un diritto per tutti i lavoratori autonomi che continuano a lavorare dopo i 65 anni pur essendo già titolari di pensione, indipendentemente dal sistema (contributivo, retributivo o misto) con cui la loro prestazione è stata calcolata. Questa decisione rafforza la tutela dei diritti dei lavoratori anziani e fornisce una guida interpretativa fondamentale per risolvere le controversie tra cittadini ed enti previdenziali.

Un lavoratore autonomo in pensione con sistema contributivo puro ha diritto alla riduzione dei contributi del 50% dopo i 65 anni?
Sì. Secondo la sentenza, il beneficio della riduzione del 50% dei contributi, previsto dall’art. 59 comma 15 della legge 449/97, spetta a tutti i lavoratori autonomi già pensionati che abbiano compiuto 65 anni, a prescindere dal sistema di calcolo della loro pensione (contributivo o retributivo).

Perché l’ente previdenziale sosteneva che il beneficio non spettasse ai pensionati con sistema contributivo?
L’ente interpretava la norma in modo restrittivo. Sosteneva che la congiunzione “e” nel testo di legge collegasse due requisiti necessari: essere un lavoratore autonomo pensionato ultra 65enne e, allo stesso tempo, avere una pensione liquidata con il sistema retributivo. La Corte ha respinto questa interpretazione.

Come ha interpretato la Corte la legge per estendere il beneficio?
La Corte ha stabilito che la norma è composta da due parti con finalità diverse. La prima parte individua i destinatari del beneficio (lavoratori autonomi pensionati over 65). La seconda parte, introdotta dalla “e”, regola solo una conseguenza specifica per un sottoinsieme di questi beneficiari (quelli con sistema retributivo), ovvero la riduzione del supplemento di pensione, senza escludere gli altri dal beneficio principale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati