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Ricusazione giudice: la denuncia ad altri non basta

La Corte di Appello ha respinto un’istanza di ricusazione del giudice, chiarendo che la presentazione di una denuncia-querela contro altri magistrati dello stesso collegio non costituisce un motivo valido. La decisione sottolinea la tassatività e la stretta interpretazione dei casi di astensione obbligatoria previsti dalla legge, evidenziando che non si configura una causa pendente diretta con il giudice ricusato. La parte ricorrente è stata condannata al pagamento di una sanzione pecuniaria di € 250,00.

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Pubblicato il 26 aprile 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricusazione del Giudice: la Denuncia contro altri Magistrati non è un Motivo Valido

L’imparzialità del giudice è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico. Per garantirla, la legge prevede lo strumento della ricusazione del giudice, che permette a una parte di chiederne la sostituzione in presenza di specifiche circostanze che potrebbero comprometterne la serenità di giudizio. Una recente ordinanza della Corte di Appello di Lecce ha offerto un importante chiarimento sui limiti di questo istituto, stabilendo che la presentazione di una denuncia-querela contro altri membri dello stesso collegio giudicante non è un motivo sufficiente per ricusare un magistrato.

I Fatti di Causa

Una parte in un giudizio civile ha presentato un ricorso per la ricusazione di un consigliere istruttore. La motivazione alla base della richiesta era singolare: il ricorrente aveva sporto una denuncia-querela per i reati di omissione e rifiuto di atti d’ufficio non contro il giudice che intendeva ricusare, ma contro gli altri due magistrati che componevano lo stesso collegio in una precedente fase. Secondo la tesi del ricorrente, questa situazione avrebbe creato un’inimicizia tale da integrare il caso di astensione obbligatoria previsto dall’art. 51, comma 1, n. 3 del codice di procedura civile, ovvero l’avere una ‘causa pendente’ con una delle parti.

La Decisione sulla Ricusazione del Giudice e la sua Tassatività

La Corte di Appello ha rigettato il ricorso, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici hanno ribadito un principio cardine della materia: i motivi di ricusazione sono tassativi, cioè sono solo quelli espressamente elencati dalla legge e devono essere interpretati in modo restrittivo. Qualsiasi tentativo di estendere queste ipotesi per analogia è escluso, al fine di evitare un uso strumentale e dilatorio dell’istituto.

Le Motivazioni

La Corte ha smontato la tesi del ricorrente con argomentazioni precise. In primo luogo, l’art. 51 c.p.c. richiede che sia il giudice stesso (‘se egli stesso’) ad avere una causa pendente con una delle parti. Nel caso di specie, la denuncia era stata sporta contro altri magistrati, non contro il giudice oggetto dell’istanza di ricusazione. Pertanto, mancava il presupposto soggettivo richiesto dalla norma.

In secondo luogo, i giudici hanno specificato che la mera presentazione di una denuncia-querela non equivale automaticamente all’instaurazione di un procedimento penale in cui il giudice querelato sia formalmente parte. Questo status si acquisisce solo in fasi successive e, in ogni caso, la situazione non riguardava il magistrato ricusato. Di conseguenza, le circostanze addotte dal ricorrente sono state ritenute non inquadrabili, neppure in via astratta, nelle fattispecie tipiche che obbligano un giudice ad astenersi. La Corte ha quindi concluso che il ricorso non era meritevole di accoglimento.

Le Conclusioni

La decisione riafferma la necessità di un’interpretazione rigorosa delle norme sulla ricusazione del giudice per preservare il corretto funzionamento della giustizia. Non è possibile invocare l’astensione di un magistrato sulla base di azioni legali intraprese verso altri colleghi, poiché il legame di inimicizia o di ‘causa pendente’ deve essere diretto e personale. Inoltre, la Corte, respingendo il ricorso, ha condannato il ricorrente al pagamento di una pena pecuniaria di 250,00 euro, una misura prevista per sanzionare le istanze di ricusazione palesemente infondate e potenzialmente presentate con finalità dilatorie. Questo provvedimento serve da monito: l’istituto della ricusazione è una garanzia di imparzialità, non uno strumento da utilizzare alla leggera.

Posso chiedere la ricusazione di un giudice se ho denunciato un altro magistrato dello stesso collegio?
No. Secondo la decisione in esame, la norma richiede che la causa pendente o l’inimicizia riguardi direttamente il giudice che si intende ricusare, non altri membri del collegio.

La semplice presentazione di una denuncia-querela contro un giudice è sufficiente per obbligarlo ad astenersi?
No. La Corte ha chiarito che la mera presentazione di una denuncia-querela non instaura automaticamente un procedimento penale di cui il giudice sia formalmente parte, condizione necessaria per integrare alcuni dei motivi di ricusazione.

Cosa succede se un’istanza di ricusazione del giudice viene respinta perché infondata?
Se il ricorso per ricusazione viene ritenuto infondato, la parte che lo ha proposto può essere condannata al pagamento di una pena pecuniaria, come avvenuto nel caso specifico con una sanzione di 250,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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