LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricostruzione carriera ex lettori: sì al divisore 500

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13488/2024, ha stabilito un principio fondamentale per la ricostruzione carriera ex lettori di lingua straniera. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva avallato un calcolo retributivo basato su un divisore orario di 750 ore, derivato da una normativa successiva e non pertinente (L. 240/2010). È stato invece affermato che il corretto parametro, ai sensi della L. 63/2004, è il divisore di 500 ore, che rappresenta l’impegno orario annuo pieno per tale categoria, da rapportare alla retribuzione del ricercatore confermato a tempo definito. La sentenza ha inoltre ribadito che il diritto alla ricostruzione della carriera non è precluso da precedenti giudicati formatisi su diverse basi normative.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Ricostruzione Carriera Ex Lettori: La Cassazione Fissa il Criterio di Calcolo

Con una recente e significativa ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta nuovamente sulla lunga vicenda che coinvolge gli ex lettori di lingua straniera, fornendo un chiarimento decisivo per la ricostruzione carriera ex lettori e per il calcolo delle spettanze economiche. La decisione ribalta l’approccio seguito da una Corte d’Appello, stabilendo che il parametro orario da utilizzare non è quello generico per i ricercatori, ma quello specifico previsto dalla legge speciale per gli ex lettori.

I Fatti del Caso: Una Lunga Battaglia Legale

Un gruppo di ex lettori di lingua straniera aveva citato in giudizio una prestigiosa università italiana per ottenere il riconoscimento del loro diritto a un trattamento retributivo equiparato a quello dei ricercatori confermati a tempo definito, così come previsto dalla Legge n. 63/2004. Questa legge era stata emanata per adeguare l’ordinamento italiano alle sentenze della Corte di Giustizia Europea, che avevano condannato l’Italia per la discriminazione economica nei confronti di questa categoria di lavoratori.

La richiesta dei ricorrenti includeva la completa ricostruzione della carriera, con il riconoscimento degli scatti di anzianità e delle progressioni stipendiali, oltre al pagamento delle differenze retributive e al versamento dei relativi contributi previdenziali. La Corte d’Appello aveva rigettato la loro domanda, basando la propria decisione sulle conclusioni di una consulenza tecnica (CTU) che aveva ritenuto le somme già corrisposte dall’Ateneo superiori a quelle dovute.

La Questione Giuridica: Il Divisore Orario per il Calcolo della Retribuzione

Il cuore della controversia legale risiedeva nella metodologia di calcolo utilizzata per determinare la retribuzione oraria di riferimento. Il consulente tecnico, e di conseguenza la Corte d’Appello, avevano calcolato la paga oraria del ricercatore utilizzando un divisore annuo di 750 ore. Questo valore era stato tratto dall’art. 6 della Legge n. 240/2010 (la cosiddetta ‘riforma Gelmini’), una normativa entrata in vigore molto dopo i fatti di causa e relativa alla rendicontazione dei progetti di ricerca dei ricercatori.

I ricorrenti sostenevano invece che tale criterio fosse errato e inapplicabile. A loro avviso, il calcolo per la ricostruzione carriera ex lettori doveva basarsi esclusivamente su quanto disposto dalla Legge n. 63/2004, che stabilisce un impegno didattico a tempo pieno per gli ex lettori pari a 500 ore annue. Era questo, secondo loro, il corretto divisore da applicare alla retribuzione annua del ricercatore per ottenere il parametro orario corretto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto i motivi di ricorso dei lettori, ritenendoli fondati. I giudici hanno smontato la tesi della Corte d’Appello con un’analisi giuridica rigorosa.

In primo luogo, la Suprema Corte ha affermato l’inapplicabilità del divisore di 750 ore. Tale parametro è stato introdotto dalla Legge 240/2010, una norma successiva al periodo per cui si chiedeva la retribuzione. Applicarla retroattivamente costituirebbe una violazione del principio ratione temporis. Inoltre, quel divisore si riferisce alla rendicontazione dei progetti di ricerca, un’attività estranea ai compiti dei collaboratori linguistici.

Il principio di diritto corretto, secondo la Cassazione, si trova nella Legge n. 63/2004. Questa norma, creata appositamente per sanare la discriminazione, impone di parametrare la retribuzione degli ex lettori a quella del ricercatore a tempo definito. Tuttavia, lo fa stabilendo un rapporto specifico: la retribuzione piena spetta a fronte di un impegno di 500 ore annue. Di conseguenza, per calcolare la retribuzione oraria e verificare l’adeguatezza di quanto percepito, è necessario dividere la retribuzione complessiva del ricercatore (comprensiva di tutti gli incrementi) per 500.

La Corte ha anche respinto l’argomentazione secondo cui un precedente giudicato sull’adeguatezza della retribuzione potesse bloccare questa nuova richiesta. La Legge 63/2004, infatti, ha introdotto un diritto nuovo e autonomo alla ricostruzione della carriera, basato su principi euro-unitari, che non era stato oggetto delle precedenti controversie, le quali si fondavano su basi normative diverse (come l’art. 36 della Costituzione).

Le Conclusioni: Principio di Diritto e Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, in diversa composizione, affinché proceda a un nuovo esame. Quest’ultima dovrà attenersi al principio di diritto enunciato: la verifica dell’adeguatezza della retribuzione degli ex lettori deve essere effettuata individuando la retribuzione oraria spettante, partendo dal trattamento economico del ricercatore universitario a tempo definito e dividendolo per il divisore di 500 ore.

Questa ordinanza rappresenta una vittoria significativa per gli ex lettori e stabilisce un criterio di calcolo chiaro e vincolante per tutti i casi analoghi. Conferma che le leggi speciali, emanate per conformarsi al diritto dell’Unione Europea, devono essere interpretate e applicate in modo rigoroso, senza poter essere snaturate da normative successive e non pertinenti.

Quale criterio si deve usare per calcolare la retribuzione degli ex lettori di lingua straniera?
La retribuzione deve essere calcolata partendo dal trattamento economico complessivo spettante al ricercatore universitario a tempo definito e dividendolo per 500, che corrisponde al monte orario annuo di riferimento per gli ex lettori secondo la Legge n. 63/2004.

Una precedente sentenza che ha negato differenze retributive impedisce la richiesta di ricostruzione della carriera basata sulla Legge 63/2004?
No. La Corte ha chiarito che la Legge 63/2004 ha introdotto un diritto nuovo e autonomo alla ricostruzione della carriera, distinto dalla precedente richiesta di adeguamento retributivo basata su altre norme (come l’art. 36 Cost.). Pertanto, un precedente giudicato su quest’ultima non impedisce l’esercizio del nuovo diritto.

La Legge n. 240/2010 (cosiddetta ‘riforma Gelmini’) si applica al calcolo della retribuzione degli ex lettori per periodi precedenti alla sua entrata in vigore?
No, la Legge n. 240/2010 non può essere applicata retroattivamente (principio di ‘ratione temporis’). Il calcolo della retribuzione per i periodi antecedenti deve essere effettuato sulla base della normativa specificamente applicabile in quel momento, ovvero la Legge n. 63/2004.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati