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Ricorso oscuro: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un appello a causa della sua totale mancanza di chiarezza. Il ricorso oscuro, privo di una esposizione dei fatti e di critiche motivate alla sentenza impugnata, ha portato non solo alla sconfitta ma anche alla condanna del ricorrente al pagamento di una somma aggiuntiva per lite temeraria.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso Oscuro: La Cassazione Dichiara l’Inammissibilità e Condanna per Lite Temeraria

Un atto processuale deve essere chiaro, sintetico e coerente. Quando queste caratteristiche vengono a mancare, le conseguenze possono essere drastiche. È quanto emerge da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha dichiarato inammissibile un appello definendolo un ricorso oscuro e incomprensibile, condannando il proponente anche per lite temeraria. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: la chiarezza non è un optional, ma un requisito imprescindibile per la tutela dei propri diritti in giudizio.

I Fatti di Causa: Un Appello Impossibile da Decifrare

La vicenda giudiziaria ha origine dall’impugnazione di una sentenza della Corte d’Appello da parte di un cittadino. Tuttavia, l’atto presentato alla Suprema Corte era talmente confuso e disorganico da rendere impossibile per i giudici comprendere persino i fatti salienti che avevano dato origine alla controversia. La Corte ha sottolineato ‘l’insuperabile oscurità e confusività del ricorso’, specificando che non era possibile riferire alcunché sui fatti di causa basandosi sull’atto depositato.

La Decisione della Corte: Inammissibilità Manifesta

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente inammissibile. La decisione si fonda sulla violazione dell’art. 366, n. 3, del codice di procedura civile, che impone al ricorrente di esporre in modo chiaro e sommario i fatti della causa.

Secondo i giudici, l’atto mancava di elementi essenziali:
* Una chiara esposizione dei fatti rilevanti.
* L’indicazione del contenuto della sentenza impugnata.
* Qualsiasi ragionata censura avverso la decisione della Corte d’Appello.

L’appello, inoltre, taceva su circostanze fondamentali, come le ragioni alla base della citazione in primo grado e dell’appello, e conteneva riferimenti a fatti inesplicati o del tutto irrilevanti.

Le Motivazioni: Il Principio di Chiarezza e Coerenza negli Atti Giudiziari

La Corte ha ribadito con forza che coerenza dei contenuti e chiarezza della forma sono presupposti imprescindibili affinché un ricorso possa essere esaminato e deciso. Un ricorso oscuro, incoerente e privo di una struttura logica non mette il giudice nelle condizioni di comprendere la questione e, di conseguenza, di pronunciarsi nel merito.

I giudici hanno sottolineato come questo principio non sia una peculiarità dell’ordinamento italiano, ma un fondamento comune a tutte le legislazioni avanzate. Sono stati citati come esempi l’obbligo di redigere atti ‘in maniera chiara e sintetica’ nel processo amministrativo italiano, le guide della Corte di giustizia dell’Unione Europea e persino le Federal Rules of Civil Procedures statunitensi, che richiedono ‘una breve e semplice esposizione della domanda’.

La Condanna per Lite Temeraria e le Conseguenze di un Ricorso Oscuro

Le conseguenze per il ricorrente non si sono fermate alla sola inammissibilità. La Corte ha ravvisato nell’enorme divario tra i contenuti dell’atto e i requisiti di legge una ‘colpa grave’ nella proposizione dell’impugnazione.

Questo ha portato alla condanna del ricorrente ai sensi dell’art. 96, terzo comma, del codice di procedura civile (c.d. lite temeraria). Oltre al pagamento delle spese legali alla controparte, è stato condannato a versare un’ulteriore somma, di importo pari a quello delle spese liquidate, come sanzione per aver abusato dello strumento processuale.

Conclusioni: L’Importanza della Redazione Chiara degli Atti

La decisione in esame rappresenta un monito severo sull’importanza della tecnica redazionale degli atti giudiziari. Presentare un ricorso oscuro non è solo una scelta stilistica infelice, ma una violazione di precisi doveri processuali che può determinare l’immediata chiusura del giudizio con esito negativo e l’applicazione di pesanti sanzioni economiche. Per gli avvocati e i loro assistiti, questa ordinanza conferma che la chiarezza, la sintesi e la coerenza non sono meri orpelli, ma il fondamento stesso per un’efficace difesa dei propri diritti.

Perché un ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Risposta: Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era ‘oscuro e confusivo’. Mancava di una chiara esposizione dei fatti, del contenuto della sentenza impugnata e di una critica motivata contro di essa, violando i requisiti di forma e contenuto previsti dall’art. 366 c.p.c.

Cosa si intende per ‘ricorso oscuro’?
Risposta: Secondo la Corte, un ricorso è oscuro quando è incoerente nei contenuti e poco chiaro nella forma, al punto da non permettere al giudice di comprendere i fatti essenziali della causa, le ragioni dell’impugnazione e i punti della decisione che si intendono contestare.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile per oscurità?
Risposta: Oltre alla declaratoria di inammissibilità e alla condanna al pagamento delle spese legali, il ricorrente è stato condannato a pagare un’ulteriore somma a titolo di risarcimento per lite temeraria (ex art. 96 c.p.c.), poiché la grave negligenza nella redazione dell’atto è stata considerata un abuso dello strumento processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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