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Ricorso incompleto: quando è improcedibile in Cassazione

Una parte presenta ricorso per Cassazione depositando una copia incompleta della sentenza impugnata. La Corte Suprema dichiara il ricorso improcedibile. La parte chiede la revocazione, sostenendo che il testo mancante era desumibile da altri atti. La Corte rigetta la richiesta, chiarendo che il deposito di un ricorso incompleto non costituisce un errore di fatto revocabile, ma una valutazione giuridica sulla cui base si dichiara l’improcedibilità.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso Incompleto: La Cassazione e il Rigore Formale

Nel processo civile, il rispetto delle forme e dei termini è fondamentale, specialmente nel giudizio di Cassazione. Una recente ordinanza della Suprema Corte ha ribadito un principio cruciale: la presentazione di un ricorso incompleto, ovvero privo di alcune pagine della sentenza impugnata, ne determina l’improcedibilità. Vediamo come si è sviluppato il caso e quali sono le implicazioni di questa decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una controversia legata a un contratto di appalto per la ristrutturazione di un immobile. A seguito delle sentenze di primo e secondo grado, una delle parti ha deciso di proporre ricorso per Cassazione. Tuttavia, al momento del deposito, la copia della sentenza d’appello allegata era mancante di tre pagine (dalla 7 alla 9). Di conseguenza, la Corte di Cassazione, con una prima ordinanza, ha dichiarato il ricorso improcedibile, sostenendo che l’incompletezza del documento impediva di comprendere con certezza l’oggetto della controversia e le ragioni della decisione, in particolare riguardo a una censura specifica.

La Richiesta di Revocazione: Un Tentativo di Rimediare

Contro la declaratoria di improcedibilità, la parte ricorrente ha proposto un ulteriore ricorso, questa volta per revocazione. L’argomentazione si basava su un presunto “errore di fatto” della Corte. Secondo la ricorrente:
1. Il contenuto delle pagine mancanti era comunque ricavabile dalle trascrizioni presenti sia nel suo ricorso originario sia nel controricorso della controparte.
2. La mancanza di quelle pagine non pregiudicava l’esame degli altri motivi di ricorso, che erano autonomi e comprensibili.
3. La Corte avrebbe potuto consultare la copia completa della sentenza presente nel fascicolo d’ufficio, la cui trasmissione era stata richiesta.

La Decisione della Corte di Cassazione: il ricorso incompleto e l’errore non revocatorio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile anche il ricorso per revocazione. I giudici hanno chiarito un punto fondamentale: la valutazione che ha portato a dichiarare il ricorso improcedibile non è un errore di fatto, ma un’interpretazione e una valutazione giuridica. L’errore di fatto revocatorio, previsto dall’art. 395, n. 4, c.p.c., consiste in una svista materiale, una percezione errata degli atti di causa. Nel caso specifico, la Corte non ha commesso una svista; ha invece esercitato il proprio potere di valutare se la documentazione prodotta fosse sufficiente per procedere all’esame del merito.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che la decisione di ritenere il ricorso incompleto e quindi improcedibile è una valutazione di diritto, non un errore di percezione. La giurisprudenza consolidata stabilisce che l’onere di depositare una copia completa e autentica della sentenza impugnata (ex art. 369 c.p.c.) spetta esclusivamente al ricorrente. Le trascrizioni parziali negli atti di parte non possono supplire a tale mancanza, poiché non offrono la stessa garanzia di completezza e fedeltà dell’originale.

Inoltre, la Corte ha ribadito che la valutazione circa l’impossibilità di dedurre con certezza le ragioni della decisione a causa delle pagine mancanti rientra nella piena discrezionalità del collegio giudicante. Non si tratta di un errore, ma del corretto esercizio della funzione giurisdizionale. Infine, è stato precisato che il ricorso al fascicolo d’ufficio per sanare le omissioni del ricorrente è possibile solo in casi eccezionali e specificamente previsti dalla legge, tra i quali non rientra il mancato deposito della copia integrale della sentenza impugnata.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma il rigore formale che caratterizza il giudizio di Cassazione. L’onere della prova e del corretto deposito degli atti ricade interamente sulla parte che impugna la decisione. La presentazione di un ricorso incompleto è un vizio che porta all’improcedibilità, e la valutazione della Corte su questo punto non è sindacabile tramite lo strumento della revocazione per errore di fatto. La lezione è chiara: la massima diligenza nella preparazione e nel deposito del ricorso è un presupposto non solo formale, ma sostanziale, per poter accedere al giudizio di legittimità.

Presentare una copia incompleta della sentenza impugnata rende il ricorso in Cassazione improcedibile?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la produzione di una copia incompleta della sentenza impugnata è causa di improcedibilità del ricorso ai sensi dell’art. 369 c.p.c., specialmente quando le parti mancanti non consentono di dedurre con certezza l’oggetto della controversia e le ragioni della decisione.

Se il testo delle pagine mancanti è trascritto nel ricorso o nel controricorso, si può sanare il vizio di improcedibilità?
No. Secondo la Corte, il fatto che il contenuto delle pagine mancanti sia trascritto negli atti difensivi delle parti è irrilevante. L’onere processuale impone il deposito della copia integrale e autentica del provvedimento stesso, e le trascrizioni di parte non possono supplire a questa mancanza.

La decisione della Cassazione sull’improcedibilità per un ricorso incompleto è un errore di fatto che può essere corretto con la revocazione?
No. La Corte ha stabilito che tale decisione non costituisce un errore di fatto revocatorio, bensì una valutazione giuridica e interpretativa degli atti. L’errore di fatto consiste in una svista materiale sulla percezione dei documenti, mentre la valutazione sull’idoneità di un atto incompleto a procedere all’esame del merito è un’attività di giudizio, non correggibile con la revocazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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