LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: l’obbligo di deposito atti

La Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i ricorrenti non hanno depositato la prova della notifica della sentenza d’appello. La Corte ha ribadito che questo adempimento è essenziale per la procedibilità, anche se la controparte non solleva eccezioni. L’omissione impedisce al giudice di verificare la tempestività dell’impugnazione, portando alla condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese legali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza del Deposito degli Atti

L’esito di un processo non dipende solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche dal rigoroso rispetto delle norme procedurali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo conferma, dichiarando un ricorso inammissibile a causa di una dimenticanza apparentemente formale: il mancato deposito della copia della notifica della sentenza impugnata. Questo caso offre una lezione cruciale sull’importanza degli adempimenti processuali nel giudizio di legittimità.

I Fatti di Causa: Dal Prestito alla Condanna in Appello

La vicenda giudiziaria trae origine da una controversia di natura economica. La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, aveva condannato due soci di una società di persone a restituire a una loro parente una somma considerevole, pari a 62.000,00 Euro, ricevuta a titolo di mutuo.

Insoddisfatti della decisione, i due soci decidevano di presentare ricorso in Cassazione per contestare la sentenza di secondo grado.

Il Ricorso per Cassazione e il Vizio Procedurale

I ricorrenti hanno presentato il loro appello alla Suprema Corte, articolandolo in diversi motivi. Tuttavia, la loro iniziativa si è arenata su un ostacolo puramente procedurale. Essi, pur affermando di aver ricevuto la notifica della sentenza d’appello in una data specifica, non hanno depositato agli atti del giudizio di cassazione la copia autentica della sentenza con la relativa relazione di notificazione (la cosiddetta “relata”).

Questo adempimento è prescritto a pena di improcedibilità dall’articolo 369, secondo comma, numero 2, del codice di procedura civile. La norma impone a chi impugna una sentenza di depositare, insieme al ricorso, proprio la copia della decisione impugnata munita della prova della sua notificazione, se avvenuta. Lo scopo è permettere alla Corte di verificare immediatamente la tempestività del ricorso.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione su principi procedurali consolidati e non derogabili. Vediamo nel dettaglio le ragioni.

L’Onere del Deposito della Notifica

Il fulcro della decisione risiede nell’obbligo, non facoltativo ma imperativo, per il ricorrente di fornire alla Corte gli strumenti per valutare la procedibilità dell’impugnazione. Il deposito della relata di notifica serve a dimostrare il rispetto del termine breve di 60 giorni per impugnare. Senza questo documento, il giudice non può compiere la necessaria verifica preliminare. La Corte ha sottolineato che si tratta di un difetto che deve essere rilevato d’ufficio, cioè direttamente dal giudice, anche senza un’eccezione della controparte.

Irrilevanza della Mancata Contestazione e del Deposito Altrui

I giudici hanno chiarito che il vizio non può essere sanato dalla mancata contestazione da parte del controricorrente. La regola non è posta a tutela della controparte, ma dell’ordinato svolgimento del processo. L’improcedibilità, in questo contesto, agisce come una sanzione per un comportamento omissivo che ostacola la sequenza procedimentale. Nemmeno la produzione del documento da parte del controricorrente può salvare il ricorrente, poiché l’onere di procedibilità grava esclusivamente su quest’ultimo.

L’Impossibilità di Sanatoria

La Corte ha escluso che si potesse superare l’ostacolo facendo riferimento alla data di pubblicazione della sentenza. La giurisprudenza, in particolare quella delle Sezioni Unite, è ferma nel ritenere che, una volta avvenuta la notificazione della sentenza, la tempestività del ricorso va verificata rispetto a tale data. L’omesso deposito della prova di quella notifica rende il ricorso improcedibile, senza possibilità di “ripiego” sul termine lungo calcolato dalla data di pubblicazione.

Le Conclusioni: Lezioni Pratiche dalla Sentenza

La decisione in commento ribadisce un principio fondamentale: nel processo civile, la forma è sostanza. L’improcedibilità del ricorso ha comportato non solo l’impossibilità per i ricorrenti di vedere esaminati i loro motivi di doglianza, ma anche la loro condanna al pagamento delle spese legali del giudizio di cassazione e al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato. Questo caso serve da monito per avvocati e parti processuali: la massima attenzione agli adempimenti formali, specialmente nel rigido contesto del giudizio di legittimità, è un presupposto indispensabile per poter far valere le proprie ragioni nel merito.

Cosa succede se un ricorrente in Cassazione omette di depositare la copia notificata della sentenza impugnata?
Il ricorso viene dichiarato improcedibile. Questa omissione impedisce alla Corte di verificare la tempestività dell’impugnazione rispetto al termine breve di 60 giorni dalla notifica, e costituisce un vizio procedurale insanabile che il giudice deve rilevare d’ufficio.

La mancata contestazione da parte del controricorrente può sanare l’omesso deposito?
No, il difetto di procedibilità non può essere sanato né dalla mancata eccezione della controparte, né dal fatto che sia la stessa controparte a produrre il documento mancante. L’onere di deposito è un requisito essenziale che grava esclusivamente sul ricorrente.

Se la notifica del ricorso avviene entro 60 giorni dalla pubblicazione della sentenza, si può evitare l’improcedibilità?
No. Se la sentenza è stata notificata, è da quella data che decorre il termine per impugnare. La giurisprudenza consolidata stabilisce che il mancato deposito della prova della notifica rende il ricorso improcedibile, senza che si possa fare riferimento al diverso termine (c.d. lungo) che decorre dalla pubblicazione della sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati