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Ricorso improcedibile: gli oneri di deposito in Cassazione

La Cassazione dichiara un ricorso improcedibile per il mancato deposito degli atti previsti dall’art. 369 c.p.c. La società ricorrente, che agiva per il pagamento di un assegno, non ha depositato né il ricorso né la sentenza impugnata, rendendo inevitabile la decisione e la condanna alle spese.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ricorso improcedibile: l’importanza del deposito degli atti in Cassazione

Introdurre un ricorso per Cassazione rappresenta l’ultima fase di un lungo percorso giudiziario. Tuttavia, il rispetto rigoroso delle norme procedurali è fondamentale per evitare che l’intero sforzo si risolva in un nulla di fatto. Un esempio lampante è il caso del ricorso improcedibile, una sanzione processuale che scatta quando non vengono rispettati adempimenti essenziali. L’ordinanza in esame ci offre un chiaro monito sull’importanza del deposito degli atti richiesti dalla legge.

I Fatti di Causa: Dal Decreto Ingiuntivo alla Cassazione

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo di 18.000 euro, ottenuto da una società commerciale nei confronti di un privato per il mancato pagamento di un assegno bancario. Il debitore si è opposto al decreto, ottenendo ragione sia in primo grado, presso il Tribunale, sia in secondo grado, presso la Corte d’Appello. Entrambi i giudici hanno revocato l’ordine di pagamento.

Non arrendendosi, la società ha deciso di giocare l’ultima carta, proponendo ricorso davanti alla Corte di Cassazione per contestare la sentenza d’appello.

La Decisione della Corte: Il Ricorso è Improcedibile

La Corte di Cassazione, senza nemmeno entrare nel merito delle questioni sollevate, ha dichiarato il ricorso improcedibile. Questa decisione non si basa su una valutazione delle ragioni o dei torti delle parti, ma su una grave mancanza procedurale da parte della società ricorrente. La Corte ha constatato che la società non aveva adempiuto agli obblighi previsti dall’articolo 369 del Codice di Procedura Civile.

Le Motivazioni: la grave mancanza che rende il ricorso improcedibile

La motivazione della Corte è netta e si fonda su un principio cardine del processo civile: chi avvia un giudizio ha l’onere di mettere il giudice nelle condizioni di poter decidere. Nel caso specifico del ricorso per Cassazione, l’art. 369 c.p.c. impone al ricorrente di depositare, entro un termine perentorio, una serie di documenti fondamentali.

Tra questi, spiccano per importanza:

1. Il ricorso stesso: l’atto con cui si introduce il giudizio.
2. La copia autentica della sentenza impugnata: il provvedimento contro cui si ricorre.
3. La procura speciale: l’atto con cui si conferisce il mandato al difensore.

Nel caso analizzato, la società ricorrente non ha depositato né il ricorso, né la copia della sentenza d’appello. Questa omissione ha impedito alla Corte di Cassazione di compiere qualsiasi valutazione, anche solo preliminare, sulla fondatezza delle censure mosse. Come stabilito da una giurisprudenza consolidata, il mancato deposito del ricorso rende l’impugnazione improcedibile, precludendo al collegio persino l’esame di eventuali profili di inammissibilità. L’atto, in sostanza, non è materialmente a disposizione del giudice.

Conclusioni: Conseguenze Pratiche di un Errore Procedurale

Le conseguenze di un ricorso improcedibile sono severe. In primo luogo, la sentenza impugnata diventa definitiva, chiudendo per sempre la possibilità per la società di far valere le proprie ragioni in quel giudizio. In secondo luogo, scatta la condanna alle spese legali. La Corte ha infatti condannato la società ricorrente a pagare alla controparte una somma di 3.500,00 euro per compensi, oltre a spese forfettarie, esborsi e accessori di legge. Infine, la Corte ha dato atto della sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte della ricorrente, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, una sorta di ‘sanzione’ per aver intrapreso un’impugnazione finita male. Questa vicenda sottolinea come, nel diritto, la forma sia sostanza: un errore procedurale può vanificare anche le migliori ragioni di merito.

Cosa significa che un ricorso è ‘improcedibile’?
Significa che l’azione legale non può proseguire e viene interrotta a causa di una mancanza procedurale avvenuta dopo la sua notifica. Nel caso specifico, la società ricorrente non ha depositato i documenti obbligatori (come il ricorso e la sentenza impugnata) presso la cancelleria della Corte.

Cosa succede se non si depositano gli atti necessari per un ricorso in Cassazione?
Se non vengono depositati gli atti essenziali previsti dall’art. 369 del Codice di Procedura Civile, la Corte di Cassazione non può esaminare il ricorso, nemmeno per valutarne l’ammissibilità. Di conseguenza, il ricorso viene dichiarato improcedibile e la sentenza precedente diventa definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato improcedibile?
La parte il cui ricorso è dichiarato improcedibile viene condannata a pagare le spese legali della controparte. Inoltre, la Corte attesta la sussistenza dei presupposti per il pagamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello già versato per l’iscrizione del ricorso, raddoppiando di fatto il costo iniziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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