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Ricongiunzione posizioni assicurative: opzione irrevocabile

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un dipendente pubblico che, dopo essere transitato da un’amministrazione all’altra e aver optato per mantenere il regime pensionistico di provenienza, aveva chiesto una successiva ricongiunzione delle posizioni assicurative. La Corte ha stabilito che l’opzione esercitata al momento della mobilità è unica e irrevocabile, precludendo qualsiasi successiva richiesta di consolidamento dei contributi, anche per i periodi successivi al trasferimento.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Ricongiunzione Posizioni Assicurative e Mobilità Pubblica: Quando una Scelta è per Sempre

La gestione della propria posizione previdenziale è un tema cruciale per ogni lavoratore, in particolare per i dipendenti pubblici coinvolti in processi di mobilità tra diverse amministrazioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la scelta effettuata in materia di regime pensionistico al momento del trasferimento è definitiva. L’analisi del caso chiarisce i limiti della ricongiunzione posizioni assicurative per chi ha già esercitato una specifica opzione.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda un dipendente pubblico transitato, nel 1996, dai ruoli di un Ministero a quelli dell’Ente Nazionale di Previdenza Sociale. Al momento del trasferimento, il lavoratore aveva esercitato la facoltà, prevista dalla legge, di mantenere la propria iscrizione assicurativa presso l’ente di provenienza. Anni dopo, nel 2009, lo stesso dipendente presentava una domanda di ricongiunzione per trasferire i contributi versati presso il fondo di provenienza (ex INPDAP) al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FLPD) dell’ente di destinazione. Successivamente al pensionamento, si accorgeva che i contributi versati dopo la domanda del 2009 erano ancora accreditati sul vecchio fondo e presentava un’ulteriore domanda per unificare anche quel periodo. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettavano la sua richiesta, spingendolo a ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte e la ricongiunzione posizioni assicurative

La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, rigettando il ricorso del lavoratore. Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione delle norme che regolano la mobilità nel pubblico impiego e le relative opzioni pensionistiche. I giudici hanno stabilito che la facoltà di opzione per il mantenimento del regime pensionistico di provenienza, una volta esercitata, è irrevocabile. Di conseguenza, una successiva domanda di ricongiunzione, che di fatto equivarrebbe a una revoca della scelta iniziale, non può essere accolta.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si basa su una precisa gerarchia normativa. La legge sulla mobilità (l. n. 554/1988) e il suo regolamento attuativo (d.P.R. n. 104/1993) prevedono esplicitamente che “la domanda di opzione può essere presentata dal dipendente una sola volta ed irrevocabilmente”. Questo principio di irrevocabilità è stato considerato centrale e non superabile.

I giudici hanno chiarito che, sebbene la legge generale sulla ricongiunzione posizioni assicurative (l. n. 29/1979) consenta di unificare i contributi versati in diverse gestioni “in qualsiasi tempo”, questa norma generale non può derogare alla disciplina speciale e più stringente prevista per la mobilità pubblica. La richiesta del lavoratore di ricongiungere i contributi nel 2009 è stata interpretata come una “implicita rinuncia” alla scelta effettuata nel 1996. Tuttavia, data l’irrevocabilità sancita dalla legge, tale rinuncia non poteva produrre alcun effetto giuridico. Pertanto, la domanda volta a ottenere l’accredito dei contributi presso il fondo di destinazione è stata giudicata infondata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia della Cassazione offre un importante monito ai dipendenti pubblici che affrontano un processo di mobilità. La decisione su quale regime pensionistico mantenere non è una scelta temporanea o modificabile, ma un atto con conseguenze permanenti. L’opzione esercitata al momento del trasferimento è unica e definitiva, e preclude qualsiasi ripensamento futuro, inclusa la possibilità di una successiva ricongiunzione dei periodi contributivi interessati dalla mobilità stessa. È quindi fondamentale che i lavoratori valutino con la massima attenzione tutte le implicazioni a lungo termine prima di compiere una scelta che li vincolerà per l’intera vita lavorativa e pensionistica.

Un dipendente pubblico, dopo aver optato per mantenere il proprio regime pensionistico di provenienza durante un trasferimento, può chiedere la ricongiunzione posizioni assicurative?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’opzione esercitata al momento della mobilità è “una sola volta ed irrevocabilmente”. Una successiva richiesta di ricongiunzione equivarrebbe a una revoca di tale scelta, non consentita dalla legge.

Perché la scelta del regime pensionistico in caso di mobilità è considerata irrevocabile?
L’irrevocabilità è stabilita esplicitamente dall’art. 7, comma 2, del d.P.R. n. 104/1993, che disciplina il regime pensionistico dei dipendenti trasferiti per mobilità. Questa norma speciale prevale sulle disposizioni generali in materia di ricongiunzione.

La possibilità di ricongiungere i contributi “in qualsiasi tempo”, prevista dalla legge generale, si applica in questo caso?
No. La Corte ha chiarito che la previsione generale non può vanificare il regime specifico e più restrittivo dell’irrevocabilità dell’opzione previsto per la mobilità. La norma speciale prevale su quella generale, limitando la possibilità di ricongiunzione per i periodi di lavoro interessati dalla scelta iniziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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