LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricongiunzione contributi: oneri e interessi per ex-militari

Un ex pilota militare, passato a lavorare per una compagnia aerea privata, ha richiesto la ricongiunzione dei contributi versati durante il servizio pubblico. La questione verteva su chi dovesse sostenere il costo degli interessi maturati. La Corte di Cassazione, ribaltando le decisioni dei gradi inferiori, ha stabilito che si applica la normativa speciale per i dipendenti pubblici (D.P.R. n. 1092/1973) e non la legge generale sulla ricongiunzione contributi. Di conseguenza, il trasferimento dei contributi alla gestione generale avviene senza interessi, e l’onere finanziario della successiva ricongiunzione a un fondo speciale ricade interamente sul lavoratore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Ricongiunzione Contributi: Chi Paga gli Interessi nel Passaggio dal Pubblico al Privato?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8537/2025, ha fornito un chiarimento cruciale sulla ricongiunzione contributi per i lavoratori che transitano dal settore pubblico a quello privato. La vicenda, che ha visto contrapposti un ex pilota militare e l’ente previdenziale, ruota attorno a una domanda fondamentale: chi deve farsi carico degli interessi sui contributi da trasferire? La risposta della Suprema Corte delinea una netta distinzione tra la disciplina generale e quella speciale, con importanti conseguenze economiche per i lavoratori.

I fatti del caso: da pilota militare a pilota di linea

Il caso riguarda un ex ufficiale dell’aeronautica militare che, dopo aver cessato il servizio senza aver maturato il diritto alla pensione, ha intrapreso una nuova carriera come pilota per una compagnia aerea privata. Di conseguenza, ha chiesto all’INPS di unificare i contributi versati nella gestione pubblica (ex INPDAP) con quelli della nuova gestione privata (Fondo Volo).

L’ex pilota sosteneva di avere diritto a una ricongiunzione in cui gli interessi sulla contribuzione da trasferire fossero a carico della gestione di provenienza (ex INPDAP), come previsto dalla legge generale n. 29/1979. Ciò avrebbe significativamente ridotto l’onere economico a suo carico. I tribunali di primo e secondo grado avevano accolto la sua tesi. L’ente previdenziale, tuttavia, ha impugnato la decisione, portando il caso davanti alla Corte di Cassazione.

La decisione della Corte sulla ricongiunzione contributi

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’INPS, ribaltando completamente le sentenze precedenti. I giudici hanno stabilito che al caso di specie non si applica la disciplina generale sulla ricongiunzione, bensì la normativa speciale prevista per i dipendenti pubblici dal D.P.R. n. 1092/1973.

Questa normativa speciale prevede un meccanismo diverso: la “costituzione della posizione assicurativa”. Quando un dipendente pubblico cessa il servizio senza aver maturato il diritto a pensione, i suoi contributi vengono trasferiti automaticamente (ope legis) alla gestione generale dell’INPS, ma senza il calcolo di interessi. Solo in un secondo momento il lavoratore può chiedere la ricongiunzione da questa gestione generale a un fondo speciale (come il Fondo Volo), ma a quel punto l’operazione è interamente a suo carico, compresi gli interessi.

Le motivazioni: Prevalenza della norma speciale sulla costituzione della posizione assicurativa

La Corte ha basato la sua decisione sul principio lex specialis derogat legi generali (la legge speciale deroga a quella generale). Il D.P.R. n. 1092 del 1973, disciplinando specificamente la situazione dei dipendenti statali che cessano il servizio, costituisce una normativa speciale che prevale sulla legge n. 29 del 1979, che regola la ricongiunzione in termini generali.

Secondo la Cassazione, il trasferimento dei contributi dalla gestione ex INPDAP all’assicurazione generale obbligatoria dell’INPS è un atto dovuto e automatico, finalizzato a garantire la continuità della copertura previdenziale. L’articolo 125 del citato D.P.R. stabilisce esplicitamente che questo trasferimento avviene “senza interessi”. Di conseguenza, la contribuzione maturata nel servizio statale rimane improduttiva di interessi fino al momento della costituzione della posizione assicurativa. La successiva richiesta di ricongiunzione verso un fondo speciale è una scelta volontaria del lavoratore, i cui costi, per logica, devono ricadere su di lui.

La Corte ha anche respinto la questione di legittimità costituzionale sollevata dal lavoratore, affermando che non vi è alcuna violazione del principio di uguaglianza. La situazione di chi lascia il pubblico impiego per il privato è oggettivamente diversa da quella di chi si sposta tra diverse amministrazioni pubbliche, giustificando un trattamento differenziato.

Le conclusioni: Implicazioni pratiche per i lavoratori

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale preciso e con significative implicazioni pratiche. I dipendenti pubblici che intendono passare al settore privato devono essere consapevoli che la ricongiunzione contributi potrebbe avere un costo non indifferente. L’assenza di interessi nel primo trasferimento (costituzione della posizione assicurativa) comporta che l’onere per la successiva unificazione presso un fondo speciale, inclusivo del calcolo degli interessi composti al 4,5%, ricadrà interamente sulle loro spalle. Questa decisione impone quindi una valutazione attenta e una pianificazione finanziaria adeguata per tutti coloro che considerano una transizione di carriera dal settore pubblico a quello privato.

Un ex dipendente pubblico che passa al settore privato deve pagare gli interessi per la ricongiunzione dei contributi?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in base alla normativa speciale (D.P.R. 1092/1973), i contributi del periodo di servizio pubblico vengono prima trasferiti ope legis e senza interessi alla gestione generale INPS. La successiva ricongiunzione a un fondo speciale è a carico del lavoratore, che deve quindi sostenere i relativi oneri, inclusi gli interessi.

Quale legge si applica alla ricongiunzione contributi per un ex militare: la legge generale n. 29/1979 o la normativa speciale D.P.R. n. 1092/1973?
Si applica la normativa speciale del D.P.R. n. 1092/1973. Secondo la Corte, questa è una lex specialis che prevale sulla disciplina generale della ricongiunzione. Essa prevede la “costituzione della posizione assicurativa” presso l’INPS, un trasferimento che avviene senza il calcolo di interessi.

La disciplina che addossa gli oneri della ricongiunzione al lavoratore che transita dal pubblico al privato è incostituzionale?
No. La Corte ha ritenuto la questione di legittimità costituzionale inammissibile e infondata. Ha chiarito che non vi è violazione del principio di uguaglianza, poiché la situazione di chi cessa il servizio pubblico per un impiego privato è diversa da quella di chi mantiene un rapporto di lavoro pubblico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati