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Ricongiunzione contributi: no interessi per ex statali

La Corte di Cassazione ha stabilito che, nel calcolo per la ricongiunzione dei contributi, la porzione relativa al servizio prestato come dipendente statale, cessato senza diritto a pensione, deve essere trasferita senza l’applicazione di interessi. Questa regola speciale, prevista dal D.P.R. 1092/1973 per la “costituzione della posizione assicurativa”, prevale sulla disciplina generale della ricongiunzione (Legge 29/1979). La Corte ha quindi accolto il ricorso dell’ente previdenziale contro un ex pilota militare, ribaltando le decisioni dei giudici di merito e rigettando la richiesta del lavoratore di vedersi applicati gli interessi a scomputo dell’onere a suo carico.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Ricongiunzione Contributi: La Cassazione Nega gli Interessi per gli Ex Dipendenti Statali

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale in materia di ricongiunzione contributi per i lavoratori che transitano dal settore pubblico a quello privato. La vicenda, che vedeva contrapposti un ex pilota militare e l’ente nazionale di previdenza, ruotava attorno a una domanda cruciale: i contributi versati durante il servizio pubblico, e poi trasferiti, devono essere maggiorati degli interessi? La risposta della Suprema Corte è stata negativa, stabilendo la prevalenza di una disciplina speciale che esclude tale calcolo.

I Fatti di Causa

Un lavoratore, ex pilota militare iscritto alla gestione previdenziale dei dipendenti pubblici, decideva di proseguire la sua carriera nel settore privato, iscrivendosi a un fondo di previdenza specifico per i lavoratori del settore aereo. Al momento di unificare i periodi contributivi maturati nelle due diverse gestioni, sorgeva una controversia con l’ente previdenziale sull’onere economico a suo carico.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al lavoratore. Secondo i giudici di merito, doveva applicarsi la legge generale sulla ricongiunzione (L. n. 29/1979), la quale prevede che i contributi trasferiti siano maggiorati di un interesse composto del 4,5% annuo. Tale maggiorazione avrebbe di fatto ridotto l’importo che il lavoratore avrebbe dovuto versare per completare l’operazione. L’ente previdenziale, ritenendo errata tale interpretazione, ha presentato ricorso in Cassazione.

Il Ricorso e la Disciplina della Ricongiunzione Contributi

L’ente previdenziale ha basato il proprio ricorso su un punto di diritto fondamentale: la distinzione tra la disciplina generale della ricongiunzione contributi e quella speciale della “costituzione della posizione assicurativa”, prevista dal D.P.R. n. 1092/1973.

Secondo l’ente, quest’ultima normativa si applica specificamente ai dipendenti dello Stato che, come nel caso in esame, cessano dal servizio senza aver maturato i requisiti per la pensione e si inseriscono nel settore privato. Questa procedura avviene ope legis, cioè automaticamente per legge, e il suo articolo 125 stabilisce esplicitamente che il trasferimento dei contributi alla gestione generale dell’INPS avviene “senza interessi”.

La tesi dell’ente era che questa norma speciale dovesse prevalere su quella generale invocata dal lavoratore, con la conseguenza che la porzione di contributi derivante dal servizio pubblico doveva essere considerata al suo valore nominale, senza alcuna rivalutazione tramite interessi.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il motivo di ricorso, accogliendo pienamente la tesi dell’ente previdenziale e richiamando la propria giurisprudenza consolidata in materia.

I giudici hanno chiarito che l’istituto della “costituzione della posizione assicurativa” ha natura speciale e si differenzia nettamente dalla facoltà di ricongiunzione. Mentre la ricongiunzione è una scelta volontaria del lavoratore, la costituzione della posizione assicurativa è un meccanismo automatico volto a tutelare il lavoratore che passa dal pubblico al privato, trasferendo i suoi contributi nell’ordinamento comune.

La Corte ha affermato un principio chiave: nell’ambito di un cumulo di contributi per una successiva ricongiunzione, ogni singola porzione di contribuzione mantiene la propria disciplina speciale. Pertanto, la contribuzione maturata nel rapporto di impiego statale resta soggetta al regime previsto dagli artt. 124 e 125 del D.P.R. n. 1092/1973. Questa normativa, in quanto lex specialis, prevale su quella generale della legge n. 29/1979 per quanto riguarda la disciplina degli interessi.

Di conseguenza, la contribuzione relativa al periodo di servizio pubblico rimane improduttiva di interessi fino al momento della sua costituzione presso l’INPS. Il fatto che successivamente il lavoratore chieda di riunire questi contributi con altri (nel caso di specie, nel Fondo Volo) non può modificare retroattivamente la natura del primo trasferimento, che per legge avviene senza interessi.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello e, decidendo nel merito, ha rigettato la domanda originaria del lavoratore. L’ordinanza stabilisce un principio di diritto di notevole importanza pratica: per gli ex dipendenti pubblici passati al settore privato senza aver maturato il diritto a pensione, il calcolo per la ricongiunzione contributi non può beneficiare della maggiorazione degli interessi sulla porzione di contribuzione derivante dal servizio statale. Questa interpretazione, pur potendo comportare un onere di ricongiunzione più elevato per il lavoratore, assicura coerenza al sistema previdenziale, rispettando la specificità delle normative che regolano il passaggio tra i diversi regimi pensionistici.

Quando un ex dipendente pubblico passa al settore privato, i contributi versati durante il servizio statale maturano interessi ai fini della ricongiunzione?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se il dipendente pubblico cessa il servizio senza aver maturato il diritto alla pensione, si applica la disciplina speciale della “costituzione della posizione assicurativa” (D.P.R. 1092/1973), che prevede esplicitamente il trasferimento dei contributi senza l’applicazione di interessi.

Qual è la differenza tra “ricongiunzione” e “costituzione della posizione assicurativa”?
La “ricongiunzione” è una procedura volontaria che permette al lavoratore di unificare contributi versati in diverse gestioni. La “costituzione della posizione assicurativa” è un meccanismo automatico previsto dalla legge per i soli dipendenti statali che passano al privato senza diritto a pensione, al fine di trasferire i loro contributi nella gestione generale.

Perché la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale?
La Corte ha accolto il ricorso perché ha ritenuto che la normativa sulla “costituzione della posizione assicurativa” sia una legge speciale (lex specialis) che prevale sulla legge generale in materia di ricongiunzione. Pertanto, la regola specifica che esclude gli interessi sui contributi trasferiti dal settore pubblico doveva essere applicata, a differenza di quanto stabilito dai giudici dei gradi di giudizio precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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