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Ricalcolo TFS: sì al servizio in convenzione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19279/2024, ha stabilito che il periodo di servizio svolto da un infermiere in regime di convenzione presso un policlinico universitario deve essere incluso nel calcolo del Trattamento di Fine Servizio (TFS). La decisione si fonda sul principio di automaticità delle prestazioni previdenziali, che garantisce il diritto del lavoratore anche in assenza del versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Viene così respinto il ricorso dell’ente previdenziale che chiedeva l’esclusione di tale periodo dal ricalcolo TFS.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Ricalcolo TFS: Il Servizio in Convenzione Vale ai Fini della Liquidazione? La Cassazione Risponde

Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un dubbio cruciale per molti lavoratori del settore sanitario: il servizio prestato in regime di convenzione è valido ai fini del ricalcolo TFS? La risposta è affermativa. Con la decisione in esame, i giudici hanno stabilito che anche i periodi lavorativi antecedenti all’immissione in ruolo, se svolti in continuità di rapporto, devono essere conteggiati per intero nella liquidazione del Trattamento di Fine Servizio, rafforzando un principio fondamentale del nostro ordinamento previdenziale.

I Fatti del Caso: Dalla Convenzione al Ruolo

Il caso ha origine dalla richiesta di un infermiere, dipendente di un’Azienda Sanitaria Locale al momento della pensione, di veder incluso nel calcolo della sua liquidazione un lungo periodo di servizio, dal 1975 al 2007, prestato presso un Policlinico Universitario in regime di convenzione. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al lavoratore, riconoscendo il suo diritto.

L’Ente Nazionale di Previdenza Sociale, tuttavia, ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che l’equiparazione economica prevista da una legge regionale tra il personale in convenzione e quello di ruolo non potesse estendersi anche agli istituti previdenziali come il TFS, ma dovesse limitarsi al solo trattamento retributivo.

La Questione Giuridica sul Ricalcolo TFS

Il nodo centrale della controversia era interpretare la portata di una legge regionale che, pur equiparando il “trattamento economico” del personale convenzionato a quello del personale di ruolo, non menzionava esplicitamente il trattamento previdenziale. Secondo l’ente previdenziale, questa omissione implicava l’esclusione del periodo convenzionato dal calcolo del TFS. Di conseguenza, il ricalcolo TFS non avrebbe dovuto tener conto di oltre trent’anni di servizio del lavoratore.

La difesa del lavoratore, al contrario, puntava sulla continuità del rapporto di lavoro e sull’applicazione di principi generali di tutela previdenziale che trascendono le singole disposizioni regionali.

La Decisione della Corte: il Principio di Automaticità

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’ente previdenziale, confermando integralmente le sentenze dei giudici di merito. La decisione si fonda su un pilastro del diritto del lavoro e della previdenza sociale: il principio dell’automatismo delle prestazioni previdenziali, sancito dall’articolo 2116 del Codice Civile.

Continuità del Rapporto e Irrilevanza del Mancato Versamento

I giudici hanno chiarito che il principio di automaticità opera come regola generale in tutti i sistemi di previdenza obbligatoria. Questo significa che il diritto del lavoratore alle prestazioni non dipende dall’effettivo versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Qualsiasi deroga a questo principio deve essere prevista espressamente da una legge, cosa che non accadeva nel caso di specie.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che, con la riforma sanitaria e il passaggio dei dipendenti ospedalieri alle unità sanitarie locali, non si è verificata un’interruzione del rapporto di lavoro. La continuità del servizio garantisce che il diritto al TFS maturi sull’intera carriera lavorativa, inclusa la quota relativa al periodo alle dipendenze dell’ente ospedaliero convenzionato.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si concentrano sulla prevalenza dei principi costituzionali e della legislazione statale in materia previdenziale rispetto a interpretazioni restrittive delle normative regionali. I giudici hanno specificato che le Regioni non hanno competenza legislativa in materia di rapporti previdenziali, che rientra esclusivamente nella potestà dello Stato. Pertanto, una legge regionale che equipara il trattamento economico non può essere interpretata in modo da escludere tutele previdenziali fondamentali. Il diritto al ricalcolo TFS su tutto il periodo lavorato deriva direttamente dall’applicazione dell’art. 2116 c.c. e dalla continuità giuridica del rapporto di lavoro, a prescindere dalla natura del datore di lavoro (università o ASL).

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un punto fermo a tutela dei lavoratori con carriere complesse, caratterizzate da passaggi tra diversi datori di lavoro pubblici o da periodi di servizio in regimi speciali come le convenzioni. La Corte ribadisce che il diritto alla prestazione previdenziale è un diritto del lavoratore che non può essere compromesso da questioni formali o da inadempienze contributive del datore. Per i lavoratori del settore sanitario e, per estensione, per tutti i dipendenti pubblici, questa decisione conferma che l’anzianità di servizio valida ai fini della liquidazione deve essere calcolata considerando l’intera vita lavorativa, garantendo così un trattamento di fine servizio equo e completo.

Il periodo di servizio prestato in convenzione presso un policlinico universitario è valido per il calcolo del TFS?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il periodo di servizio prestato in regime di convenzione deve essere incluso nel calcolo del Trattamento di Fine Servizio, in virtù della continuità del rapporto di lavoro e del principio di automaticità delle prestazioni previdenziali.

Cosa significa il principio di ‘automatismo delle prestazioni previdenziali’?
È un principio stabilito dall’art. 2116 del Codice Civile, in base al quale le prestazioni previdenziali (come la pensione o il TFS) sono dovute al lavoratore anche se il datore di lavoro non ha versato i relativi contributi all’ente previdenziale. Eventuali deroghe a questo principio devono essere espressamente previste dalla legge.

L’equiparazione del trattamento economico tra personale in convenzione e di ruolo si estende anche al TFS?
Sì. La Corte ha stabilito che i principi generali dell’ordinamento previdenziale, come l’automaticità delle prestazioni, si applicano a prescindere da un’esplicita menzione nella normativa regionale. Pertanto, l’equiparazione economica non può essere interpretata in senso restrittivo per escludere il diritto al TFS maturato durante il servizio in convenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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