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Ricalcolo TFS: servizio non di ruolo vale? La Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un ente previdenziale, confermando il diritto di un lavoratore al ricalcolo TFS (Trattamento di Fine Servizio) includendo un periodo di servizio non di ruolo svolto in convenzione. La decisione si fonda sul principio di automatismo delle prestazioni previdenziali e sulla continuità del rapporto di lavoro, superando una precedente interpretazione restrittiva di una legge regionale.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Ricalcolo TFS: valido il servizio pre-ruolo in convenzione

Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i criteri per il ricalcolo TFS, stabilendo che anche i periodi di lavoro svolti come personale non di ruolo in convenzione devono essere inclusi nel computo della liquidazione. Questa decisione, basata sul principio di automatismo delle prestazioni previdenziali, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per molti lavoratori del settore sanitario.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un infermiere che, dopo essere stato assunto a tempo indeterminato presso un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) nel 1985 e collocato in pensione nel 2013, ha chiesto il ricalcolo della sua buonuscita (TFS). La richiesta mirava a includere nel calcolo anche il periodo di servizio prestato dal 1978 al 1985 come infermiere non di ruolo, in regime di convenzione, presso un Policlinico Universitario.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione al lavoratore. L’ente previdenziale, tuttavia, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che una legge regionale della Campania del 1978 equiparava il trattamento economico del personale in convenzione a quello di ruolo, ma che tale equiparazione non si estendeva agli istituti previdenziali come il TFS.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso dell’ente previdenziale, confermando in via definitiva il diritto del lavoratore al ricalcolo del TFS. La Suprema Corte ha ritenuto infondate le argomentazioni dell’ente, allineandosi a una serie di precedenti giurisprudenziali recenti e consolidando un orientamento favorevole ai lavoratori.

Le Motivazioni della Sentenza: il ricalcolo TFS e l’automatismo

La Corte ha basato la sua decisione su principi cardine del diritto del lavoro e della previdenza sociale. In primo luogo, ha evidenziato come un vecchio precedente del 1995, che escludeva il servizio pre-ruolo dal calcolo, dovesse essere superato alla luce dell’evoluzione normativa. Oggi, la regolamentazione del rapporto di lavoro pubblico e degli istituti previdenziali è di competenza esclusiva dello Stato, non delle Regioni. Pertanto, la legge regionale non poteva limitare il diritto del lavoratore.

Il fulcro della motivazione risiede nell’applicazione del principio dell’automatismo delle prestazioni previdenziali, sancito dall’articolo 2116 del codice civile. Questo principio stabilisce che le prestazioni previdenziali sono dovute al lavoratore anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. La Corte ha chiarito che questo principio è una regola generale che può essere derogata solo da una legge specifica che lo preveda espressamente, circostanza non presente nel caso di specie.

Inoltre, la Cassazione ha sottolineato che il passaggio del personale dagli enti ospedalieri alle Unità Sanitarie Locali (ora ASL), a seguito della riforma sanitaria, non ha interrotto la continuità del rapporto di lavoro. Di conseguenza, il diritto al TFS matura al momento della pensione considerando l’intera anzianità di servizio, inclusi i periodi prestati presso l’ente ospedaliero originario, anche se non “di ruolo” in senso stretto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Conferma che, ai fini del calcolo del Trattamento di Fine Servizio, deve essere valorizzata l’intera carriera del lavoratore, senza esclusioni basate sulla natura formale del rapporto iniziale (es. in convenzione o non di ruolo), a condizione che vi sia stata continuità nel servizio. La decisione rafforza la tutela previdenziale dei lavoratori del comparto pubblico, riaffermando la centralità del principio di automatismo e garantendo che il diritto alla liquidazione sia commisurato all’effettivo lavoro prestato nel corso degli anni.

Il servizio pre-ruolo svolto in convenzione è valido per il calcolo del TFS?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il servizio prestato come personale non di ruolo in convenzione deve essere incluso nel calcolo del Trattamento di Fine Servizio, in virtù della continuità del rapporto di lavoro e del principio di automatismo delle prestazioni previdenziali.

Perché la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’ente previdenziale?
La Corte ha rigettato il ricorso perché ha ritenuto che la normativa regionale invocata dall’ente non potesse limitare un diritto di natura previdenziale, la cui disciplina è di competenza esclusiva dello Stato. Inoltre, ha affermato che il principio generale dell’automatismo delle prestazioni previdenziali si applica pienamente al caso in esame.

Quale principio giuridico è stato fondamentale per la decisione?
Il principio giuridico fondamentale è stato quello dell’automatismo delle prestazioni previdenziali (art. 2116 c.c.), secondo cui il diritto del lavoratore alle prestazioni sorge indipendentemente dall’effettivo versamento dei contributi da parte del datore di lavoro, salvo espresse deroghe di legge non riscontrate in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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