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Retribuzione Pubblico Impiego e TFS: Novità in Vista

Una ex dipendente di un ente previdenziale contesta l’esclusione degli onorari professionali dal suo Trattamento di Fine Servizio (TFS). L’ente aveva recuperato un presunto pagamento in eccesso tramite trattenute sulla pensione. Dopo che i tribunali di merito hanno dato ragione all’ente, la Corte di Cassazione, riconoscendo l’importanza della questione alla luce di recenti sentenze costituzionali, ha rinviato il caso a pubblica udienza, sospendendo la decisione finale sulla complessa materia della Retribuzione Pubblico Impiego.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione Pubblico Impiego e Calcolo del TFS: la Cassazione Prende Tempo

Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione riaccende i riflettori su un tema cruciale per i lavoratori del settore pubblico: la corretta determinazione della Retribuzione Pubblico Impiego ai fini del calcolo del Trattamento di Fine Servizio (TFS). La Corte ha deciso di non pronunciarsi immediatamente, rinviando il caso a una pubblica udienza per via della sua particolare importanza e delle recenti novità giurisprudenziali.

I Fatti di Causa: Onorari Professionali nel TFS

Il caso ha origine dalla vicenda di un’avvocata, ex dipendente di un importante ente nazionale di previdenza sociale, andata in pensione nel 2011. L’ente, dopo aver inizialmente liquidato il TFS, aveva successivamente ricalcolato l’importo, escludendo dalla base di calcolo gli onorari professionali percepiti dalla dipendente nel corso del rapporto di lavoro. Di conseguenza, l’ente aveva avviato un’azione di recupero per la somma considerata indebitamente versata, operando delle trattenute direttamente sul trattamento pensionistico della professionista.

La lavoratrice si è opposta a tale recupero, dando il via a un contenzioso legale per stabilire se tali onorari dovessero o meno rientrare nella base di calcolo del suo TFS.

Il Percorso Giudiziario e la Retribuzione nel Pubblico Impiego

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello in secondo grado hanno dato sostanzialmente ragione all’ente previdenziale. I giudici di merito hanno stabilito che gli onorari professionali costituivano una componente retributiva distinta e non computabile nella base di calcolo dell’indennità di anzianità, secondo una rigida interpretazione dell’art. 13 della legge n. 70/1975. Tale norma, secondo le corti, definisce in modo inderogabile le voci che compongono lo stipendio utile ai fini del TFS, escludendo elementi variabili o diversi dallo stipendio tabellare e dagli scatti di anzianità.

In sostanza, i giudici hanno ritenuto che la normativa legale non potesse essere superata, neanche da accordi collettivi o regolamenti interni più favorevoli al dipendente.

Le Motivazioni della Cassazione

Giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, la questione ha assunto una rilevanza tale da indurre i giudici a un approccio cauto. La Corte non ha emesso una sentenza definitiva ma un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la causa a nuovo ruolo per la trattazione in pubblica udienza.

La motivazione di questa scelta risiede nell’indubbia “valenza nomofilattica” della controversia. La Corte ha riconosciuto che il caso solleva questioni di diritto di fondamentale importanza, la cui soluzione avrà un impatto su un’ampia platea di dipendenti pubblici. In particolare, è emersa la necessità di valutare attentamente i riflessi di due recenti sentenze della Corte Costituzionale (n. 8/2023 e n. 73/2024), intervenute dopo la presentazione del ricorso. Queste nuove pronunce potrebbero aver modificato il quadro normativo e interpretativo di riferimento.

La decisione di rinviare a pubblica udienza permette una discussione più ampia e approfondita, con la partecipazione diretta delle parti e del Procuratore Generale, garantendo così che la futura sentenza possa affrontare in modo completo e ponderato tutte le complesse implicazioni legali.

Le Conclusioni

In conclusione, la parola fine sulla computabilità di voci retributive accessorie, come gli onorari professionali, nel TFS dei dipendenti pubblici non è ancora stata scritta. L’ordinanza della Cassazione segnala che il vertice della giurisprudenza intende affrontare la questione con la massima attenzione. Il rinvio a pubblica udienza apre la porta a una possibile revisione degli orientamenti passati, alla luce dei principi espressi dalla Corte Costituzionale. Il risultato di questo giudizio sarà determinante per definire in modo chiaro e uniforme i confini della Retribuzione Pubblico Impiego valida per il calcolo della liquidazione, con importanti conseguenze economiche per migliaia di lavoratori.

Gli onorari professionali di un dipendente pubblico possono essere inclusi nel calcolo del Trattamento di Fine Servizio (TFS)?
L’ordinanza non fornisce una risposta definitiva. La Corte di Cassazione ha ritenuto la questione talmente complessa da richiedere una discussione in pubblica udienza, sospendendo la decisione per valutare l’impatto di recenti sentenze della Corte Costituzionale.

La contrattazione collettiva nel pubblico impiego può derogare alla legge per definire la base di calcolo del TFS?
I giudici di merito hanno stabilito che la legge (in particolare la L. 70/1975) non è derogabile dalla contrattazione collettiva. Tuttavia, questo principio è uno dei punti centrali del ricorso e sarà riesaminato dalla Corte di Cassazione nella futura udienza pubblica.

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la causa a pubblica udienza invece di decidere?
La Corte ha rinviato la decisione perché ha riconosciuto l’elevata importanza “nomofilattica” del caso, ossia la sua capacità di influenzare l’interpretazione uniforme della legge a livello nazionale. Inoltre, ha ritenuto necessario approfondire gli effetti di due nuove sentenze della Corte Costituzionale, intervenute dopo l’inizio del ricorso, che potrebbero cambiare l’esito della questione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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