LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Retribuzione pensionabile: guida alla mobilità

Un lavoratore in mobilità aveva ottenuto la riliquidazione della pensione basata sulla retribuzione dei 12 mesi precedenti. L’Ente Previdenziale ha impugnato la decisione. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la base di calcolo per la retribuzione pensionabile deve essere quella utilizzata per l’integrazione salariale straordinaria, che esclude emolumenti non ordinari come gli straordinari. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione Pensionabile in Mobilità: La Cassazione Fa Chiarezza

Il calcolo della pensione per i lavoratori che transitano da un periodo di mobilità è un tema complesso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sui criteri per determinare la retribuzione pensionabile, influenzando direttamente l’importo finale dell’assegno. La vicenda riguarda un lavoratore che, dopo aver ottenuto una sentenza favorevole in appello, ha visto la decisione ribaltata dalla Suprema Corte su ricorso dell’Ente Previdenziale.

I Fatti del Caso

Un lavoratore, collocato in mobilità lunga, aveva acquisito il diritto alla pensione. Si era quindi rivolto al tribunale per ottenere la riliquidazione del suo trattamento pensionistico, sostenendo che la base di calcolo dovesse essere la retribuzione percepita nei dodici mesi precedenti l’inizio del periodo di mobilità.
Sia il tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione al lavoratore, confermando il suo diritto a una pensione calcolata su una base retributiva più ampia. La decisione dei giudici di merito si fondava sull’interpretazione di specifiche norme in materia.

Il Ricorso dell’Ente Previdenziale e la Retribuzione Pensionabile

L’Ente Previdenziale, non condividendo la decisione della Corte d’Appello, ha presentato ricorso in Cassazione. Il motivo del contendere era chiaro: secondo l’Ente, la Corte territoriale aveva sbagliato nell’individuare la corretta base di calcolo.
L’argomento principale era che la retribuzione pensionabile, nel caso di contribuzione figurativa per mobilità, non dovesse fare riferimento a tutta la retribuzione percepita, ma a quella specifica utilizzata come parametro per il trattamento di integrazione salariale straordinaria (CIGS). Questa base di calcolo è più restrittiva, poiché comprende solo gli emolumenti corrisposti in via ordinaria, escludendo voci variabili come, ad esempio, il compenso per il lavoro straordinario.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il motivo di ricorso dell’Ente Previdenziale, allineandosi al proprio consolidato orientamento giurisprudenziale. Gli Ermellini hanno stabilito che, per determinare il valore della contribuzione figurativa accreditata durante il periodo di mobilità, occorre fare riferimento alla retribuzione su cui si calcola il trattamento straordinario di integrazione salariale.

In pratica, la base di calcolo è la retribuzione che il lavoratore ha percepito (o che gli sarebbe spettata) nel periodo immediatamente precedente la cessazione del rapporto di lavoro. Questa retribuzione, come sostenuto dall’Ente, è quella ordinaria e non include elementi accessori o straordinari.

La Corte ha specificato che i giudici d’appello hanno commesso un errore di diritto, applicando una normativa non pertinente alla fattispecie (l’art. 8, co. 2 della legge n. 155/1981) invece delle disposizioni corrette (l’art. 7, co. 9 della legge n. 223/91 e l’art. 8, co. 4 della legge n. 155/81). Queste ultime, infatti, legano esplicitamente il calcolo alla retribuzione di riferimento per la CIGS.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Suprema Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, che dovrà decidere nuovamente la questione attenendosi al principio di diritto enunciato.
Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche: stabilisce con chiarezza che la retribuzione pensionabile per i periodi di mobilità si calcola sulla base della sola retribuzione ordinaria. I lavoratori devono quindi essere consapevoli che elementi variabili e straordinari dello stipendio non contribuiranno a formare l’importo della pensione calcolato sui periodi di contribuzione figurativa. La decisione rafforza un’interpretazione restrittiva, fornendo un punto di riferimento certo per casi futuri.

Come si calcola la retribuzione pensionabile per un lavoratore che va in pensione durante il periodo di mobilità?
La retribuzione pensionabile si calcola prendendo come riferimento la retribuzione utilizzata per il trattamento straordinario di integrazione salariale (CIGS), ovvero quella che il lavoratore ha percepito o avrebbe percepito nel periodo immediatamente precedente la risoluzione del rapporto di lavoro.

La retribuzione per lavoro straordinario rientra nel calcolo della pensione per i periodi di mobilità?
No. Secondo la decisione della Corte di Cassazione, la base di calcolo comprende solo gli emolumenti retributivi ordinari, con esclusione di voci variabili come la retribuzione per lavoro straordinario.

Qual è stato l’errore commesso dalla Corte d’Appello secondo la Cassazione?
La Corte d’Appello ha errato nell’applicare le norme giuridiche di riferimento. Ha utilizzato una disposizione non pertinente invece di quelle corrette che collegano il calcolo della contribuzione figurativa alla retribuzione di riferimento per l’integrazione salariale straordinaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati