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Retribuzione onnicomprensiva: no extra per il medico

Un dirigente medico ha lavorato ore aggiuntive a causa di un calcolo errato delle sue giornate di assenza da parte dell’azienda sanitaria. La Corte di Cassazione ha stabilito che il medico non ha diritto a un compenso extra, poiché la sua retribuzione onnicomprensiva, su base mensile, copre già tutte le prestazioni. L’orario di 38 ore settimanali è un minimo e non un massimo, e il superamento è legato al raggiungimento di obiettivi, non a pagamenti aggiuntivi.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione Onnicomprensiva: Niente Compenso Extra per il Medico

Il principio della retribuzione onnicomprensiva per i dirigenti medici del Servizio Sanitario Nazionale è un pilastro del loro rapporto di lavoro. Questo concetto implica che lo stipendio mensile copre la totalità della prestazione lavorativa, indipendentemente dal numero di ore effettivamente lavorate. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha rafforzato questo principio, negando a un medico il diritto a un compenso aggiuntivo per le ore di lavoro prestate in più a causa di un errato calcolo delle assenze da parte dell’Azienda Sanitaria Locale.

Il Caso: Calcolo Errato delle Assenze e Lavoro Aggiuntivo

Un dirigente medico, con un orario di lavoro contrattuale di 38 ore settimanali distribuite su sei giorni, si è trovato a dover lavorare più del dovuto. Il problema nasceva dal metodo di calcolo usato dall’ASL per le giornate di assenza legittima (ferie, permessi, malattia). Invece di considerare l’orario giornaliero medio di 6 ore e 20 minuti (risultato della divisione 38 ore / 6 giorni), l’azienda ne computava solo 6. Questo creava un ‘debito orario’ di 20 minuti per ogni giorno di assenza, che il medico era costretto a recuperare per raggiungere il monte ore settimanale.

Di conseguenza, il professionista ha agito in giudizio per ottenere il pagamento delle differenze retributive corrispondenti a questo lavoro ‘supplementare’. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello gli avevano dato ragione, condannando l’ASL al pagamento.

La Decisione della Cassazione sulla Retribuzione Onnicomprensiva

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, accogliendo il ricorso dell’Azienda Sanitaria. La Suprema Corte ha chiarito che la natura del rapporto di lavoro del dirigente medico, regolato dal principio della retribuzione onnicomprensiva, non ammette un compenso aggiuntivo per le ore lavorate oltre il debito orario contrattuale.

Il Principio dell’All-Inclusive nel Contratto dei Dirigenti Medici

La contrattazione collettiva e la legge (in particolare il D.Lgs. 165/2001) stabiliscono che la retribuzione di un dirigente medico è fissata su base mensile e remunera tutte le funzioni e i compiti a lui attribuiti. Non si tratta di una paga oraria, ma di un compenso forfettario legato alla posizione e agli obiettivi da raggiungere. Qualsiasi superamento dell’orario di lavoro standard rientra già in questa logica ed è eventualmente compensato dalla retribuzione di risultato, non da pagamenti extra per singole ore.

Le 38 Ore: Minimo Prestazionale, non Massimo Invalicabile

Un punto chiave della sentenza è la qualificazione delle 38 ore settimanali. La Corte le definisce non come un tetto massimo, ma come un minimo prestazionale. L’impegno del dirigente è flessibile e deve essere correlato alle esigenze del servizio e al raggiungimento degli obiettivi assegnati. Pertanto, superare le 38 ore non configura automaticamente un diritto a un compenso straordinario.

Le Motivazioni: Perché il Lavoro Eccedente non va Pagato a Parte

La Corte ha spiegato che la richiesta del medico era basata su una logica di ‘esatto adempimento’, ovvero una richiesta di pagamento per una prestazione lavorativa che si assumeva non retribuita. Tuttavia, la sua retribuzione mensile era stata regolarmente corrisposta e, per definizione, copriva già tutte le 38 ore contrattuali. L’errato conteggio dell’ASL, pur essendo una condotta non corretta, non genera automaticamente un diritto a un pagamento aggiuntivo.
Il problema, secondo la Corte, potrebbe risiedere altrove: nella possibile violazione del diritto al riposo o nel danno alla salute psico-fisica del lavoratore. Per ottenere tutela su questo fronte, però, il medico avrebbe dovuto intraprendere un’azione diversa, finalizzata a ottenere un risarcimento del danno, e non un’integrazione della retribuzione. Tale danno, inoltre, deve essere specificamente allegato e provato.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: la retribuzione del dirigente medico è onnicomprensiva e svincolata dal mero conteggio delle ore. Per i dirigenti, ciò significa che non è possibile rivendicare compensi extra semplicemente dimostrando di aver lavorato oltre le 38 ore settimanali. La tutela contro carichi di lavoro eccessivi esiste, ma passa attraverso la dimostrazione di un pregiudizio concreto alla salute o alla vita di relazione, configurando un’azione di risarcimento del danno e non una semplice rivendicazione salariale.

Un dirigente medico ha diritto a un compenso extra se lavora più delle 38 ore settimanali a causa di un errato calcolo delle ore di assenza da parte dell’azienda sanitaria?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la retribuzione del dirigente medico è ‘onnicomprensiva’ e stabilita su base mensile, non oraria. Essa già compensa tutte le prestazioni rese, e un eventuale superamento dell’orario è remunerato dalla retribuzione di risultato, non da compensi extra.

Il principio della retribuzione onnicomprensiva significa che il medico non ha tutele in caso di orari di lavoro eccessivi?
Non esattamente. La sentenza chiarisce che il medico non può chiedere un pagamento aggiuntivo per le ore extra. Tuttavia, può agire in giudizio per ottenere un risarcimento se dimostra di aver subito un danno concreto alla salute, alla personalità morale o una violazione del diritto al riposo a causa del carico di lavoro eccessivo.

Qual è la natura delle 38 ore settimanali previste dal contratto per i dirigenti medici?
La Corte di Cassazione ha stabilito che le 38 ore settimanali rappresentano un minimo prestazionale, non un limite massimo invalicabile. Il sistema retributivo è basato sul raggiungimento di obiettivi e non sul mero conteggio delle ore lavorate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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