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Retribuzione onnicomprensiva: niente extra per i medici

Gli eredi di una dirigente medico hanno citato in giudizio un’azienda sanitaria per ottenere il pagamento di ore di lavoro extra, derivanti da un errato calcolo del debito orario durante i giorni di assenza. La Corte di Cassazione ha stabilito che il principio di retribuzione onnicomprensiva, applicabile ai dirigenti medici, implica che lo stipendio mensile copra l’intera prestazione lavorativa, anche se superiore alle 38 ore settimanali, per il raggiungimento degli obiettivi. Pertanto, non è dovuto alcun compenso aggiuntivo per le ore eccedenti. La Corte ha chiarito che un’eventuale richiesta di risarcimento per danno alla salute o al riposo rappresenta un’azione legale distinta e non una richiesta di retribuzione.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

La Retribuzione Onnicomprensiva dei Medici: No agli Extra per le Ore in Più

Un’importante sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale riguardo al compenso dei dirigenti medici nel Servizio Sanitario Nazionale. La questione centrale riguarda la retribuzione onnicomprensiva e se un errato calcolo del debito orario da parte dell’azienda sanitaria possa dar diritto a un compenso extra per le ore lavorate in più. La risposta della Suprema Corte è stata netta: no, lo stipendio del dirigente medico copre già l’intera prestazione, anche se eccedente l’orario standard.

I Fatti del Caso: un Errore di Calcolo sulle Ore di Assenza

Una dirigente medico, in servizio presso un’azienda sanitaria locale, aveva un orario di lavoro contrattuale di 38 ore settimanali, articolato su sei giorni. Questo si traduce in una media di 6 ore e 20 minuti al giorno. L’azienda, tuttavia, in caso di assenze legittime come ferie, malattia o permessi, calcolava solo 6 ore di debito orario “assolto”, invece dei corretti 6 ore e 20 minuti.

Questa differenza di 20 minuti per ogni giorno di assenza creava un “debito orario inesistente” che la dottoressa era costretta a recuperare lavorando più a lungo nei giorni di presenza per raggiungere il monte ore settimanale di 38 ore. Di conseguenza, i suoi eredi hanno agito in giudizio per ottenere il pagamento di queste ore “supplementari” svolte a causa dell’errore di calcolo.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione alla lavoratrice. Pur riconoscendo che per i dirigenti medici non si può parlare di “lavoro straordinario” in senso tecnico, i giudici di merito hanno ritenuto che l’erroneo sistema di calcolo costringesse la dirigente a una prestazione lavorativa eccedente quella dovuta. Di conseguenza, hanno condannato l’azienda sanitaria al pagamento delle relative differenze retributive.

La Retribuzione Onnicomprensiva secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente il verdetto, accogliendo il ricorso dell’azienda sanitaria. Il ragionamento dei giudici supremi si fonda sul principio cardine della retribuzione onnicomprensiva, previsto dalla contrattazione collettiva per la dirigenza medica.

Il Principio dell’Onnicomprensività

Secondo la Cassazione, la retribuzione di un dirigente medico è stabilita su base mensile e non oraria. Questo stipendio ha natura “onnicomprensiva”, ovvero remunera tutte le funzioni e i compiti attribuiti al dirigente, inclusa l’attività necessaria per raggiungere gli obiettivi assegnati. Le 38 ore settimanali non rappresentano un tetto massimo, ma un debito orario minimo. L’eventuale superamento di questo monte ore, se finalizzato al raggiungimento dei risultati, è già compensato dalla retribuzione di risultato, una componente accessoria dello stipendio.

Distinzione tra Retribuzione e Risarcimento del Danno

La Corte opera una distinzione cruciale: la richiesta degli eredi era un’azione di “esatto adempimento”, finalizzata a ottenere una retribuzione per le ore extra. Tuttavia, essendo lo stipendio onnicomprensivo e regolarmente pagato, non vi era alcun inadempimento contrattuale da parte dell’azienda sanitaria sotto il profilo retributivo.

Un percorso diverso, e potenzialmente percorribile, sarebbe stato quello di un’azione di risarcimento del danno. Se il lavoro aggiuntivo, imposto da un errore del datore, avesse causato un pregiudizio concreto alla salute, alla personalità morale o avesse impedito il godimento del riposo, il dirigente avrebbe potuto chiedere un risarcimento. Tale azione, però, richiede di allegare e provare specificamente il danno subito, cosa che non era stata fatta nel caso di specie.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il sistema retributivo della dirigenza medica è basato sulla valorizzazione degli obiettivi perseguiti, non sul mero computo del tempo impiegato. La flessibilità oraria è connaturata al ruolo dirigenziale. L’interpretazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) conferma che l’eccedenza oraria non è mai suscettibile di autonoma remunerazione. La richiesta di pagamento per le ore in più, quindi, è infondata perché la controprestazione (lo stipendio mensile) per il lavoro svolto, anche quello necessario per raggiungere la soglia delle 38 ore, era già stata regolarmente corrisposta.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza stabilisce un principio di diritto chiaro: il dirigente medico che agisce per ottenere l’esatto adempimento del contratto di lavoro non può pretendere più della sua retribuzione mensile onnicomprensiva, la quale non è legata al tempo effettivo di lavoro. Non ha diritto a un compenso per il lavoro eccedente l’orario contrattuale, anche se causato da un errore di calcolo del datore di lavoro. Per ottenere tutela, in questi casi, il dirigente deve dimostrare di aver subito un danno concreto alla sua sfera personale o alla salute, intraprendendo un’azione risarcitoria e non retributiva.

Un dirigente medico ha diritto a essere pagato per le ore di lavoro svolte oltre le 38 settimanali?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la retribuzione del dirigente medico è onnicomprensiva e non oraria. Lo stipendio mensile già compensa tutta la prestazione lavorativa, incluso il lavoro eccedente le 38 ore necessario per raggiungere gli obiettivi. Eventuali superamenti sono remunerati tramite la retribuzione di risultato.

Cosa significa il principio di retribuzione onnicomprensiva per i dirigenti medici?
Significa che lo stipendio mensile è un importo forfettario che copre tutte le funzioni, i compiti e le responsabilità derivanti dall’incarico, indipendentemente dal numero di ore effettivamente lavorate. Le 38 ore settimanali sono considerate una soglia minima di prestazione, non un limite massimo.

Se un errato calcolo dell’orario di lavoro da parte dell’azienda sanitaria costringe un medico a lavorare di più, cosa può fare?
Il medico non può chiedere un compenso aggiuntivo per le ore extra come se fosse straordinario. Tuttavia, se questo lavoro aggiuntivo ha causato un danno concreto e dimostrabile alla sua salute, alla vita di relazione o al diritto al riposo, può intentare un’azione legale per ottenere un risarcimento del danno, ma deve allegare e provare specificamente tale pregiudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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