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Retribuzione ferie: sì a indennità aggiuntive

Un gruppo di macchinisti ha contestato il metodo di calcolo della propria retribuzione ferie, chiedendo l’inclusione di varie indennità accessorie. Inizialmente, la Corte d’Appello aveva respinto la loro richiesta. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ribaltato tale decisione, stabilendo che la retribuzione durante le ferie deve essere onnicomprensiva e includere tutte le voci retributive intrinsecamente connesse alla mansione svolta. Basandosi su consolidati orientamenti giurisprudenziali e sulla normativa europea, la Corte ha cassato la sentenza e rinviato il caso per un nuovo esame.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione ferie: la Cassazione include le indennità accessorie

La corretta determinazione della retribuzione ferie rappresenta un pilastro fondamentale del diritto del lavoro, garantendo al dipendente il giusto ristoro durante il periodo di riposo annuale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: nel calcolo della paga durante le ferie devono essere considerate anche le indennità accessorie strettamente legate alle mansioni svolte. Questa decisione consolida un orientamento favorevole ai lavoratori, allineando la giurisprudenza nazionale ai principi del diritto europeo.

I fatti del caso

La vicenda trae origine dalla domanda di un gruppo di dipendenti di un’importante azienda di trasporti, con mansioni di macchinista. I lavoratori avevano richiesto che nel calcolo della loro retribuzione durante i periodi di ferie venissero incluse alcune indennità specifiche percepite con continuità, quali l’indennità di utilizzazione/condotta, quella di riserva/disponibilità e quella per l’assenza dalla residenza.

Inizialmente, la Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, aveva respinto le loro richieste. I dipendenti hanno quindi presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione di norme nazionali ed europee, in particolare della Direttiva 2003/88/CE e della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, che tutelano il diritto a ferie retribuite.

La decisione della Corte di Cassazione e il principio sulla retribuzione ferie

La Suprema Corte ha accolto i motivi di ricorso presentati dai lavoratori. La decisione si fonda su un solido e consolidato orientamento giurisprudenziale, già espresso in numerosi casi analoghi. La Corte ha cassato la sentenza della Corte d’Appello e ha rinviato la causa ad altra sezione della stessa Corte per un nuovo giudizio, che dovrà attenersi ai principi di diritto stabiliti.

Le motivazioni

Il cuore della motivazione risiede nel principio, di derivazione europea, secondo cui la retribuzione corrisposta durante le ferie deve essere tale da porre il lavoratore in una situazione economicamente comparabile a quella in cui si troverebbe se stesse lavorando. Lo scopo è evitare che il lavoratore sia disincentivato dal godere del proprio diritto al riposo a causa di una decurtazione economica.

Di conseguenza, la retribuzione feriale deve comprendere non solo la paga base, ma anche tutte le componenti accessorie che sono intrinsecamente collegate all’esecuzione delle mansioni affidate al lavoratore e che vengono corrisposte con una certa regolarità. Le indennità contestate nel caso di specie, essendo direttamente legate alla specifica attività di macchinista, rientrano pienamente in questa categoria.

La Cassazione ha inoltre sottolineato l’importanza della sua funzione nomofilattica, ovvero il compito di assicurare l’uniforme interpretazione della legge. Ha affermato che un orientamento giurisprudenziale consolidato, che garantisce stabilità e prevedibilità delle decisioni, non può essere disatteso senza ‘gravi ragioni’, rafforzando così la certezza del diritto per tutti i cittadini.

Le conclusioni

Questa ordinanza conferma in modo inequivocabile che il concetto di retribuzione ferie deve essere interpretato in senso ampio e onnicomprensivo. Le aziende devono quindi assicurarsi che nel calcolo della paga feriale vengano incluse tutte le voci retributive accessorie che costituiscono un corrispettivo per le mansioni svolte dal dipendente, e non solo la paga base. La decisione rappresenta una vittoria significativa per i diritti dei lavoratori, garantendo che il sacrosanto diritto alle ferie non sia penalizzato da un punto di vista economico e rafforzando l’applicazione dei principi europei nel nostro ordinamento.

Le indennità accessorie, come quella di condotta per un macchinista, devono essere incluse nella retribuzione durante le ferie?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la retribuzione durante le ferie deve essere onnicomprensiva. Deve quindi includere tutte le componenti retributive intrinsecamente connesse all’esecuzione delle mansioni, come le indennità di condotta, disponibilità o assenza dalla residenza.

Qual è il principio europeo alla base di questa decisione sulla retribuzione feriale?
Il principio, derivante dalla Direttiva 2003/88/CE, è che la retribuzione percepita durante le ferie deve essere paragonabile a quella ordinaria. L’obiettivo è garantire che il lavoratore non sia economicamente svantaggiato e, di conseguenza, disincentivato a godere del proprio diritto al riposo.

Perché la Corte di Cassazione ha dato così tanto peso ai propri precedenti in questa materia?
La Corte ha sottolineato la sua funzione nomofilattica, ovvero il dovere di assicurare un’interpretazione uniforme e stabile della legge. Richiamarsi a un orientamento consolidato rafforza la certezza del diritto e la prevedibilità delle decisioni giudiziarie, valori fondamentali per il sistema giuridico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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