LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Retribuzione ferie: quali voci include? La Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la retribuzione ferie deve includere tutte le indennità variabili intrinsecamente connesse all’attività lavorativa. In un caso riguardante un gruppo di piloti contro una compagnia aerea, la Corte ha confermato la nullità della clausola del contratto collettivo che escludeva tali voci, come l’indennità di tratta e quella per i voli straordinari. La decisione si fonda sul principio europeo che mira a non disincentivare il godimento delle ferie, garantendo al lavoratore una retribuzione durante il riposo paragonabile a quella percepita durante l’attività lavorativa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione Ferie: La Cassazione Conferma l’Inclusione delle Indennità Variabili

Il calcolo della retribuzione ferie rappresenta un tema cruciale nel diritto del lavoro, con importanti riflessi economici sia per i lavoratori che per le aziende. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale, derivato dal diritto europeo: la retribuzione corrisposta durante le ferie deve essere onnicomprensiva e non deve scoraggiare il lavoratore dal godere del proprio diritto al riposo. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa: La Controversia sulla Paga delle Ferie

Un gruppo di piloti impiegati presso una nota compagnia aerea ha avviato un’azione legale per ottenere il riconoscimento, ai fini del calcolo della retribuzione durante le ferie, di una serie di indennità variabili previste dal Contratto Collettivo di categoria. Tra queste figuravano voci come l'”indennità di tratta”, l'”indennità Volo straordinaria”, l'”indennità per riserva in aeroporto” e altre compensazioni legate a specifiche attività operative.

Secondo i lavoratori, l’esclusione di tali emolumenti, intrinsecamente legati all’esecuzione delle loro mansioni, comportava una significativa decurtazione dello stipendio durante il periodo feriale, creando un effetto disincentivante a usufruire del riposo annuale.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione ai piloti. I giudici di merito hanno dichiarato la nullità parziale dell’articolo del CCNL che non prevedeva l’inclusione di queste voci nella base di calcolo della retribuzione feriale. La Corte territoriale ha sottolineato come tali indennità avessero una chiara natura retributiva, essendo collegate allo status personale e professionale dei piloti e all’esecuzione dei compiti previsti dal contratto di lavoro. Di conseguenza, la compagnia aerea è stata condannata a pagare le differenze retributive calcolate sulla media dei compensi percepiti nei dodici mesi precedenti la fruizione delle ferie.

Il Ricorso in Cassazione e l’Importanza della Retribuzione Ferie

La compagnia aerea ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su tre motivi principali. In sintesi, l’azienda sosteneva che la previsione del CCNL fosse legittima e conforme alla normativa nazionale ed europea, in particolare alla Direttiva sull’orario di lavoro del personale di volo. Inoltre, criticava la Corte d’Appello per non aver considerato adeguatamente la giurisprudenza europea che, a suo dire, avrebbe supportato una diversa interpretazione. Infine, contestava la natura retributiva delle indennità in questione, definendole un insieme eterogeneo di attribuzioni con carattere anche risarcitorio.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la sentenza d’appello e fornendo chiarimenti essenziali sul concetto di retribuzione ferie.

Il ragionamento della Corte si fonda su principi consolidati, derivanti dall’interpretazione della Direttiva europea 2003/88/CE fornita dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il principio cardine è che la retribuzione dovuta durante le ferie annuali deve garantire al lavoratore una condizione economica paragonabile a quella di cui gode durante i periodi di lavoro. Questo per evitare il cosiddetto “effetto dissuasivo”: il lavoratore non deve essere indotto a rinunciare al riposo per non subire una perdita economica.

Per questo motivo, la retribuzione feriale deve comprendere qualsiasi importo pecuniario che sia collegato all’esecuzione delle mansioni e correlato allo status personale e professionale del lavoratore. La Corte ha ritenuto che le indennità specifiche dei piloti (per tratta, volo straordinario, riserva, ecc.) rientrassero pienamente in questa categoria. Erano infatti connesse alle peculiari caratteristiche dell’attività di volo, che comporta l’alternanza tra periodi di servizio e periodi di sosta fuori base, e dipendevano direttamente dallo status professionale di pilota.

La Cassazione ha anche chiarito il ruolo della contrattazione collettiva. Sebbene essa sia fondamentale per regolare i rapporti di lavoro, non può derogare ai principi minimi stabiliti dal diritto dell’Unione Europea e da quello nazionale. Pertanto, una clausola collettiva che limiti la base di calcolo della retribuzione feriale in modo da creare un effetto dissuasivo è da considerarsi illegittima.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza un principio di tutela fondamentale per tutti i lavoratori. La retribuzione durante le ferie non può limitarsi alla sola paga base, ma deve includere tutte quelle componenti variabili che costituiscono una parte significativa e abituale del compenso del lavoratore, in quanto legate alla sua professionalità e alle modalità di svolgimento della prestazione. Questa decisione ha implicazioni pratiche importanti per le aziende, che devono assicurarsi di calcolare correttamente la paga feriale, includendo tutte le voci retributive connesse alla mansione, per evitare contenziosi e garantire il pieno rispetto del diritto irrinunciabile al riposo retribuito.

Le indennità variabili, come quelle di tratta o per i voli straordinari, devono essere incluse nel calcolo della retribuzione durante le ferie?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, tutte le voci retributive intrinsecamente collegate all’esecuzione delle mansioni e allo status personale e professionale del lavoratore devono essere incluse nella base di calcolo della retribuzione feriale.

Perché la Corte ritiene che queste indennità debbano essere incluse nella paga delle ferie?
Perché la loro esclusione comporterebbe una significativa decurtazione economica per il lavoratore durante il periodo di riposo. Questo creerebbe un “effetto dissuasivo”, spingendo il lavoratore a non godere delle ferie per non subire una perdita di reddito, in violazione dei principi del diritto europeo.

Un contratto collettivo nazionale (CCNL) può escludere queste indennità dal calcolo della retribuzione feriale?
No. La Corte ha stabilito che la contrattazione collettiva, pur avendo un ruolo centrale, non può derogare alle prescrizioni normative minime dettate dal diritto dell’Unione Europea e nazionale. Una clausola che escluda tali indennità, violando il principio di onnicomprensività della retribuzione feriale, è da considerarsi nulla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati