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Retribuzione ferie: l’indennità di turno va inclusa

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un’amministrazione comunale, confermando il diritto di alcuni agenti di polizia locale a percepire l’indennità di turno anche durante le ferie. La decisione si fonda sul principio del diritto dell’Unione Europea secondo cui la retribuzione ferie deve essere complessiva e non inferiore a quella ordinaria, per evitare di dissuadere i lavoratori dal fruire del loro diritto al riposo. Qualsiasi elemento retributivo intrinsecamente legato alle mansioni svolte deve quindi essere incluso nel calcolo.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione Ferie: L’Indennità di Turno va Sempre Inclusa

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha riaffermato un principio fondamentale a tutela del diritto al riposo dei lavoratori: la retribuzione ferie deve essere onnicomprensiva. Questo significa che deve includere anche le indennità variabili, come quella di turno, se sono intrinsecamente legate alle mansioni svolte. La decisione, basata sull’interpretazione del diritto dell’Unione Europea, chiarisce che una paga ridotta durante le vacanze costituisce un deterrente inaccettabile all’effettivo godimento delle ferie.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla richiesta di un gruppo di agenti di polizia locale impiegati presso un’amministrazione comunale. Gli agenti avevano chiesto al giudice di accertare il loro diritto a percepire, per ogni giorno di ferie, anche l’indennità di turno, disapplicando le norme del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) che la escludevano. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione ai lavoratori, sostenendo che una retribuzione feriale inferiore a quella ordinaria violasse i principi comunitari. L’amministrazione comunale, ritenendo errate tali decisioni, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Retribuzione Ferie

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del Comune, confermando integralmente le sentenze precedenti. Ha stabilito che l’interpretazione delle norme nazionali e contrattuali deve essere conforme al diritto dell’Unione Europea, in particolare alla direttiva sull’orario di lavoro (2003/88/CE). Di conseguenza, la nozione di “ferie retribuite” implica che il lavoratore debba percepire la sua retribuzione “ordinaria”, comprensiva di tutti gli elementi collegati all’esecuzione delle sue mansioni.

Le Motivazioni della Sentenza: il Principio Europeo sulla Retribuzione Ferie

Il cuore della decisione risiede nell’effetto deterrente che una paga ridotta può avere sul lavoratore. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha più volte chiarito che lo scopo del diritto alle ferie retribuite è consentire al lavoratore di riposarsi, senza subire un pregiudizio economico. Se durante le ferie il lavoratore percepisce una retribuzione inferiore a quella che riceverebbe lavorando, potrebbe essere incentivato a rinunciare al riposo.

La Cassazione ha spiegato che qualsiasi importo pecuniario che sia intrinsecamente collegato all’esecuzione delle mansioni previste dal contratto di lavoro deve essere incluso nella retribuzione feriale. L’indennità di turno, essendo corrisposta per compensare il disagio derivante da una particolare articolazione dell’orario di lavoro, rientra pienamente in questa categoria. Non è rilevante che sia una voce “variabile” dello stipendio; ciò che conta è il suo legame funzionale con l’attività lavorativa.

La Corte ha inoltre respinto le argomentazioni dell’ente pubblico relative all’equilibrio di bilancio e alla sostenibilità della spesa pubblica. Secondo i giudici, i diritti fondamentali dei lavoratori, come quello a un effettivo riposo retribuito, non possono essere sacrificati per esigenze di contabilità pubblica. Il diritto di credito del lavoratore a una retribuzione piena prevale sugli obblighi di bilancio dell’ente.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di massima importanza per tutti i lavoratori, sia del settore pubblico che privato. Il principio affermato è chiaro: la busta paga durante le ferie deve essere sostanzialmente identica a quella di un normale mese di lavoro. I datori di lavoro sono tenuti a includere nel calcolo della retribuzione ferie tutte le voci retributive continuative e collegate alla mansione, come indennità di turno, di disagio o altre componenti accessorie. In caso contrario, il lavoratore ha il diritto di richiederne il pagamento in sede giudiziaria. La decisione rafforza la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, garantendo che il diritto al riposo annuale non sia solo formale, ma effettivo e senza penalizzazioni economiche.

L’indennità di turno deve essere inclusa nella retribuzione durante le ferie?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’indennità di turno, essendo intrinsecamente collegata alle mansioni svolte e a compensare uno specifico disagio lavorativo, deve essere inclusa nella retribuzione feriale per garantire un compenso paragonabile a quello dei periodi di lavoro.

Perché la retribuzione delle ferie deve essere uguale a quella ordinaria?
Perché una retribuzione inferiore durante le ferie potrebbe dissuadere il lavoratore dall’esercitare il suo diritto al riposo, un principio fondamentale del diritto sociale dell’Unione Europea volto a proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori, mettendolo in una situazione economica paragonabile a quella dei periodi di lavoro.

I limiti di spesa pubblica possono giustificare una retribuzione feriale ridotta?
No, la Corte ha chiarito che gli obblighi derivanti dalla normativa in tema di contabilità pubblica non possono prevalere sul diritto di credito del lavoratore a una retribuzione feriale completa, come definito dalla normativa nazionale, sovranazionale e dalla contrattazione collettiva vigente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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