LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Retribuzione ferie: indennità incluse nel calcolo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 281/2024, ha stabilito che la retribuzione ferie deve includere tutte le indennità accessorie strettamente connesse all’attività lavorativa. Un’azienda di trasporti ferroviari aveva escluso dal calcolo le indennità per attività di condotta e di riserva, ma la Corte ha respinto il ricorso, allineandosi alla giurisprudenza europea. Il principio è che una paga ridotta durante le ferie potrebbe disincentivare il lavoratore dal goderne. La Corte ha anche confermato che la prescrizione per i crediti retributivi decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 16 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione Ferie: Anche le Indennità Accessorie Vanno Calcolate

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale per la tutela dei lavoratori: il calcolo della retribuzione ferie deve essere onnicomprensivo. Questo significa che non può limitarsi alla sola paga base, ma deve includere tutte quelle indennità e compensi accessori che sono intrinsecamente legati alle mansioni svolte. La decisione consolida l’orientamento, di derivazione europea, volto a garantire che il godimento delle ferie non si traduca in una penalizzazione economica per il dipendente.

I fatti di causa

Il caso ha origine dalla domanda di un lavoratore, un macchinista di una nota compagnia di trasporti ferroviari. Egli contestava l’esclusione, dal calcolo della retribuzione durante le ferie, di alcune voci retributive percepite abitualmente durante l’attività lavorativa. Nello specifico, si trattava di compensi incentivanti per l’attività di condotta, indennità per le giornate di riserva e compensi per l’assenza dalla residenza.

Sia in primo grado che in appello, i giudici avevano dato ragione al lavoratore, dichiarando la nullità delle clausole dei contratti collettivi che prevedevano tale esclusione. La Corte d’Appello aveva condannato l’azienda a versare le differenze retributive maturate, calcolate sulla media dei compensi percepiti nei dodici mesi precedenti la fruizione delle ferie. L’azienda ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo una violazione delle norme nazionali ed europee in materia.

La decisione della Corte di Cassazione sulla retribuzione ferie

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso dell’azienda, confermando la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno basato la loro decisione su due pilastri argomentativi principali: l’interpretazione del diritto dell’Unione Europea in materia di ferie retribuite e la corretta applicazione delle norme sulla prescrizione dei crediti di lavoro.

Le motivazioni

L’interpretazione del concetto di “ferie retribuite” secondo il diritto UE

La Corte ha sottolineato come la nozione di “ferie retribuite”, sancita dalla Direttiva 2003/88/CE, debba essere interpretata in modo da non scoraggiare il lavoratore dall’esercitare il proprio diritto al riposo. Una diminuzione significativa della retribuzione durante le ferie rappresenterebbe un forte disincentivo.

Seguendo la consolidata giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la Cassazione ha affermato che la retribuzione feriale deve essere “sostanzialmente equiparabile” a quella ordinaria. Di conseguenza, deve comprendere qualsiasi importo pecuniario che presenti un collegamento intrinseco con l’esecuzione delle mansioni e che sia correlato allo status personale e professionale del lavoratore. Le indennità di condotta e di riserva, essendo corrisposte in modo continuativo e direttamente legate alle specifiche modalità dell’attività lavorativa, rientrano pienamente in questa categoria. La loro esclusione altererebbe l’equilibrio economico, penalizzando il lavoratore proprio nel momento del riposo.

La prescrizione dei crediti di lavoro

Un altro motivo di ricorso riguardava la decorrenza della prescrizione. L’azienda sosteneva che il termine quinquennale per richiedere le differenze retributive dovesse decorrere durante lo svolgimento del rapporto di lavoro. La Corte ha respinto anche questa tesi, richiamando la sua più recente giurisprudenza.

A seguito delle riforme che hanno modificato l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 92/2012 e D.Lgs. 23/2015), il regime di stabilità del posto di lavoro è venuto meno. In assenza di una tutela reintegratoria forte contro il licenziamento illegittimo, il lavoratore si trova in una posizione di debolezza che potrebbe indurlo a non far valere i propri diritti per timore di ritorsioni. Per questo motivo, la Corte ha stabilito che il termine di prescrizione per i crediti retributivi inizia a decorrere solo dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.

Le conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rappresenta un’importante conferma a tutela del diritto alle ferie, inteso non solo come un periodo di astensione dal lavoro, ma come un diritto a un riposo effettivo e non penalizzante dal punto di vista economico. La decisione chiarisce che il calcolo della retribuzione ferie deve basarsi su un principio di onnicomprensività, includendo tutte le voci retributive legate alla normale attività lavorativa. Inoltre, consolida il principio secondo cui la prescrizione dei crediti di lavoro decorre dalla fine del rapporto, offrendo una maggiore protezione ai dipendenti nel mutato quadro normativo sulla stabilità occupazionale.

Quali elementi devono essere inclusi nel calcolo della retribuzione durante le ferie?
La retribuzione durante le ferie deve includere non solo la paga base, ma anche qualsiasi importo pecuniario che si pone in rapporto di collegamento con l’esecuzione delle mansioni e che è correlato allo status personale e professionale del lavoratore, come le indennità per attività di condotta o di riserva.

Perché le indennità accessorie sono incluse nella paga delle ferie?
Perché una diminuzione della retribuzione durante il periodo di riposo potrebbe dissuadere il lavoratore dall’esercitare il suo diritto alle ferie. La giurisprudenza europea e nazionale mira a garantire che la retribuzione feriale sia sostanzialmente equiparabile a quella percepita durante i periodi di lavoro.

Da quando decorre il termine di prescrizione per i crediti retributivi?
Secondo la Corte, a seguito delle riforme che hanno ridotto la stabilità del posto di lavoro, il termine di prescrizione quinquennale per i crediti di lavoro decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro, e non durante il suo svolgimento. Questo per proteggere il lavoratore dal timore di ritorsioni da parte del datore di lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati