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Retribuzione ferie: indennità incluse? La Cassazione

Un lavoratore ha ottenuto il diritto a includere le indennità perequativa, compensativa e di turno nella sua retribuzione ferie. La Corte di Cassazione, respingendo il ricorso dell’azienda di trasporti, ha confermato che, in linea con il diritto europeo, la retribuzione durante le ferie deve comprendere tutti gli importi legati all’esecuzione delle mansioni per non scoraggiare il lavoratore dal godere del riposo. Qualsiasi voce retributiva intrinsecamente connessa al lavoro svolto deve essere considerata parte della normale retribuzione feriale.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione ferie: quali voci includere? La Cassazione fa chiarezza

Il calcolo della retribuzione ferie rappresenta un tema cruciale nel diritto del lavoro, fonte di numerose controversie. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 25850/2024, ha ribadito un principio fondamentale, fortemente influenzato dal diritto europeo: la paga durante le ferie non deve scoraggiare il lavoratore dal godere del proprio diritto al riposo. Per questo, deve includere tutte le voci retributive intrinsecamente legate alle mansioni svolte.

I Fatti del Caso: La Controversia tra Lavoratore e Azienda

Il caso nasce dalla richiesta di un dipendente di una società di trasporti di vedersi riconosciute, anche durante il periodo feriale, alcune indennità aggiuntive: l’indennità perequativa, quella compensativa e l’indennità di turno. L’azienda si opponeva, considerando tali voci legate alla presenza effettiva in servizio e non dovute durante le assenze per ferie.

La Corte d’Appello aveva dato ragione al lavoratore, riformando la sentenza di primo grado e condannando la società al pagamento delle differenze retributive. Secondo i giudici di secondo grado, tali indennità erano a tutti gli effetti parte della normale retribuzione, in quanto collegate all’esecuzione delle mansioni previste dal contratto e non a eventi occasionali. L’azienda, insoddisfatta della decisione, ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

Il Principio Europeo sulla Retribuzione Ferie

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’azienda, basando la sua decisione sui principi consolidati della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il diritto al riposo è tutelato dalla Direttiva 2003/88/CE, che stabilisce il diritto a ‘ferie annuali retribuite’.

La giurisprudenza europea ha chiarito che l’aggettivo ‘retribuite’ significa che il lavoratore deve percepire la sua ‘retribuzione ordinaria’. Una diminuzione della paga durante le ferie potrebbe infatti rappresentare un incentivo a non goderne, in contrasto con l’obiettivo di tutelare la salute e la sicurezza del lavoratore. Pertanto, la retribuzione feriale deve porre il dipendente in una situazione finanziaria paragonabile a quella dei periodi di lavoro.

Le Motivazioni della Cassazione

Gli Ermellini hanno applicato questi principi al caso specifico, analizzando la natura delle indennità contestate.

Per quanto riguarda l’indennità perequativa e compensativa, la Corte ha stabilito che esse, pur essendo nate per conglobare varie voci precedenti, erano ormai parte integrante della retribuzione legata alle mansioni del lavoratore, in misura fissa e pensionabile. Non potevano quindi essere escluse dal calcolo della paga feriale.

Anche l’indennità di turno è stata considerata una componente strutturale della retribuzione. Essa non compensa un evento occasionale, ma la penosità intrinseca di una prestazione lavorativa organizzata su turni flessibili e avvicendati. Si tratta, secondo la Corte, di un’integrazione strettamente collegata alle qualifiche professionali e alle modalità di esecuzione del lavoro, che deve essere inclusa nella base di calcolo della retribuzione ferie.

La Corte ha sottolineato come i giudici nazionali abbiano l’obbligo di un’interpretazione conforme al diritto dell’Unione Europea, disapplicando eventuali norme interne o clausole di contratti collettivi che si pongano in contrasto con esso. L’esclusione di queste indennità avrebbe creato un deterrente economico all’esercizio del diritto alle ferie, in violazione dei principi comunitari.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento fondamentale a tutela del lavoratore. La decisione chiarisce che la nozione di retribuzione da utilizzare per il calcolo delle ferie non può limitarsi alla paga base, ma deve comprendere qualsiasi importo pecuniario che sia collegato all’esecuzione delle mansioni e correlato allo status personale e professionale del dipendente. Le aziende devono quindi prestare massima attenzione nella definizione della base di calcolo della retribuzione feriale, includendo tutte le voci che non abbiano natura di mero rimborso spese o carattere puramente occasionale, per evitare contenziosi e garantire il pieno rispetto del diritto al riposo dei propri dipendenti.

Quali tipi di indennità devono essere inclusi nel calcolo della retribuzione durante le ferie?
Secondo la Corte di Cassazione, devono essere inclusi tutti gli importi pecuniari che si pongono in rapporto di collegamento con l’esecuzione delle mansioni e che sono correlati allo ‘status’ personale e professionale del lavoratore, come l’indennità perequativa, compensativa e di turno.

Perché è importante che la retribuzione durante le ferie sia ‘ordinaria’?
Perché una diminuzione della retribuzione durante il periodo di riposo potrebbe dissuadere il lavoratore dall’esercitare il suo diritto alle ferie, il che sarebbe in contrasto con le finalità di tutela della salute e della sicurezza previste dal diritto dell’Unione Europea.

Un contratto collettivo aziendale può escludere alcune indennità dal calcolo della retribuzione feriale?
No, se tale esclusione si pone in contrasto con i principi del diritto dell’Unione Europea. I giudici nazionali sono tenuti a interpretare le norme interne, inclusi i contratti collettivi, in modo conforme al diritto europeo, garantendo che al lavoratore venga corrisposta una retribuzione ordinaria durante le ferie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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