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Retribuzione ferie: gli incentivi vanno inclusi

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, stabilendo che nella retribuzione ferie dei macchinisti devono essere inclusi anche i compensi incentivanti, come l’indennità di condotta e di riserva. La loro esclusione, infatti, costituirebbe un deterrente al godimento delle ferie, in contrasto con la normativa europea e nazionale. La Corte ha inoltre ribadito che la prescrizione dei crediti di lavoro decorre dalla fine del rapporto.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione Ferie: La Cassazione Conferma l’Inclusione degli Incentivi Variabili

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un tema cruciale per il diritto del lavoro: la corretta determinazione della retribuzione ferie. La decisione ribadisce un principio fondamentale, di derivazione europea: la paga durante le vacanze deve includere tutte le voci retributive ordinarie per non disincentivare il lavoratore a godere del suo irrinunciabile diritto al riposo. Analizziamo nel dettaglio questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: La Controversia sulla Paga Durante le Ferie

Un gruppo di macchinisti di una società di trasporti ferroviari ha agito in giudizio per ottenere il riconoscimento di alcune voci retributive accessorie nel calcolo della loro paga durante le ferie. In particolare, i lavoratori chiedevano che venissero inclusi l'”incentivo per attività di condotta”, l'”indennità di riserva” e il “compenso per assenza dalla residenza”.

Sia in primo grado che in appello, i giudici hanno dato ragione ai lavoratori. La Corte d’Appello, in particolare, ha dichiarato la nullità delle clausole dei contratti collettivi (CCNL e accordo aziendale) che escludevano tali compensi dalla base di calcolo della retribuzione feriale. Secondo i giudici di merito, queste indennità sono strettamente connesse all’attività lavorativa ordinaria e al loro status professionale, pertanto la loro esclusione durante le ferie avrebbe comportato una perdita economica tale da dissuadere i dipendenti dal prendere le vacanze. L’azienda ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte: Il Principio di Effettività del Diritto alle Ferie

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso della società, confermando le sentenze precedenti e consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai ben definito.

Il calcolo della retribuzione ferie e l’impatto delle voci accessorie

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione del concetto di “ferie retribuite”, come delineato dalla Direttiva europea 2003/88/CE e dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE). L’obiettivo della normativa è garantire che il lavoratore, durante il periodo di riposo, si trovi in una situazione economica “sostanzialmente equiparabile” a quella dei periodi di lavoro. Una diminuzione significativa della paga potrebbe, infatti, indurre il lavoratore a rinunciare alle ferie, vanificando la finalità di tutela della salute e sicurezza.

La Cassazione ha chiarito che qualsiasi importo pecuniario intrinsecamente collegato all’esecuzione delle mansioni e correlato allo status personale e professionale del lavoratore deve essere incluso. I giudici hanno ritenuto che le indennità richieste dai macchinisti rientrassero pienamente in questa categoria, essendo componenti non occasionali ma continuative della loro normale remunerazione.

La Questione della Prescrizione nei Rapporti di Lavoro

Un altro motivo di ricorso riguardava la prescrizione dei crediti retributivi. L’azienda sosteneva che il termine di prescrizione dovesse decorrere durante lo svolgimento del rapporto di lavoro. La Corte ha respinto anche questa tesi, richiamando un suo recente e importante orientamento. A seguito delle riforme che hanno inciso sulla stabilità del rapporto di lavoro a tempo indeterminato (Legge 92/2012 e D.Lgs. 23/2015), è venuto meno il presupposto di tutela reale piena che garantiva il lavoratore contro un licenziamento ritorsivo. Di conseguenza, per tutelare il lavoratore che potrebbe temere di agire in giudizio contro il proprio datore di lavoro, la prescrizione dei crediti retributivi decorre solo dalla cessazione del rapporto.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su un solido impianto argomentativo, basato sul principio di fedeltà ai precedenti e sulla prevalenza del diritto dell’Unione Europea. I giudici hanno sottolineato che le sentenze della CGUE hanno efficacia vincolante nell’ordinamento nazionale e forniscono l’interpretazione autentica delle norme comunitarie. La nozione di retribuzione durante le ferie, così come interpretata dalla giurisprudenza europea, è finalizzata a evitare qualsiasi effetto dissuasivo. La Corte ha ritenuto che la valutazione del giudice di merito fosse corretta: l’esclusione di compensi non residuali, ma incidenti in modo significativo sulla paga mensile, integra una diminuzione della retribuzione idonea a scoraggiare il godimento delle ferie. Pertanto, l’interpretazione delle norme collettive aziendali doveva essere allineata a questa finalità di tutela.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un’importante conferma a tutela dei diritti dei lavoratori. Stabilisce con chiarezza che la retribuzione ferie non può essere limitata alla sola paga base, ma deve comprendere tutte quelle componenti fisse e variabili che costituiscono la normale remunerazione del dipendente. Questa decisione ha implicazioni pratiche significative per le aziende, che devono ricalcolare la base imponibile per la paga feriale, e per i lavoratori, che vedono rafforzato il loro diritto a un riposo effettivo e pienamente retribuito. Inoltre, il principio sulla decorrenza della prescrizione dalla fine del rapporto di lavoro offre una maggiore protezione ai dipendenti nel far valere i propri diritti economici.

Le indennità accessorie, come quelle per la guida o la riserva, devono essere incluse nella retribuzione durante le ferie?
Sì. Secondo la Corte, queste indennità, se collegate all’esecuzione ordinaria delle mansioni e non meramente occasionali, devono essere incluse nella retribuzione feriale per garantire che il lavoratore non subisca una perdita economica che lo possa dissuadere dal godere del suo diritto al riposo.

Perché la Corte di Giustizia Europea ha un’influenza così forte su queste decisioni?
La Corte di Cassazione ha ribadito che le sentenze della Corte di Giustizia dell’UE hanno efficacia vincolante, diretta e prevalente sull’ordinamento nazionale. L’interpretazione fornita dalla CGUE sul concetto di “ferie retribuite” (art. 7 Direttiva 2003/88/CE) è quindi un punto di riferimento fondamentale per i giudici italiani.

Da quando decorre la prescrizione per i crediti di lavoro, come le differenze retributive sulle ferie?
La Corte ha stabilito che, a seguito delle riforme del mercato del lavoro (L. 92/2012 e D.Lgs. 23/2015) che hanno ridotto la stabilità del posto di lavoro, la prescrizione decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro. Questo perché durante il rapporto il lavoratore potrebbe essere intimidito dal far valere i propri diritti per timore di un licenziamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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