LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Retribuzione ferie: calcolo e indennità variabili

Una società di trasporti ha impugnato una sentenza che includeva diverse indennità variabili nel calcolo della retribuzione durante le ferie dei suoi dipendenti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la retribuzione ferie deve comprendere qualsiasi compenso collegato all’esecuzione delle mansioni, per non scoraggiare il godimento delle ferie, in linea con il diritto europeo. La Corte ha inoltre respinto le eccezioni sulla prescrizione dei crediti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione Ferie: Anche le Indennità Variabili Vanno Calcolate

Il calcolo della retribuzione ferie rappresenta un tema cruciale nel diritto del lavoro, poiché incide direttamente su un diritto fondamentale del lavoratore: il riposo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale, di derivazione europea, secondo cui la paga durante le vacanze deve essere sostanzialmente equivalente a quella percepita durante i periodi di lavoro. Questo significa includere anche quelle voci variabili e accessorie strettamente connesse alle mansioni svolte. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Controversia sulla Paga Durante le Vacanze

Un gruppo di lavoratori, impiegati come macchinisti presso una grande società di trasporti, si è rivolto al Tribunale per ottenere il riconoscimento del proprio diritto a veder incluse nel calcolo della retribuzione feriale alcune indennità percepite in modo continuativo durante l’attività lavorativa. Nello specifico, si trattava di compensi legati all’attività di condotta oraria, all’attività di riserva e all’assenza dalla residenza.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione ai lavoratori, condannando l’azienda al pagamento delle differenze retributive. La società, ritenendo errata tale interpretazione, ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che tali indennità non dovessero rientrare nella base di calcolo della paga feriale, in quanto la materia sarebbe regolata dalla contrattazione collettiva.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Retribuzione Ferie

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi di ricorso presentati dall’azienda, confermando integralmente le decisioni dei giudici di merito. La Suprema Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati, derivanti direttamente dal diritto dell’Unione Europea e dalla sua interpretazione da parte della Corte di Giustizia.

L’Interpretazione della Normativa Europea

Il punto centrale della questione risiede nell’articolo 7 della Direttiva 2003/88/CE. La Corte di Giustizia Europea ha costantemente affermato che lo scopo di questa norma è garantire che il lavoratore, durante le ferie, si trovi in una situazione economica paragonabile a quella dei periodi di lavoro. Una diminuzione sensibile della retribuzione potrebbe, infatti, rappresentare un deterrente all’esercizio del diritto al riposo, un diritto essenziale per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

Di conseguenza, la nozione di ‘retribuzione’ da utilizzare per il periodo feriale è una nozione europea, che prevale sulla normativa nazionale e comprende qualsiasi importo pecuniario che sia intrinsecamente collegato all’esecuzione delle mansioni e allo status personale e professionale del lavoratore.

L’impatto delle Indennità Variabili

I giudici hanno verificato che le indennità richieste dai lavoratori (per attività di condotta, di riserva e di assenza dalla residenza) erano tipiche della mansione di macchinista e venivano erogate in modo continuativo. Escluderle dal calcolo della retribuzione ferie avrebbe comportato una sensibile diminuzione dello stipendio durante il periodo di riposo, creando proprio quell’effetto dissuasivo che la normativa europea intende evitare.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato il rigetto del ricorso basandosi sulla fedeltà ai precedenti giurisprudenziali e sull’efficacia vincolante delle sentenze della Corte di Giustizia dell’UE. Queste ultime non creano nuove norme, ma ne chiariscono il significato e l’ambito di applicazione con efficacia erga omnes. I giudici di merito avevano correttamente applicato tali principi, verificando ex ante la potenziale dissuasività derivante dall’esclusione di importanti voci economiche dalla paga feriale. La Corte ha inoltre respinto il motivo relativo alla prescrizione, confermando che, a seguito delle riforme del mercato del lavoro che hanno ridotto la stabilità del rapporto (Legge n. 92/2012), il termine di prescrizione quinquennale per i crediti di lavoro decorre dalla cessazione del rapporto e non in costanza di esso.

Le Conclusioni: Cosa Cambia per Lavoratori e Aziende

Questa ordinanza consolida un orientamento ormai chiaro: il diritto alle ferie retribuite non può essere svuotato da un calcolo che penalizzi economicamente il lavoratore. Per le aziende, ciò significa che la determinazione della paga feriale deve andare oltre la semplice retribuzione fissa, includendo tutte quelle componenti variabili che sono strettamente e regolarmente legate alla prestazione lavorativa. Per i lavoratori, si tratta di una conferma importante a tutela di un diritto irrinunciabile, garantendo che il necessario periodo di riposo non si traduca in una perdita economica.

Le indennità variabili, come quelle per attività di condotta o di riserva, devono essere incluse nel calcolo della retribuzione durante le ferie?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che qualsiasi importo pecuniario strettamente collegato all’esecuzione delle mansioni e corrisposto con continuità deve essere incluso nella retribuzione feriale per garantire che il lavoratore si trovi in una situazione economica paragonabile a quella dei periodi di lavoro.

Perché è importante che la retribuzione durante le ferie sia ‘paragonabile’ a quella ordinaria?
Per evitare di creare un disincentivo economico che possa dissuadere il lavoratore dall’esercitare il proprio diritto al riposo. Il diritto alle ferie è fondamentale per la salute e la sicurezza del lavoratore, e una significativa riduzione dello stipendio potrebbe spingerlo a non goderne appieno, in contrasto con gli obiettivi del diritto dell’Unione Europea.

Il termine di prescrizione per i crediti retributivi decorre durante il rapporto di lavoro?
No. La Corte ha affermato che, a seguito delle modifiche legislative che hanno inciso sulla stabilità del rapporto di lavoro (come la Legge n. 92/2012), il termine di prescrizione per i crediti di lavoro non decorre in costanza di rapporto, ma solo dalla sua cessazione, a causa della posizione di ‘timore’ in cui potrebbe trovarsi il lavoratore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati