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Retribuzione feriale: quali indennità includere?

La Corte di Cassazione ha stabilito che la retribuzione feriale deve includere tutte le indennità intrinsecamente collegate alle mansioni, come l’indennità di utilizzo professionale e quella di assenza da residenza per un macchinista. Accogliendo il ricorso di un lavoratore contro una società di trasporti, la Corte ha affermato che escludere tali voci potrebbe dissuadere dal godere delle ferie, violando i principi del diritto dell’Unione Europea. La paga durante le ferie deve essere paragonabile a quella percepita durante i periodi di lavoro.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione feriale: anche le indennità per disagio vanno incluse

La corretta determinazione della retribuzione feriale è un tema centrale nel diritto del lavoro, poiché tocca direttamente il diritto irrinunciabile del lavoratore al riposo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito, sulla scia della giurisprudenza europea, un principio fondamentale: la paga durante le ferie deve essere onnicomprensiva e paragonabile a quella dei periodi lavorativi, per non creare un disincentivo economico a godere delle vacanze. Vediamo nel dettaglio il caso e le motivazioni della Corte.

I Fatti di Causa

Un lavoratore, con mansioni di macchinista presso una nota società di trasporti ferroviari, si era rivolto al Tribunale per ottenere il riconoscimento del suo diritto a percepire, anche durante le ferie, alcune indennità specifiche. In particolare, chiedeva l’inclusione nella base di calcolo della retribuzione feriale dell’indennità di utilizzazione giornaliera professionale (IUP) e dell’indennità di assenza dalla residenza.

Il Tribunale aveva accolto le sue richieste, ma la Corte d’Appello, in riforma della prima sentenza, le aveva rigettate. Secondo i giudici di secondo grado, l’autonomia delle parti sociali (sindacati e azienda) permetteva di definire la composizione della retribuzione per le ferie, escludendo tali voci, anche in considerazione della loro ritenuta modesta incidenza economica. Il lavoratore ha quindi proposto ricorso per cassazione contro questa decisione.

La Decisione della Corte e il calcolo della retribuzione feriale

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha accolto il ricorso del lavoratore, cassando la sentenza della Corte d’Appello e rinviando la causa per un nuovo esame. I giudici supremi hanno chiarito che la nozione di retribuzione feriale deve essere interpretata alla luce del diritto dell’Unione Europea, in particolare dell’articolo 7 della Direttiva 2003/88/CE.

Il principio cardine è che lo stipendio percepito durante le ferie deve mettere il lavoratore in una condizione economica paragonabile a quella dei periodi di lavoro. Qualsiasi prassi che comporti una significativa riduzione della retribuzione durante le ferie è potenzialmente dissuasiva e, quindi, incompatibile con la finalità della normativa europea, che è quella di garantire un effettivo riposo.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su diversi argomenti chiave, allineandosi pienamente all’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Innanzitutto, è stato ribadito che nella retribuzione feriale deve essere incluso qualsiasi importo pecuniario che presenti un nesso intrinseco con le mansioni svolte dal lavoratore. Non si può limitare il calcolo solo ad alcune voci, escludendone altre che sono corrisposte in modo continuativo e sono legate allo status professionale del dipendente. L’esclusione è ammessa solo per elementi che coprono spese occasionali o accessorie.

Nel caso specifico, sia l’indennità di utilizzazione professionale (IUP) sia l’indennità di assenza dalla residenza sono state ritenute direttamente collegate ai disagi e alle peculiarità delle mansioni di un macchinista, costantemente in movimento e lontano da una sede di lavoro fissa. Si tratta, quindi, di componenti ordinarie e non eccezionali della retribuzione.

La Cassazione ha inoltre sottolineato che l’autonomia delle parti sociali nel redigere i contratti collettivi non è illimitata. Essa deve rispettare i principi inderogabili del diritto dell’Unione, come quello del diritto a ferie annuali retribuite in modo non penalizzante. Pertanto, una clausola contrattuale che escluda tali indennità dalla base di calcolo feriale è da considerarsi nulla.

Infine, la Corte ha respinto l’argomento secondo cui l’effetto dissuasivo andrebbe valutato su base annuale. Al contrario, l’impatto va considerato sulla retribuzione mensile, poiché è su questa base che il lavoratore e la sua famiglia fondano le proprie ordinarie condizioni economiche di vita.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un’importante conferma del principio di onnicomprensività della retribuzione durante le ferie. Le aziende devono calcolare la paga feriale includendo tutte le indennità che, pur avendo nomi diversi, costituiscono un corrispettivo per le modalità specifiche con cui viene svolta la prestazione lavorativa. Escluderle non solo è illegittimo, ma viola un principio fondamentale del diritto sociale europeo. La decisione rinvia la palla alla Corte d’Appello, che dovrà ricalcolare quanto dovuto al lavoratore applicando correttamente questi principi.

Cosa si intende per ‘retribuzione feriale’ secondo la Corte di Cassazione?
Per retribuzione feriale si intende la paga che il lavoratore percepisce durante le ferie, la quale deve essere calcolata in modo da essere paragonabile a quella ordinaria ricevuta nei periodi di lavoro. Deve includere qualsiasi importo pecuniario che sia intrinsecamente collegato all’esecuzione delle mansioni e correlato allo status personale e professionale del lavoratore.

Un contratto collettivo può escludere alcune indennità dal calcolo della paga per le ferie?
No, un contratto collettivo non può escludere dal calcolo della retribuzione feriale indennità che sono intrinsecamente collegate alle mansioni svolte. Secondo la Corte, l’autonomia delle parti sociali deve rispettare i principi inderogabili del diritto dell’Unione Europea, e una clausola contraria sarebbe nulla.

Perché indennità come quella ‘di assenza da residenza’ o ‘di utilizzo professionale’ devono essere incluse nella paga delle ferie?
Devono essere incluse perché non sono rimborsi di spese occasionali, ma compensi continuativi per i disagi e le peculiarità tipiche di determinate mansioni (come quelle del personale viaggiante). Escluderle comporterebbe una diminuzione della retribuzione durante le ferie, creando un effetto dissuasivo che potrebbe indurre il lavoratore a non godere del proprio diritto al riposo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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