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Retribuzione feriale: le indennità vanno incluse

Una società di trasporti ha contestato la decisione di includere varie indennità accessorie (trasferta, mansioni extra, etc.) nel calcolo della retribuzione feriale dei propri dipendenti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che, in linea con il diritto europeo, la retribuzione durante le ferie deve comprendere tutti gli importi legati all’esecuzione delle mansioni per evitare di penalizzare economicamente il lavoratore e disincentivarlo dal godere del suo diritto al riposo.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione feriale: La Cassazione chiarisce quali indennità includere

Il calcolo della retribuzione feriale è un tema cruciale nel diritto del lavoro, poiché incide direttamente sul diritto irrinunciabile del lavoratore al riposo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha consolidato un principio fondamentale: la paga durante le ferie deve essere sostanzialmente identica a quella percepita durante l’attività lavorativa, includendo anche le indennità accessorie legate alla mansione. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni della Corte.

I Fatti del Caso: La Controversia sulla Paga Durante le Ferie

Un gruppo di lavoratori dipendenti di una società di trasporti si era rivolto al tribunale per ottenere il riconoscimento del proprio diritto a veder incluse, nel calcolo della retribuzione per le ferie, una serie di indennità percepite con continuità. Tra queste figuravano l’indennità di trasferta, la diaria ridotta, e compensi per percorrenza, duplici mansioni e guida di mezzi specifici.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione ai lavoratori, condannando l’azienda al pagamento delle differenze retributive. La società, ritenendo errata tale interpretazione, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, sostenendo che tali indennità non dovessero rientrare nella base di calcolo della paga feriale.

La Decisione della Corte: il Principio di Onnicomprensività della Retribuzione Feriale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’azienda, confermando le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno ribadito un orientamento ormai consolidato, fortemente influenzato dal diritto dell’Unione Europea e dalle sentenze della Corte di Giustizia Europea.

Il principio cardine è che qualsiasi riduzione della retribuzione durante le ferie, rispetto a quella ordinaria, può costituire un deterrente per il lavoratore, spingendolo a non godere del proprio diritto al riposo per non subire una perdita economica. Questo contrasta con la finalità della Direttiva 2003/88/CE, che mira a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori garantendo un effettivo periodo di riposo.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su una solida giurisprudenza nazionale ed europea. Le sentenze della Corte di Giustizia dell’UE, come la celebre Robinson Steele, hanno chiarito che la retribuzione feriale deve comprendere qualsiasi importo pecuniario che si ponga in rapporto di collegamento con l’esecuzione delle mansioni e che sia correlato allo status personale e professionale del lavoratore.

Di conseguenza, non solo la paga base, ma anche tutte quelle componenti accessorie che sono intrinsecamente legate alle mansioni svolte dal dipendente devono essere incluse nel calcolo. L’esclusione di tali voci creerebbe una disparità ingiustificata tra la retribuzione percepita lavorando e quella percepita in ferie, inducendo il lavoratore a rinunciare al riposo.

La Cassazione ha inoltre sottolineato come le sentenze della Corte di Giustizia UE abbiano un’efficacia vincolante e prevalente nell’ordinamento nazionale, agendo come fonte interpretativa del diritto. L’orientamento è talmente consolidato che la Corte ha ritenuto il ricorso dell’azienda infondato, basandosi su numerosi precedenti conformi.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di giustizia sociale ed equità di fondamentale importanza. Per i lavoratori, significa avere la garanzia di poter godere delle ferie senza subire penalizzazioni economiche. La paga ricevuta durante il riposo deve rispecchiare fedelmente quella abituale, comprensiva di tutte le voci retributive connesse alla prestazione lavorativa.

Per le aziende, la sentenza rappresenta un chiaro monito a calcolare correttamente la retribuzione feriale, includendo tutte le indennità accessorie che non abbiano carattere di mero rimborso spese occasionale. Un calcolo errato non solo espone a contenziosi e condanne al pagamento di differenze retributive, ma può anche portare a sanzioni per lite temeraria, come avvenuto nel caso di specie, dove l’azienda è stata condannata a un ulteriore pagamento ai sensi dell’art. 96 c.p.c.

Quali elementi devono essere inclusi nel calcolo della retribuzione durante le ferie?
Devono essere inclusi tutti gli importi pecuniari che sono intrinsecamente collegati all’esecuzione delle mansioni e allo status personale e professionale del lavoratore. Questo comprende non solo la paga base ma anche indennità accessorie come quelle di trasferta, di mansione o altre voci corrisposte in modo continuativo.

Perché il diritto dell’Unione Europea è così importante in questa materia?
Il diritto dell’Unione Europea, in particolare la Direttiva 2003/88/CE, stabilisce il diritto a un minimo di quattro settimane di ferie annuali retribuite. La Corte di Giustizia dell’UE ha interpretato questa norma specificando che la retribuzione deve essere tale da non disincentivare il lavoratore dal godere del suo diritto al riposo, e le sue sentenze sono vincolanti per i giudici nazionali.

Cosa succede se un’azienda non include queste indennità nella paga delle ferie?
L’azienda può essere citata in giudizio dal lavoratore per ottenere il pagamento delle differenze retributive non corrisposte, oltre agli interessi e alla rivalutazione monetaria. Come dimostra questo caso, se l’opposizione dell’azienda viene considerata infondata alla luce di una giurisprudenza consolidata, essa può anche essere condannata a un risarcimento ulteriore per lite temeraria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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