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Retribuzione dirigenti veterinari: fondi separati?

Un dirigente veterinario ha contestato l’unificazione del fondo per la retribuzione di risultato con quello dei dirigenti medici, rivendicando l’esistenza di un fondo separato. I tribunali di merito hanno respinto la sua richiesta. La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha riconosciuto la novità e la complessità della questione interpretativa dei contratti collettivi sulla retribuzione dirigenti veterinari. Evidenziando come i testi contrattuali utilizzino il termine “fondi” al plurale, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una decisione finale, aprendo alla possibilità di riconoscere fondi distinti.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione Dirigenti Veterinari: Fondi Separati o Unici? La Cassazione Rimette la Causa in Pubblica Udienza

La questione della retribuzione dirigenti veterinari e, in particolare, della gestione dei fondi per la paga di risultato, è al centro di una recente e significativa ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione. Il caso analizzato solleva un interrogativo cruciale: i fondi destinati alla retribuzione di risultato dei dirigenti medici e di quelli veterinari devono essere considerati un unico calderone o devono essere gestiti in maniera distinta? La Suprema Corte, riconoscendo la complessità e la novità della materia, ha scelto di non decidere immediatamente, ma di rimettere la discussione a una pubblica udienza, aprendo a scenari inediti per il settore sanitario.

I Fatti di Causa: La Domanda del Dirigente Veterinario

La vicenda trae origine dalla domanda di un dirigente veterinario impiegato presso un’Azienda Sanitaria Locale. Il professionista aveva adito il giudice del lavoro per ottenere il riconoscimento del suo diritto a percepire la retribuzione di risultato secondo criteri che presupponevano l’esistenza di un fondo separato per i veterinari, distinto da quello dei medici. A suo avviso, le delibere aziendali che avevano unificato i fondi erano illegittime. La sua richiesta, quantificata in circa 37.000 euro per il periodo 2002-2007, era stata però respinta sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte d’Appello. I giudici di merito avevano sostenuto la tesi dell’unicità del fondo, basandosi sull’interpretazione della disciplina contrattuale e sugli orientamenti applicativi dell’ARAN.

L’Ordinanza della Cassazione e la Questione della Retribuzione Dirigenti Veterinari

Contro la decisione d’appello, il dirigente ha proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione e un’errata interpretazione delle norme dei contratti collettivi nazionali di lavoro (c.c.n.l.) e dei canoni ermeneutici del codice civile. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha ritenuto il motivo di ricorso meritevole di un approfondimento particolare.

L’Interpretazione dei Contratti Collettivi

Il punto centrale sollevato dalla Corte è di natura testuale e sistematica. I giudici di legittimità hanno notato come la sequenza dei contratti collettivi per l’area della dirigenza medica e veterinaria utilizzi sistematicamente il termine “fondi” al plurale quando si riferisce alla retribuzione di risultato. Questo dato letterale, secondo la Corte, potrebbe indicare l’intenzione delle parti collettive di mantenere distinti i due fondi e le relative quote, uno per i dirigenti medici e uno per i dirigenti veterinari. Un’interpretazione che, se confermata, smentirebbe la tesi dell’unicità del fondo sostenuta finora.

La Differenza con i Dirigenti non Medici

La Corte ha inoltre distinto il caso attuale da un suo precedente del 2018 (sentenza n. 15521), che aveva affermato l’unicità del fondo per i dirigenti non medici del ruolo SPTA (sanitario, professionale, tecnico e amministrativo). Secondo l’ordinanza, la disciplina contrattuale per medici e veterinari appare “in larga parte dissimile”, suggerendo che le conclusioni raggiunte in quel precedente non possano essere estese automaticamente alla fattispecie in esame.

Le Motivazioni della Rimessione a Pubblica Udienza

La decisione di non risolvere subito la controversia è fondata su solide ragioni. La Corte ha definito la questione come “nuova” e di “diritto sostanziale mai trattata in precedenza”. Il rilievo nomofilattico è evidente: una decisione in un senso o nell’altro stabilirà un principio guida per tutte le Aziende Sanitarie Locali d’Italia.
Inoltre, i giudici hanno riconosciuto le “difficoltà interpretative” e le “possibili ricadute applicative su ambiti sociali ed economici”. Una pronuncia che stabilisse l’esistenza di fondi separati avrebbe un impatto economico significativo sui bilanci delle ASL e sulla ripartizione delle risorse destinate al personale dirigente. Per queste ragioni, si è ritenuto opportuno e necessario demandare la trattazione a una pubblica udienza, così da consentire un dibattito più ampio e approfondito, con il contributo della Procura Generale e dei difensori delle parti.

Le Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza interlocutoria della Cassazione lascia la questione aperta, ma segna un punto importante a favore della tesi dei fondi separati. La valorizzazione del dato letterale (l’uso del plurale “fondi”) suggerisce che la Corte stia considerando seriamente un’interpretazione diversa da quella seguita finora. La decisione finale, che arriverà dopo la pubblica udienza, avrà conseguenze di vasta portata. Se venisse riconosciuto il diritto a fondi distinti, verrebbe affermato un principio di specificità per la categoria dei dirigenti veterinari all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, con dirette conseguenze sulla determinazione e l’erogazione della loro retribuzione di risultato. Le amministrazioni sanitarie dovranno seguire con attenzione l’esito finale di questo giudizio, che potrebbe imporre una revisione delle attuali modalità di gestione delle risorse per il personale dirigente.

Un dirigente veterinario ha diritto a un fondo per la retribuzione di risultato separato da quello dei dirigenti medici?
L’ordinanza non fornisce una risposta definitiva. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ritenuto la questione nuova e complessa, rinviando la decisione a una pubblica udienza. La Corte ha osservato che i contratti collettivi di settore usano il termine “fondi” al plurale, il che potrebbe suggerire l’intenzione delle parti di mantenere i fondi distinti.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha ritenuto che il ricorso ponga “questioni nuove di diritto sostanziale mai trattate in precedenza”. Data la difficoltà interpretativa dei contratti collettivi e le possibili ricadute sociali ed economiche, ha considerato opportuno rimettere la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito, con il contributo anche della Procura Generale.

Qual era la posizione dei giudici di primo e secondo grado sulla questione?
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano rigettato la domanda del dirigente, affermando che il fondo per la retribuzione di risultato doveva considerarsi unico per tutti i dirigenti, sia medici che veterinari, basandosi sulla disciplina contrattuale e sugli orientamenti dell’ARAN.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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