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Retribuzione dirigente medico: no a extra per orario

Un dirigente medico ha citato in giudizio un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) sostenendo di aver lavorato ore extra non pagate a causa di un errore nel calcolo del suo debito orario durante i giorni di assenza. La Corte di Cassazione, ribaltando le decisioni precedenti, ha stabilito che la retribuzione del dirigente medico è onnicomprensiva e non oraria. Pertanto, non spetta alcun compenso supplementare, in quanto lo stipendio mensile copre tutte le prestazioni rese. La Corte ha chiarito che il dirigente può, tuttavia, richiedere un risarcimento se dimostra un danno concreto alla salute o al riposo.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Retribuzione dirigente medico: niente compenso extra per errore di calcolo dell’orario

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per il settore sanitario: la retribuzione del dirigente medico e il suo rapporto con l’orario di lavoro. La Suprema Corte ha stabilito che lo stipendio di un dirigente medico ha natura onnicomprensiva e non è legato a un calcolo orario. Di conseguenza, non è dovuto alcun compenso supplementare per le ore di lavoro prestate in più a causa di un errato conteggio del debito orario da parte dell’Azienda Sanitaria.

I fatti del caso: l’errato calcolo del debito orario

Un dirigente medico si è rivolto al Tribunale lamentando un’anomalia nel sistema di calcolo del proprio orario di lavoro adottato dall’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di appartenenza. Nello specifico, mentre le giornate di effettiva presenza in servizio venivano correttamente conteggiate per una durata di 6 ore e 20 minuti (in un regime di 38 ore settimanali distribuite su sei giorni), i giorni di assenza legittima (ferie, malattia, permessi) venivano calcolati forfettariamente in 6 ore.

Questo scarto di 20 minuti per ogni giorno di assenza generava, secondo il medico, un ‘debito orario’ fittizio, costringendolo a svolgere un lavoro supplementare per raggiungere la soglia delle 38 ore settimanali e maturare il diritto ai riposi. Per tale ragione, il dirigente ha chiesto al giudice di accertare l’illegittimità del sistema di calcolo e di condannare l’ASL al pagamento delle differenze retributive per le ore lavorate in eccedenza.

La controversia sulla retribuzione del dirigente medico

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al medico, accogliendo la sua richiesta di condanna dell’ASL. La tesi di fondo era che l’errato calcolo avesse causato un indebito aumento della prestazione lavorativa, che doveva essere retribuito.

L’Azienda Sanitaria ha però impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo un principio fondamentale del pubblico impiego dirigenziale: l’onnicomprensività della retribuzione. Secondo l’ASL, lo stipendio di un dirigente medico non è calcolato su base oraria, ma è una somma fissa mensile che remunera tutte le funzioni e i compiti assegnati, a prescindere dal numero esatto di ore lavorate. Le 38 ore settimanali, quindi, non rappresenterebbero un tetto massimo, ma uno standard minimo di prestazione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ASL, cassando la sentenza d’appello e rigettando la domanda originaria del lavoratore. I giudici hanno chiarito che il sistema retributivo dei dirigenti medici, come delineato dalla contrattazione collettiva e dal D.Lgs. 165/2001, si basa su una logica di risultato e non di tempo.

La retribuzione è stabilita su base mensile ed è ‘omnicomprensiva’, cioè copre l’intera prestazione lavorativa necessaria per raggiungere gli obiettivi assegnati. Le 38 ore settimanali sono un parametro di riferimento che costituisce un ‘minimo prestazionale’ e non un ‘massimo invalicabile’.

Secondo la Corte, l’eventuale superamento di tale soglia oraria, anche se causato da un errore di calcolo dell’azienda, non dà automaticamente diritto a un compenso aggiuntivo. L’azione legale per ottenere il corretto adempimento contrattuale (‘azione di esatto adempimento’) può portare solo al pagamento dello stipendio mensile pattuito, che nel caso specifico era stato regolarmente corrisposto.

La domanda del medico, finalizzata a ottenere differenze retributive, è stata quindi ritenuta infondata. La Corte ha specificato che il problema non è il superamento delle 38 ore, ma il fatto che il medico sia stato costretto a lavorare in periodi in cui avrebbe avuto diritto a riposare, a causa dell’erronea imposizione dell’ASL.

Conclusioni: cosa significa questa sentenza per i dirigenti medici

Questa ordinanza chiarisce che i dirigenti medici non possono richiedere un compenso extra per le ore lavorate oltre le 38 settimanali, neanche quando ciò sia dovuto a un errore di calcolo dell’amministrazione. La loro tutela si sposta su un altro piano: quello del risarcimento del danno.

Se un dirigente ritiene che l’eccessivo carico di lavoro, imposto illegittimamente, abbia causato un concreto pregiudizio alla sua salute, alla sua personalità morale o al suo diritto al riposo, può agire in giudizio. In tal caso, però, dovrà allegare e provare specificamente il danno subito, anche attraverso presunzioni. L’azione non sarà più volta a ottenere una paga extra per le ore lavorate, ma a essere risarcito per il danno subito alla propria persona.

Un dirigente medico ha diritto a un compenso extra se lavora più ore a causa di un errato calcolo del suo debito orario da parte dell’azienda sanitaria?
No, la retribuzione del dirigente medico è onnicomprensiva e stabilita su base mensile, non oraria. Essa copre tutte le prestazioni rese e non prevede un compenso supplementare per ore eccedenti, anche se derivanti da un errore di calcolo dell’azienda.

L’orario di 38 ore settimanali rappresenta un limite massimo per i dirigenti medici?
No, secondo la Corte di Cassazione, le 38 ore settimanali rappresentano un minimo prestazionale e non un massimo. La retribuzione mensile copre l’intera prestazione lavorativa finalizzata al raggiungimento degli obiettivi, che può richiedere un impegno orario superiore.

Quali tutele ha un dirigente medico se è costretto a lavorare eccessivamente?
Il dirigente medico non può chiedere un compenso economico aggiuntivo tramite un’azione di esatto adempimento per le ore extra. Tuttavia, può agire in giudizio per il risarcimento del danno, ma deve dimostrare di aver subito un concreto pregiudizio alla salute, alla personalità morale o al diritto al riposo a causa del carico di lavoro eccessivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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