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Restituzione CIGS: obbligo di comunicazione attività

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di un pilota a cui era stata richiesta la restituzione della CIGS per non aver comunicato un’attività formativa all’estero. L’ordinanza chiarisce che quando la formazione è propedeutica all’assunzione, si considera attività lavorativa e va comunicata. La Corte ha inoltre confermato che l’importo da restituire è quello netto effettivamente percepito dal lavoratore.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Restituzione CIGS: La Cassazione Chiarisce l’Obbligo di Comunicazione

Un lavoratore che percepisce la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) ha l’obbligo di comunicare all’ente previdenziale l’inizio di una nuova attività lavorativa, pena la decadenza dal beneficio e la restituzione della CIGS percepita. Ma cosa succede se l’attività è un corso di addestramento presso una nuova azienda, finalizzato a una futura assunzione? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito chiarimenti cruciali su questo punto, distinguendo tra mera formazione e attività propedeutica a un nuovo impiego.

I Fatti del Caso: Un Pilota tra CIGS e Formazione all’Estero

Il caso riguarda un pilota che, durante il periodo in cui beneficiava della CIGS, ha intrapreso un’attività di addestramento al volo presso una compagnia aerea straniera. A seguito di questa attività, l’istituto previdenziale ha richiesto la restituzione delle somme erogate a titolo di CIGS, sostenendo che il lavoratore avesse violato l’obbligo di comunicazione preventiva di una nuova attività lavorativa.

Il lavoratore si è opposto, affermando che l’attività svolta non era un vero e proprio lavoro, ma un addestramento necessario per acquisire i titoli di volo richiesti dalla nuova compagnia, rientrando in quella nozione di “periodo neutro” che, secondo alcune circolari dello stesso istituto, non richiederebbe comunicazione.

Mentre il Tribunale aveva dato ragione all’ente, la Corte d’Appello aveva parzialmente accolto le ragioni del pilota, limitando l’obbligo di restituzione alle sole somme nette percepite. Entrambe le parti hanno quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Questione del “Periodo Neutro” e la Restituzione CIGS

Il punto centrale della controversia ruota attorno all’interpretazione dell’obbligo di comunicazione previsto dall’art. 8 del D.L. n. 86/1988. La legge stabilisce che il lavoratore decade dal diritto all’integrazione salariale se non comunica preventivamente lo svolgimento di un’altra attività lavorativa.

Per la categoria specifica dei piloti, le circolari dell’ente previdenziale avevano introdotto il concetto di “periodo neutro”, escludendo dall’obbligo di comunicazione quelle attività finalizzate esclusivamente al mantenimento delle licenze di volo pregresse. Il ricorrente sosteneva che la sua attività rientrasse in questa casistica. Tuttavia, la Corte ha dovuto valutare se l’addestramento fosse solo per mantenimento o se fosse, in realtà, un presupposto essenziale per la successiva assunzione definitiva.

La Decisione della Cassazione sulla Restituzione CIGS

La Suprema Corte ha rigettato sia il ricorso del lavoratore sia quello dell’istituto previdenziale, confermando la decisione della Corte d’Appello e delineando principi importanti.

La Natura dell’Attività Formativa

I giudici hanno stabilito che, per capire se un’attività formativa debba essere comunicata, non ci si può fermare alla sua denominazione, ma bisogna analizzarne la finalità concreta. Nel caso esaminato, l’addestramento non era finalizzato al “mero mantenimento delle competenze”, ma era un elemento strutturale e indispensabile per la conclusione del contratto di lavoro con la compagnia straniera. La stessa “Offer of Employment” era condizionata al superamento di tale addestramento. Di conseguenza, l’attività non poteva essere qualificata come “periodo neutro”, ma andava considerata come un’attività funzionale e propedeutica all’instaurazione di un nuovo rapporto di lavoro, soggetta quindi all’obbligo di comunicazione preventiva.

L’Obbligo di Comunicazione Preventiva

La Corte ha ribadito che la comunicazione deve essere sempre preventiva, ovvero deve precedere l’inizio dell’attività, anche se questa è temporanea o saltuaria. Il mancato rispetto di questo onere comporta inevitabilmente la decadenza dal beneficio e l’obbligo di restituzione della CIGS.

Restituzione CIGS: al Lordo o al Netto?

Un altro punto cruciale, oggetto del ricorso incidentale dell’ente previdenziale, riguardava l’importo da restituire. L’ente chiedeva la restituzione delle somme al lordo delle ritenute fiscali. La Cassazione, confermando un orientamento consolidato, ha respinto questa richiesta.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha spiegato che il lavoratore è tenuto a restituire solo quanto ha effettivamente percepito, ovvero l’importo netto. Le ritenute fiscali, infatti, non sono mai entrate nella sfera patrimoniale del dipendente. L’istituto previdenziale, in questi casi, non agisce come sostituto d’imposta ma come adiectus solutionis causa (soggetto incaricato di eseguire un pagamento per conto di altri). Pertanto, venendo meno l’obbligo di pagamento, l’ente ha il diritto di richiedere il rimborso delle tasse versate direttamente all’amministrazione finanziaria, secondo le procedure previste dall’art. 38 del D.P.R. n. 602/1973. Questo principio realizza un equo bilanciamento tra le parti: il lavoratore restituisce solo ciò che ha ricevuto e il creditore può recuperare l’intera somma, una parte dal lavoratore e una parte dal fisco.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida due principi fondamentali. Primo: un’attività di addestramento, seppur non configurabile come un contratto di lavoro sin da subito, deve essere comunicata all’ente previdenziale se rappresenta una condizione necessaria per una futura assunzione. Secondo: in caso di indebita percezione di prestazioni previdenziali, l’obbligo di restituzione a carico del lavoratore è limitato alle somme nette incassate. Una decisione che fornisce importanti linee guida per lavoratori e aziende nella gestione degli ammortizzatori sociali.

Un’attività di addestramento presso una nuova azienda va sempre comunicata quando si percepisce la CIGS?
Sì, deve essere comunicata preventivamente se tale attività non è finalizzata al solo mantenimento delle licenze esistenti, ma è funzionale e propedeutica a una futura assunzione. In tal caso, è considerata attività lavorativa ai fini dell’obbligo di comunicazione, e la sua omissione comporta la decadenza dal beneficio.

Cosa si intende per “periodo neutro” per i piloti in CIGS?
Si tratta di un periodo in cui l’attività svolta dal pilota è finalizzata in modo esclusivo al mantenimento delle precedenti licenze di volo e alla preservazione delle pregresse competenze. Un’attività che vada oltre questo scopo, come quella necessaria per ottenere una nuova abilitazione o come requisito per un nuovo impiego, non rientra nel “periodo neutro” e deve essere comunicata.

In caso di restituzione CIGS, l’importo da rimborsare è quello lordo o netto?
L’importo da restituire è la somma netta effettivamente percepita dal lavoratore. La Corte ha stabilito che il lavoratore non può essere tenuto a restituire le ritenute fiscali, poiché queste non sono mai entrate nel suo patrimonio. L’ente previdenziale dovrà recuperare tali somme direttamente dall’amministrazione finanziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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