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Responsabilità tour operator: volo in ritardo e danno

Due viaggiatori hanno citato in giudizio un tour operator e una compagnia aerea a seguito di un volo, parte di un pacchetto turistico, che ha subito un grave ritardo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando una distinzione cruciale: la compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento UE 261/2004 è un’obbligazione che grava esclusivamente sulla compagnia aerea. La richiesta di risarcimento per ulteriori danni, come quello da “vacanza rovinata”, è stata invece respinta dal tribunale di merito per mancanza di prove, e non per un’esclusione della responsabilità del tour operator. Il ricorso è fallito perché basato su un’errata interpretazione delle motivazioni della sentenza precedente.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Responsabilità Tour Operator: Volo in Ritardo, Indennizzo e Danno da Vacanza Rovinata

Quando un pacchetto vacanza si trasforma in un’odissea a causa di un volo in ritardo, a chi deve rivolgersi il viaggiatore? Alla compagnia aerea o al tour operator? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce sulla responsabilità del tour operator, chiarendo la fondamentale differenza tra l’indennizzo automatico previsto dalla normativa europea e il risarcimento per il danno da “vacanza rovinata”.

I Fatti del Caso: Un Rientro da Incubo

Due turisti acquistano un pacchetto turistico per un soggiorno a Santo Domingo, comprensivo di voli di andata e ritorno. Il viaggio di rientro si rivela un vero e proprio calvario: l’imbarco viene ritardato di tre ore per un problema a un motore, il volo è segnato da forti scossoni, viene annunciato un atterraggio di emergenza e, infine, l’aereo è costretto a uno scalo tecnico non previsto a Madrid. Il risultato? Un arrivo a Roma con oltre sette ore di ritardo e un forte disagio psicologico per i passeggeri.

I viaggiatori decidono quindi di agire in giudizio contro il tour operator e la compagnia aerea, chiedendo sia la compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento (CE) n. 261/2004, sia il risarcimento del danno non patrimoniale subito.

La Decisione del Tribunale e i Motivi del Ricorso

Il Tribunale di Roma, in grado d’appello, accoglie parzialmente la domanda. Condanna la compagnia aerea a pagare l’indennizzo di 600 euro a testa previsto dalla normativa europea per il ritardo. Tuttavia, rigetta sia la domanda di risarcimento per ulteriori danni (come il danno da vacanza rovinata) sia ogni pretesa nei confronti del tour operator. La motivazione del rigetto del risarcimento è cruciale: i viaggiatori non avevano fornito prove sufficienti del grave disagio psicologico patito.

I turisti, non soddisfatti, ricorrono in Cassazione, sostenendo che il Tribunale abbia errato nell’escludere la responsabilità del tour operator, il quale, a loro avviso, dovrebbe rispondere direttamente di tutti i disservizi occorsi nel pacchetto turistico, inclusi quelli imputabili alla compagnia aerea.

La Distinzione Chiave nella Responsabilità del Tour Operator

La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, spiegando che i ricorrenti hanno commesso un errore fondamentale, un cosiddetto aberratio ictus: hanno criticato una motivazione che non era la vera ratio decidendi della sentenza del Tribunale. Il giudice di merito, infatti, non ha mai affermato che il tour operator non sia responsabile per l’operato della compagnia aerea. Ha invece operato una distinzione netta tra due tipi di obbligazioni.

L’Indennizzo del Regolamento (CE) 261/2004

Questa è un’obbligazione indennitaria prevista dalla legge europea. Sorge automaticamente in caso di ritardo prolungato, cancellazione del volo o negato imbarco e ha lo scopo di compensare il disagio del passeggero. La Corte chiarisce che questa specifica obbligazione grava esclusivamente sulla compagnia aerea operativa e non sul tour operator che ha venduto il pacchetto.

Il Risarcimento del Danno Contrattuale (Vacanza Rovinata)

Questa è una pretesa diversa, basata sul codice del turismo. Riguarda il risarcimento per un danno effettivo subito, come il danno da “vacanza rovinata”, a causa dell’inesatto adempimento del contratto. Per questo tipo di danno, la responsabilità del tour operator può certamente essere chiamata in causa, poiché egli risponde anche dei fornitori di servizi di cui si avvale (come la compagnia aerea). Tuttavia, a differenza dell’indennizzo automatico, il danno deve essere specificamente provato dal viaggiatore. Il Tribunale aveva rigettato questa domanda non per un difetto di responsabilità, ma per un difetto di prova.

Le Motivazioni della Cassazione: Un Ricorso “Fuori Bersaglio”

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché i viaggiatori hanno basato le loro argomentazioni su un presupposto errato. Hanno sostenuto che il Tribunale avesse escluso la prestazione di trasporto aereo dalla tutela contrattuale del pacchetto turistico, mentre il Tribunale si era limitato a escludere che l’obbligazione indennitaria europea potesse essere posta a carico del tour operator. La domanda di risarcimento del danno, invece, era stata respinta per un motivo completamente diverso e non contestato efficacemente: la mancata prova del danno stesso.

Le Conclusioni: Cosa Imparare da questa Sentenza

Questa pronuncia offre importanti lezioni pratiche per i viaggiatori:

1. Distinguere le Azioni Legali: È fondamentale capire cosa si chiede e a chi. Per l’indennizzo forfettario da ritardo aereo, l’unico interlocutore è la compagnia aerea. Per il risarcimento di danni ulteriori (stress, opportunità perse, ecc.), si può agire contro il tour operator, che ha una responsabilità contrattuale per l’intero pacchetto.

2. L’Onere della Prova: Sostenere di aver subito un danno non è sufficiente. Per ottenere un risarcimento per “vacanza rovinata” o per danno morale, è necessario fornire prove concrete del pregiudizio subito (certificati medici, testimonianze, ecc.).

3. La Correttezza del Ricorso: Quando si impugna una sentenza, è vitale individuare e criticare la corretta ratio decidendi. Un ricorso che si basa su un’interpretazione errata delle motivazioni del giudice è destinato a essere dichiarato inammissibile.

Chi è responsabile per il pagamento della compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento (CE) 261/2004 in caso di ritardo aereo in un pacchetto turistico?
Secondo la sentenza, l’obbligazione di versare la compensazione pecuniaria (indennizzo) prevista dalla normativa europea grava esclusivamente sulla compagnia aerea che ha operato il volo, anche se questo era parte di un pacchetto turistico.

Il tour operator è sempre responsabile per i disservizi causati dalla compagnia aerea in un pacchetto “tutto compreso”?
Sì, il tour operator è responsabile per i danni derivanti dall’inesatta esecuzione delle prestazioni incluse nel pacchetto, compreso il trasporto aereo. Tuttavia, questa responsabilità riguarda il risarcimento del danno (come il danno da vacanza rovinata), che deve essere provato dal viaggiatore, e non si estende all’obbligo di pagare l’indennizzo forfettario previsto dal Regolamento (CE) 261/2004.

Perché il ricorso dei viaggiatori è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si basava su un’errata interpretazione della sentenza precedente. I ricorrenti hanno criticato il giudice per aver escluso la responsabilità del tour operator, mentre la vera ragione del rigetto della domanda di risarcimento danni era la mancata prova del danno subito. L’appello ha quindi mancato il bersaglio, criticando una motivazione non corrispondente a quella effettivamente adottata dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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