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Responsabilità intermediario finanziario: quando paga?

Una sentenza della Corte d’Appello chiarisce i limiti della responsabilità dell’intermediario finanziario per le condotte illecite del promotore. Nel caso esaminato, la banca è stata assolta perché i risparmiatori non hanno provato il ‘nesso di occasionalità necessaria’ tra l’illecito e le mansioni del promotore. Decisivo è stato il fatto che parte delle somme fosse stata versata tramite assegni intestati a terzi, interrompendo così il legame di causalità con l’operato della banca.

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Pubblicato il 31 marzo 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile

Responsabilità Intermediario Finanziario: Quando la Banca Risponde per il Promotore?

La questione della responsabilità dell’intermediario finanziario per gli atti illeciti compiuti dai propri promotori è un tema di cruciale importanza per la tutela dei risparmiatori. Un investitore che affida i propri risparmi a un promotore si aspetta che la banca o la società di intermediazione alle sue spalle garantisca la correttezza del suo operato. Tuttavia, come dimostra una recente sentenza della Corte d’Appello, questa responsabilità non è automatica e richiede la prova di un legame ben preciso tra la condotta del promotore e il suo ruolo istituzionale. Analizziamo insieme questo caso per capire quali sono i limiti e le condizioni.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine quando alcuni risparmiatori citano in giudizio un promotore finanziario e l’istituto di credito per cui lavorava. Gli attori sostenevano di aver consegnato al promotore una somma complessiva di oltre 25.000 euro, destinata a investimenti finanziari mai realizzati. I versamenti erano avvenuti in parte in contanti e in parte tramite assegni bancari.

In primo grado, il Tribunale aveva condannato il solo promotore (rimasto contumace) alla restituzione delle somme versate in contanti, la cui dazione era stata confermata da un testimone. Aveva però rigettato la domanda nei confronti della banca, ritenendo non provato il cosiddetto ‘nesso di occasionalità necessaria’ tra la condotta fraudolenta del promotore e le mansioni affidategli dall’istituto. Gli eredi dei risparmiatori hanno quindi proposto appello, insistendo per veder dichiarata la responsabilità solidale anche della banca.

La Decisione della Corte e la Responsabilità dell’Intermediario Finanziario

La Corte d’Appello ha rigettato l’impugnazione, confermando integralmente la sentenza di primo grado. La decisione si fonda su un’analisi rigorosa dei presupposti necessari per affermare la responsabilità dell’intermediario finanziario.

L’Onere della Prova a Carico del Risparmiatore

Il principio cardine, richiamato anche dalla giurisprudenza della Cassazione, è che la responsabilità della banca sorge solo se l’attività illecita del promotore si è realizzata nell’ambito delle sue incombenze e grazie alle opportunità offerte dal suo ruolo. Spetta al risparmiatore che agisce in giudizio fornire la prova di questo collegamento. Nel caso di specie, tale prova è mancata.

L’Interruzione del Nesso Causale: il Dettaglio Decisivo

L’elemento che si è rivelato fatale per le pretese degli appellanti è stata la modalità di versamento di una parte cospicua delle somme. Gli assegni bancari, per un valore di 15.000 euro, non erano intestati né alla banca né al promotore, bensì a terzi soggetti completamente estranei alla vicenda. Questo fatto, secondo la Corte, ha interrotto in modo netto il nesso di causalità tra la condotta del promotore e la potenziale responsabilità della banca. Anche se il promotore avesse utilizzato modulistica dell’istituto, l’intestazione degli assegni a terzi avrebbe dovuto allertare qualsiasi risparmiatore sulla natura anomala dell’operazione, configurando una condotta che esula completamente dall’attività istituzionale di un promotore finanziario.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando diverse carenze probatorie. In primo luogo, il contratto di investimento prodotto in giudizio era privo di data certa e non recava alcuna sottoscrizione riconducibile alla banca. Inoltre, il testimone sentito non era stato in grado di confermare con certezza che il documento esibito fosse proprio quello consegnato dal promotore.

I giudici hanno poi sottolineato che, sebbene alcune ricevute per i versamenti in contanti fossero state redatte su moduli dell’istituto di credito, questo elemento da solo non era sufficiente a fondare la responsabilità della banca. La prova del ‘nesso di occasionalità necessaria’ richiede di dimostrare che l’operato del promotore sia stato quantomeno agevolato dal suo inserimento nella struttura della banca, in modo da apparire credibile agli occhi del terzo in buona fede. La consegna di assegni intestati a sconosciuti, tuttavia, rappresenta una condotta talmente anomala da rompere questa apparenza di affidabilità, escludendo così la responsabilità dell’intermediario preponente.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Risparmiatori

Questa sentenza offre importanti spunti di riflessione per chiunque si affidi a un promotore finanziario. La responsabilità dell’intermediario finanziario non è un ombrello che copre qualsiasi condotta del proprio incaricato. Per essere tutelati, i risparmiatori devono prestare la massima attenzione: verificare sempre che i contratti siano completi e sottoscritti dalle parti corrette, pretendere documentazione chiara e, soprattutto, effettuare versamenti esclusivamente tramite canali ufficiali e con intestazioni chiare a favore dell’intermediario finanziario. Qualsiasi richiesta di pagamenti ‘fuori schema’, come assegni a terzi o versamenti su conti non riconducibili alla società, deve essere un campanello d’allarme che non va mai ignorato.

Quando è responsabile un intermediario finanziario per l’illecito del suo promotore?
L’intermediario è responsabile in solido quando esiste un ‘nesso di occasionalità necessaria’ tra il danno arrecato dal promotore e le mansioni a lui affidate. In pratica, l’illecito deve essere stato agevolato o reso possibile dal ruolo che il promotore ricopriva all’interno della struttura dell’intermediario.Cosa deve provare il risparmiatore per ottenere il risarcimento dalla banca?
Il risparmiatore ha l’onere di provare l’illiceità della condotta del promotore, il danno subito e, soprattutto, il nesso di occasionalità necessaria. Deve dimostrare che l’operato del promotore rientrava, anche solo apparentemente, nel quadro delle attività funzionali al suo incarico.

Perché in questo caso specifico la banca non è stata ritenuta responsabile?
La banca non è stata considerata responsabile perché gli appellanti non hanno fornito prove sufficienti a dimostrare il nesso di occasionalità. In particolare, la consegna da parte dei risparmiatori di assegni bancari intestati a soggetti terzi, estranei al rapporto, è stata considerata una condotta anomala che ha interrotto il legame causale tra l’operato del promotore e la responsabilità della banca.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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