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Responsabilità contrattuale organizzatore per terzi

La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità contrattuale dell’organizzatore di un evento sportivo per i danni subiti da un partecipante durante un’attività ricreativa accessoria, gestita da un terzo collaboratore. L’associazione, offrendo il servizio, ha assunto un obbligo di protezione e risponde dell’operato del suo ausiliario, anche se l’attività era gratuita per i partecipanti.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Responsabilità Contrattuale Organizzatore: Quando si Risponde per i Collaboratori Esterni

La responsabilità contrattuale dell’organizzatore di eventi è un tema di grande attualità, specialmente quando vengono offerti servizi accessori gestiti da terze parti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito i contorni di questa responsabilità, stabilendo che l’organizzatore risponde dei danni subiti dai partecipanti anche se l’attività dannosa è condotta da un collaboratore esterno. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti di Causa

Durante un evento sportivo (un triathlon), un’associazione organizzatrice offriva ai partecipanti un’attività ricreativa accessoria e gratuita: un giro su una ‘banana galleggiante’ trainata da un motoscafo. Uno dei partecipanti, durante tale attività, cadeva in acqua subendo dei danni fisici.

L’infortunato decideva quindi di agire in giudizio per ottenere il risarcimento del danno, citando sia l’associazione sportiva organizzatrice dell’evento principale, sia il conducente del motoscafo. Sia in primo grado che in appello, i giudici riconoscevano la responsabilità solidale di entrambi i soggetti, condannandoli al risarcimento.

L’associazione sportiva, ritenendo ingiusta la decisione, proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo di non avere alcuna responsabilità. A suo dire, l’attività ricreativa era gestita in totale autonomia da un soggetto terzo e la semplice iscrizione alla gara sportiva non poteva far sorgere un obbligo di protezione a suo carico per servizi accessori non direttamente gestiti.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Responsabilità Contrattuale dell’Organizzatore

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’associazione, confermando le sentenze dei gradi precedenti. I giudici supremi hanno stabilito che la responsabilità contrattuale dell’organizzatore si estende anche alle attività collaterali offerte ai partecipanti, pure se gratuite e gestite da terzi.

L’elemento chiave, secondo la Corte, è che l’associazione aveva predisposto e offerto quel servizio, anche se tramite un accordo con un collaboratore esterno. Offrendo questa possibilità ai suoi iscritti, l’associazione ha implicitamente assunto un ‘obbligo di protezione’ nei loro confronti, impegnandosi a garantire che l’attività si svolgesse in condizioni di sicurezza.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati in materia di responsabilità contrattuale, in particolare sull’articolo 1228 del Codice Civile. Questa norma stabilisce che il debitore (in questo caso, l’associazione) che si avvale dell’opera di terzi (l’operatore del motoscafo) per adempiere la propria obbligazione, risponde anche dei fatti dolosi o colposi di costoro.

Ecco i punti salienti del ragionamento della Corte:

1. Nascita dell’Obbligo di Protezione: Offrendo un pacchetto di servizi (gara più attività ricreativa), l’associazione ha assunto un impegno contrattuale che non si limitava alla sola gara, ma includeva la garanzia di sicurezza per tutte le attività proposte.
2. Ruolo del Terzo Collaboratore: Il gestore del motoscafo, pur essendo un soggetto esterno, è stato qualificato come un ‘ausiliario’ dell’associazione. Quest’ultima lo ha contattato, coordinato e retribuito per fornire un servizio promesso ai propri iscritti.
3. Onere della Prova: Il danneggiato ha correttamente provato l’esistenza del contratto (l’iscrizione alla gara) e il danno subito a causa dell’inadempimento dell’obbligo di protezione (l’incidente causato dalla guida imprudente del collaboratore). Spettava all’associazione, a quel punto, dimostrare che l’evento era imprevedibile o inevitabile, prova che non è stata fornita.

In sostanza, la Corte ha concluso che l’associazione non poteva semplicemente ‘esternalizzare’ il rischio. Avendo scelto di avvalersi di un collaboratore, ne ha assunto la responsabilità per l’operato negligente.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: chi organizza un evento e offre servizi accessori, anche se gratuiti e gestiti da terzi, assume una responsabilità contrattuale diretta per la sicurezza dei partecipanti. L’organizzatore non può esimersi da tale responsabilità sostenendo che l’attività è gestita da altri, poiché questi ultimi operano come suoi ausiliari. Per gli organizzatori di eventi, ciò implica la necessità di selezionare con estrema cura i propri collaboratori e di assicurarsi che tutte le attività, anche quelle apparentemente secondarie, siano svolte nel rispetto dei più alti standard di sicurezza.

Un organizzatore di eventi è responsabile per un incidente avvenuto durante un’attività accessoria gratuita?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, offrendo un servizio accessorio, anche se gratuito, l’organizzatore assume un ‘obbligo di protezione’ contrattuale verso i partecipanti che ne usufruiscono, diventando responsabile per la loro sicurezza.

La responsabilità dell’organizzatore sussiste anche se l’attività che ha causato il danno è gestita da un collaboratore esterno?
Sì. L’organizzatore è responsabile per le azioni del terzo di cui si avvale per fornire il servizio. Il collaboratore esterno è considerato un ‘ausiliario’ ai sensi dell’art. 1228 c.c., e l’organizzatore risponde direttamente della sua condotta negligente o imprudente.

Cosa deve dimostrare il partecipante danneggiato per ottenere il risarcimento?
Il partecipante deve dimostrare l’esistenza del rapporto contrattuale con l’organizzatore (ad esempio, l’iscrizione all’evento) e il danno subito durante lo svolgimento del servizio offerto. A quel punto, spetta all’organizzatore provare che l’inadempimento è stato causato da un evento a lui non imputabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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